Mazda è famosa nel mondo per aver prodotto alcune sportive come la mitica MX-5 e le spettacolari RX-7 con motore rotativo, ma lo zoccolo duro della sua gamma si basa sulle vetture compatte: una storia di successo iniziata sessant’anni fa…
Modelli come la Mazda Familia e la 323 hanno rappresentato per decenni la colonna portante del marchio giapponese, la cui fortuna è stata segnata dalla robustezza e dal piacere di guida. Generazione dopo generazione le compatte Mazda hanno raggiunto una caratterizzazione stilistica che le ha rese distintive e personali, così come l’evoluzione e l’affinamento tecnico hanno consentito alla Mazda di conquistare i quattro angoli del globo consolidando la sua reputazione di marchio di qualità.
Verso la motorizzazione di massa. Il primo prototipo di autovettura Mazda venne presentato nel 1940: una piccola berlina con carrozzeria chiusa dotata di grandi finestrini e interni spaziosi. Il modello offriva il comfort delle vetture più grandi in un formato tascabile, un concetto che Mazda ripropone oggi (con tutte le dovute distinzioni) su modelli come le compatte Mazda 2. La vetturetta non entrò mai in produzione: l’avvento e la fine della Seconda Guerra Mondiale fecero sì che la casa di Hiroshima si concentrasse sui veicoli commerciali e da lavoro. Tuttavia nel dopoguerra anche il Giappone conobbe il suo boom economico e iniziò la graduale motorizzazione di massa. Tra le protagoniste assolute di questo momento storico, la Mazda R360 presentata nel 1960. Si trattava di una “kei car”, una vetturetta da città lunga meno di 3 m, ma capace di trasportare 4 adulti.
La reginetta del segmento. Il successo della Mazda R360 Coupé era dovuto a vari fattori: in primis una linea attraente (vagamente simile alla nostra Autobianchi Bianchina Trasformabile) e un motore a quattro tempi che unito alla leggerezza (appena 380 kg) garantiva consumi molto bassi. La R360 era disponibile poi con cambio automatico, a quei tempi appannaggio delle auto di fascia più alta. I bassi costi di gestione e un’immagine molto piacevole resero la R360 la reginetta del segmento: in un solo anno arrivò a conquistare il 15% del mercato automobilistico nazionale giapponese.
Nuova auto, nuovo successo. Due anni dopo, nel 1962 Mazda segnava un altro goal con la Carol. Disponibile sia a due porte che a quattro porte, era la berlina più compatta del mondo. Anche il suo motore è stato uno dei più piccoli motori a quattro cilindri nella storia dell’automobile. La lunghezza era analoga alla R360, ma il passo era più lungo e si caratterizzava per il lunotto invertito: una scelta progettuale che aumentava lo spazio interno, rendendo distintiva anche la linea. Un altro punto a favore del comfort erano le sospensioni indipendenti sulle quattro ruote, mentre la carrozzeria a scocca portante contribuiva alla robustezza e una maggior precisione di guida. In Giappone la Mazda Carol divenne una bestseller: nel 1962 le vendite coprirono il 75% del segmento microcar. In poco tempo Mazda dirottò i suoi sforzi sulla produzione di auto compatte, divenute il “core business” dell’azienda. Le piccole vetture giapponesi sin da subito si distinsero per i propulsori di concezione moderna e il piacere di guida.
Stile italo-giapponese. A un anno di distanza dalla Carol, nel 1963 debuttava la Mazda Familia. La Familia venne progettata dal centro stile Bertone per mano di un giovane Giorgetto Giugiaro. Con questa collaborazione internazionale, Mazda iniziò a sviluppare uno stile sempre più personale e distintivo. La gamma Familia includeva le varianti berlina, wagon e coupé. Venne indicata anche con le numerazioni 800/1000/1200/1300 a seconda della cilindrata del motore. La prima generazione venne prodotta fino al 1967 e totalizzò 400.000 unità. Nel 1967 venne presentata la seconda generazione della Familia e dal 1968 venne commercializzata anche con il motore rotativo. Noto come Familia Rotary/R100, il motore Wankel della nuova compatta montava due rotori e raggiungeva una potenza di 100 CV. Con un peso di soli 805 kg la Mazda Familia copriva il quarto di miglio in 16,4 secondi e toccava una velocità massima di 180 km/h, prestazioni che la ponevano al vertice della sua categoria. La R100 fu tra le prime Mazda rotative esportate in Europa (insieme alla Mazda RX-2). Sulla base della Mazda Familia venne sviluppata anche la 818. Basata sulla Familia. Nonostante una lunghezza inferiore ai quattro metri poteva comodamente ospitare cinque persone, offrendo un interno paragonabile a quello di una vettura media europea dell’epoca.
