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Luigi Colani, addio al mago delle forme impossibili

L’intero mondo dell’automobile piange la scomparsa di Colani, deceduto nelle scorse ore a Karlsruhe, in Germania. Genio senza confini, nel corso della sua carriera ha realizzato oltre 7000 prototipi

Il designer Luigi Colani, dopo aver combattuto contro una grave malattia, è scomparso all’età di 91 anni. Il suo ricordo, però, vivrà per sempre attraverso le sue opere. Gli oltre 7000 prototipi realizzati lo fanno entrare di diritto in una cerchia ristrettissima, quella dei giganti dell’Automotive. Personaggi che, a vario titolo, attraverso i loro progetti hanno contribuito a scrivere pagine importantissime di un settore in continua evoluzione.

Un bambino intraprendente. Nato a Berlino nel 1928, il vero nome di battesimo di Colani è Lutz. Il suo destino sembra già scritto dall’infanzia. Può sembrare una frase fatta, ma in questo caso non è così. I genitori, non potendosi permettere di fargli dei regali, lo educano a costruirsi da sé i propri giocattoli. I risultati sono sorprendenti, perché il giovane Lutz mostra subito capacità d’ingegno e realizzazione fuori dalla norma, maneggiando sapientemente diversi materiali come legno, ferro, gesso o argilla. I suoi giocattoli preferiti sono i mezzi di trasporto, per cui solitamente costruisce aerei, automobili o navi. Dopo aver completato il percorso di studi all’Accademia di Belle Arti di Berlino, si specializza nello studio dell’aerodinamica, alla Sorbona di Parigi.

La consacrazione lavorativa. Muove i primi passi nel mondo del lavoro nel 1953, anno in cui inizia a lavorare in California, alla Douglas Aircraft, che produce aerei. Qualche anno più tardi, la svolta. Tornato in Francia, incomincia a dedicarsi (quasi) a tempo pieno a progetti incentrati sulle automobili. Lavori particolarmente visionari e futuristici, capaci di regalargli una fama di livello internazionale. Nel complesso arriverà a produrre una quantità di prototipi (tra auto, industrial design e arredamento) senza precedenti. Fanno parte delle creazioni motoristiche memorabili, tra l’altro, la Ferrari Testa d’Oro, i camion che sembravano dei pesci giganteschi e i lunghissimi e bassissimi concept di supercar.

Addio Lutz.

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