Aprile 1996: viene svelata al Salone di Torino, con ottimo tempismo sulla stagione delle scoperte, la Mercedes-Benz, che punta a soddisfare tutti coloro che avevano sempre sognato una spider del marchio tedesco, più abbordabile della impegnativa SL, ma sempre a trazione posteriore. Guai poi a lasciare troppo spazio ai rivali bavaresi, che hanno già svelato la Z3 un anno prima e che stanno registrando ottimi numeri per quanto riguarda le vendite, né tantomeno ai vicini di casa della Porsche, con la Boxster attesa per agosto.
Compatta. La SLK, dove “K” sta per “Kurz” ovvero corta, aveva già riscosso grandi consensi di stampa e pubblico alla presentazione del primo prototipo, al Salone di Torino del 1994, sia per la linea, compatta (prima Mercedes sotto i quattro metri di lunghezza) e armoniosa, ma con l’indiscutibile classe della Stella, sia per l’innovativo tetto rigido ripiegabile, che darà vita a una vera e propria moda. La prima generazione – nome di progetto R170 – viene accolta molto bene dai clienti, che ne apprezzano il design, la comodità di poterla usare indifferentemente come spider o coupé, e le finiture ai livelli del marchio, anche se con il tempo, alcune plastiche tenderanno a deteriorarsi. Ne vengono venduti in totale oltre 311.000 esemplari, surclassando le generazioni successive che, solo sommate, supereranno tale cifra. Insomma, la SLK rappresenta un sorprendente successo commerciale per la Casa di Stoccarda, nonostante il prezzo non particolarmente contenuto: la 200 costava quasi 60 milioni di lire e la 200 Kompressor, 68 milioni, mentre la BMW Z3 1.9 sfiorava i 56.
Con o senza compressore. La 200 Kompressor da 180 CV – preferita dal pubblico italiano alla 200 aspirata, un po’ spenta con i soli 136 cavalli ricavati dal suo 4 cilindri da due litri – era disponibile solo su alcuni mercati al posto della 230 Kompressor (193 CV): come intuibile dal nome, le due versioni indicavano la presenza di un compressore volumetrico, con la “230” che permetteva di sbrigare lo 0-100 in 7,6 secondi e di raggiungere una velocità massima superiore ai 230. Meccanicamente la SLK attingeva a piene mani dalla Classe C, a partire dal telaio, opportunamente accorciato, fino alle sospensioni, solo leggermente irrigidite, privilegiando il comfort rispetto alla sportività. Il famoso tetto rigido, poi, impiegava solo 25 secondi per ripiegarsi in un apposito vano nel bagagliaio, che, così, però, vedeva ridurre la capienza a 185 litri.
Passato e presente. Stilisticamente la SLK mescolava tradizione – le nervature sul cofano sono riprese dalla 300 SL – al family feeling contemporaneo, vedi i fari posteriori triangolari, molto simili (ma più voluminosi) a quelli della Classe C. Nel 2000, in occasione di un leggero restyling, il motore della 200 Kompressor viene depotenziato a 163 CV, mentre arriva per la SLK 320 un 6 cilindri da 3.2 litri e 218 CV. Passa un anno ed ecco la risposta alla Z3 M, ovvero la SLK 32 Kompressor AMG, da ben 353 CV, disponibile esclusivamente con cambio automatico. La produzione della R170 si chiude nel 2004 con l’arrivo della seconda generazione, ma questa è un’altra storia. Una prima serie, oggi, può valere dai 12 mila euro di una 200, ai 22 mila e 500 euro di una 32 AMG. Sempre per esemplari in ottime condizioni.