Quando, nel 1989, la Peugeot lancia la 605, la nuova ammiraglia – destinata a presidiare quella fascia superiore trascurata da qualche anno dalla Casa del Leone – si ritrova a competere in un mercato affollato. C’è infatti la concorrenza della cugina Citroën XM che l’ha preceduta di pochi mesi e con la quale la 605 condivide pianale e motori, oltre a sfoggiare un design firmato Bertone che le dona una spiccata personalità.
Design sobrio. La 605 è meno originale, nonostante la base del design sia rappresentata dai concetti di Pininfarina rielaborati dal Centro Stile interno di PSA: se la vista laterale denuncia una parentela con l’Alfa Romeo 164, muso e coda sono molto simili a quelli della più piccola 405. La linea però è filante e lo dimostra il Cx di 0,30. La gamma dei propulsori offre il 2.0 benzina da 128 CV, mentre la motorizzazione di punta, il 3.0 PRV a sei cilindri della versione SV, tocca i 167 CV.
La “24V” tocca i 235 km/h. Ma è la versione a 24 valvole a dare verve al V6, che arriva a sprigionare 200 CV e rende le prestazioni molto più interessanti, pur se lo spirito è più quello votato alla vitesse autostradale che non alle emozioni tra una cambiata e l’altra. La 605 3.0 24V SV, che esternamente si distingue per pochi dettagli come i cerchi di lega da 16” dal disegno specifico, è pensata infatti per garantire alla borghesia parigina di raggiungere la casa di campagna in Provenza in un ambiente ovattato e nel minor tempo possibile. In questo, la 605 dimostra di cavarsela benone, con uno 0-100 in 8,0 secondi e la velocità di punta di 235 km/h, quest’ultima al livello delle migliori concorrenti.
Superaccessoriata, ma sfortunata. Il restyling del 1995 introduce nuovi paraurti, nuovi gruppi ottici e una migliore finitura degli interni, spaziosi e confortevoli, anche se magari non così originali quanto a design. In più, la SV vanta una dotazione ricchissima, che comprende, tra l’altro, sospensioni a gestione elettronica, sedili regolabili elettricamente e riscaldabili, tetto apribile elettrico. Nel 1998, il V6 24V viene sostituito da una nuova unità da 194 CV sviluppata in collaborazione tra PSA e Renault, ma il tempo sta per scadere perché la 605 l’anno seguente esce di produzione. A tagliarle le gambe, con un crollo delle vendite (dagli 80.724 esemplari del 1990, primo anno di piena produzione, ai 46.914 del 1991) sono stati i problemi elettrici ai cablaggi che affliggevano principalmente proprio le versioni V6.
Introvabile in Italia. Inutile dire che, se nemmeno il ben noto sciovinismo transalpino è riuscito a regalare alla 605 volumi di vendita adeguati, tantomeno nella versione più performante e costosa (solo 8.405 gli esemplari prodotti), una volta varcate le Alpi, le prospettive non potevano migliorare. Con le grosse cilindrate territorio di caccia più di Mercedes e BMW. Risultato: se si cerca una 605 3.0 sui principali siti di vendita, il risultato è prossimo allo zero, con valutazioni che possono variare tra i quattromila euro per un esemplare in buone condizioni e i seimila euro per uno in ottime.