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Maserati, 50 anni fa veniva consegnata la prima Indy

Giornata storica, oggi, per la Casa del Tridente: il 1° luglio 1969, esattamente cinquant’anni fa, usciva dallo stabilimento di via Ciro Menotti, a Modena, la prima Indy

Un esemplare oro metallizzato con interno in pelle marrone. Destinazione, la concessionaria Maserati “Martinelli e Sonvico” di Chiasso, che qualche giorno dopo la consegnò al fortunato proprietario, un facoltoso imprenditore svizzero.

Una nuova era. Tra Ghibli, Mexico, Mistral, Quattroporte e Sebring, nel 1968 la Maserati vende 700 vetture. Da sola, la Casa del Tridente rappresenta il 43% del mercato delle sportive oltre i 3,5 litri di cilindrata, un risultato mai ottenuto prima. È proprio in questo quadro di consolidamento ed espansione che s’inserisce il nuovo modello, presentato in anteprima dalla Carrozzeria Vignale al Salone di Torino del 1968 e l’anno successivo – finalmente sotto il segno del Tridente – al Salone di Ginevra.

In equilibrio tra confort e prestazioni. Il progetto della Indy (identificato all’interno dell’azienda dal codice AM116, Alfieri Maserati 116) nasce per soddisfare la richiesta di un’auto sì veloce, ma soprattutto comoda e spaziosa. Il design è affidato alla Carrozzeria Vignale, a cui la Maserati chiede un look di rottura rispetto al passato e quattro posti veri.

Un tributo alle vittorie del passato. Il risultato finale è una sportiva molto originale da un punto di vista dello stile. Le forme della carrozzeria, insieme solide e filanti, sono enfatizzate dalle ampie superfici vetrate e dalla coda tronca. I fari, secondo il gusto dell’epoca, sono a scomparsa e ben si integrano con la presa d’aria ricavata sotto il paraurti. Quanto al nome, Indy, con esso la Casa del Tridente intende celebrare le vittorie della 8CTF alla 500 Miglia di Indianapolis nel biennio 1939-1940.

Una scelta raffinata. Con motori V8 da 4,1 a 4,9 litri e potenze da 260 a 300 CV, la Indy era una sportiva ideale per chi desiderava viaggiare comodo e veloce senza ovviamente rinunciare allo stile. Come Abdorreza Pahlavi, fratello dello Scià di Persia, che nel 1974 ne ordinò una attingendo con gusto e fantasia dalla lista degli optional. L’auto, una delle Indy più esclusive mai prodotte, esiste ancora oggi ed è conservata in una collezione privata.

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