Nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario della nascita del marchio NSU ripercorriamo la storia – gestazione, sviluppo ed evoluzione – della Uruguay, un modello che non spiccava certo per grazia e anzi appariva, senza troppi giri di parole, bruttina e spigolosa. Tuttavia, negli anni Settanta ebbe la sua dose di notorietà.
Stilemi insoliti. Chiamarla esotica è dir poco: la NSU Uruguay era un modello talmente squadrato che sembrava disegnato con un righello, lontano non solo dai moderni canoni estetici, ma anche dal linguaggio stilistico che caratterizzava le vetture del marchio alla fine degli anni Sessanta. Come mai allora venne alla luce? Presto detto.
Colpo di mano. L’importatore del marchio in Uruguay, la società Quintanar, nel 1968 iniziò a produrre e commercializzare, sostanzialmente di propria iniziativa, una station wagon realizzata sulla base della due cilindri NSU Prinz 4. In meno di 12 mesi, nel Paese dell’America Latina ne furono vendute oltre 140 unità. Spinto dal gradimento del modello decise di sviluppare una versione equipaggiata con un motore più potente, possibilmente quattro cilindri.
Prototipo di studio. Per studiarne la fattibilità, nel maggio del 1969 si tenne una riunione con vertici e tecnici della NSU presso lo stabilimento di Neckarsulm, in Germania. Un campione “nudo” venne spedito per via aerea e venne utilizzato dagli ingegneri per costruire un prototipo del modello.
Valutazioni tecniche. Si stabilì che il motore a quattro cilindri della NSU Prinz 1000 non sarebbe mai entrato nel vano motore della Uruguay senza modifiche sostanziali, ma poteva altresì essere alloggiato nella parte posteriore dell’auto. I vertici della Quintanar non batterono ciglio davanti all’ipotesi di perdere spazio per il carico né furono scoraggiati dal lungo elenco di possibili problemi elencati dal dipartimento sviluppo della NSU.
Destino segnato. Pur con qualche dubbio, le autorità di ispezione tedesche decisero così di dare il via libera al progetto. Fu così che, tra il 1969 e il 1971, circa 500 station wagon uscirono dalla catena di montaggio in Sud America nelle varianti di modello P6 e P10. La power unit quattro cilindri da 996 cm3 e 43 CV consentiva alla vettura di raggiungere i 120 km/h con consumi dichiarati di 6,5-7,5 litri/100 km. Nel 1971, la NSU si ritirò dal mercato uruguaiano, il che segnò anche il destino dell’Uruguay.
Parte della collezione Audi. Oggi il prototipo della NSU P10, il primo e unico esemplare del modello rimasto sul suolo tedesco, fa parte della collezione di veicoli storici di Audi. È indubbiamente uno degli esemplari più insoliti, spigolosi e distintivi dell’intera esposizione.
Mostra e museo. Per celebrare il 150° anniversario della NSU, in collaborazione con Audi Tradition è stata realizzata una mostra dal titolo “Innovazione, audacia e trasformazione”. Si potrà ammirare presso il Museo tedesco della bicicletta, motocicletta e NSU a Neckarsulm fino al 5 maggio 2024. Per informazioni consultare il sito del museo.