Un bestseller. Nel 1977, la Mazda 323 segnava una nuova era per le compatte Mazda: prima hatchback della Casa, venne proposta con tre o cinque porte a cui si aggiunse anche la variante wagon. La linea di ispirazione europea contribuì a rendere peculiare questo modello, che fu apprezzato tanto in Giappone quanto negli altri mercati. Economica, leggera e agile, la 323 è stata vertice della sua classe anche in Europa per quanto riguarda l’affidabilità. In occasione del lancio al Salone di Francoforte, due Mazda323 percorsero i 15.000 km che separano Hiroshima da Francoforte in soli 40 giorni senza nessun inconveniente tecnico… Un debutto fortunato e profetico per la 323, che diventò il modello più longevo e più venduto prodotto da Mazda fino a oggi. La seconda generazione a trazione anteriore venne lanciata nel 1980 e superò il traguardo del milione di unità vendute dopo soli 2 anni: Mazda raggiungeva un nuovo record mondiale. Pensata per una clientela giovanile, la Mazda 323 venne prodotta in altre quattro serie negli anni ‘80 e ‘90 con continui affinamenti in termini di comfort, versatilità e maneggevolezza. Dall’esperienza agonistica nei rally, l’offerta della gamma 323 si completò con le varianti a trazione integrale. Nel 1989 debuttava invece la 323F, una familiare fastback: modello a cinque porte dalla linea pulita e sportiva dotata di fari a scomparsa. Dal 1994 venne proposta persino con un peculiare motore V6. Questa generazione di Mazda 323 venne particolarmente apprezzata in Europa, dove spiccava per la sua linea distintiva unitamente alla praticità e all’ottimo handling.
Piccole e pratiche. Alla base dell’offerta Mazda (per i mercati internazionali), c’era la piccola 121, introdotta nel 1986. Come sempre piccola fuori e grande dentro, adottava soluzioni comode ed intelligenti come il divano posteriore scorrevole dotato di un meccanismo azionabile sia dal bagagliaio che dalla seduta. Disponibile anche con un ampio tetto apribile in tela, quest’ultimo dotato di apertura elettrica, poteva ritrarsi in entrambe le direzioni. Più convenzionale la seconda serie che nel 1997 venne realizzata sulla base della Ford Fiesta. Puntava tutto sulla praticità la Mazda Demio, monovolume compatta lanciata nel 1996. Come sempre le soluzioni per la vita a bordo si sono rivelate l’asso della manica di questo modello: tanto spazio per la testa, la configurazione variabile dei sedili e un ampio portellone. Caratteristiche che l’hanno resa la compagna di viaggio di molte famiglie in tutto il mondo. Ribattezzata Mazda2 nella maggior parte del mondo, la generazione successiva della Demio (2002-07), pur mantenendo le volumetrie da minivan iniziava a farsi più stilizzata e morbida. In Giappone la seconda serie della Mazda Demio venne proposta anche in versione e-4WD, con un motore elettrico che agiva sulle ruote posteriori per migliorare la trazione. L’attuale Mazda 2 è una compatta affusolata dalle linee eleganti e pulite con finiture molto curate.
Sempre meglio. Dopo 36 anni di carriera e oltre dieci milioni di esemplari, nel 2003 la Mazda 323 lasciò il posto all’elegante Mazda3, compatta moderna dall’eccezionale maneggevolezza. La Mazda3 compiva un balzo in avanti in termini di design offrendo dotazioni opzionali come sedili in pelle, climatizzatore automatico e fari allo xeno, riservate in quegli anni a vetture molto più costose. La compatta giapponese era maturata sotto tutti i punti di vista e crescevano anche le potenze in gioco. La seconda generazione della Mazda 3 (2006-13) nella versione sportiva MPS raggiungeva così i 260 CV, accelerando da 0 a 100 km/h in 6 secondi e toccando una velocità massima di 250 km/h.
Successo mondiale. Nel 2007 debuttava la nuova generazione della Mazda2 che segnava il passaggio all’architettura due volumi, più compatta e aerodinamica. Più leggera di 100 kg e sospensioni completamente riprogettate determinarono un netto miglioramento delle prestazioni e dell’agilità. Tutto ciò valse alla piccola Mazda il titolo di “World Car” 2008. Nel 2012 in Giappone la Mazda 2 venne offerta in variante elettrica a batteria. Un banco di prova per lo sviluppo di nuove tecnologie, un principio cardine che caratterizza Mazda da sempre. La Mazda 2 elettrica è stata prodotta in tiratura limitata a 100 unità e distribuita attraverso un programma di leasing a fine sperimentale. L’anno successivo, l’autonomia della Mazda2 elettrica raddoppiava con l’adozione di un range extender: un piccolo motore rotativo multicombustibile. Lo stesso sistema che verrà adottato dai nuovi veicoli elettrici come la Mazda MX-301, che sarà commercializzata quest’anno.