Piero Pelù, ospite della serata inaugurale del Festival di Sanremo, da sempre è appassionato di auto. Ruoteclassiche ha messo alla prova il rocker e la sua Giulietta Sprint
Piero Pelù ha partecipato alla prima serata del Festival di Sanremo 2023. Ha cantato, in esterni sul Suzuki Stage fuori gara, la canzone “Gigante”, che aveva portato all’Ariston tre anni fa. Ruoteclassiche aveva dedicato al rocker e alla sua Giulietta Sprint una copertina e un ampio servizio in pista sul numero di dicembre 2021.
La premessa. Avevamo proposto al leader dei Litfiba un’insolita sfida: portare sulla pista ASC di Vairano la sua Giulietta Sprint del 1955 per confrontare le sue prestazioni con quelle rilevate nella prova di Quattroruote del luglio 1957 con un’altra Giulietta Sprint, in analoghe condizioni.
Passione Alfa. Piero Pelù ha raccontato la sua passione per il Biscione: “I miei nonni erano entrambi possessori di Alfa Romeo, io fantasticavo davanti alla scritta ‘Giulietta TI’, quindi il mio è anche un legame umano, familiare. Però non è solo affetto, perché dei modelli di questa Casa ho sempre apprezzato le linee, i colori e il sound del motore e delle trombe bitonali. In fondo le auto sono un meccanismo perfetto, proprio come la musica”. Nel suo garage, oltre alla Giulietta Sprint, ci sono una 1900 Super del 1954 col kit Abarth, una Giulia GTC del 1965 e una SZ del 1990. Con la Giulietta Sprint, l’artista fiorentino ha partecipato alla 1000 Miglia del 2018.
Il restauro. La Giulietta Sprint (serie 750B, telaio 00396) è stata utilizzata fino a fine anni 70 in Svezia, poi è stata chiusa in un garage per anni. Toccò poi a un collezionista toscano, che l’aveva recuperata in pessime condizioni, farla tornare a nuova vita, ma sono stati necessari sei anni per il ripristino: il sale delle strade scandinave si era “divorato” parte della carrozzeria, ma anche gli interni non erano messi bene. Di grande aiuto per ricostruire la storia della vettura il Centro Documentazione dell’Alfa Romeo. Con la sua livrea Azzurro Spazio (AR304), questa Giulietta Sprint è una delle prime costruite con la particolarità della messa in moto tramite un tirante nella parte inferiore centrale della plancia. E così, dopo il lungo silenzio, è tornato a cantare il suo motore, autentico capolavoro di tecnica, quattro cilindri con basamento e testata in alluminio, doppio albero a camme in testa, cinque supporti di banco.
Colpo di fulmine. Racconta il rocker: “Finito il lavoro di meccanica e interno, sono arrivato io, quasi per caso, agli inizi degli anni Duemila. Appena la vidi, scattò la scintilla, non c’è stato verso di farmi cambiare idea, questa è una pietra miliare dell’automobilismo mondiale, la testimonianza della vera sportività degli anni 50”.
In pista. Dopo gli ultimi ritocchi, i consigli dei collaudatori di Vairano e la concessione di asportare il paraurti per guadagnare in leggerezza, Piero Pelù ha scaldato la sua Giulietta Sprint in alcuni giri veloci. Poi i rilevamenti, da confrontare con quelli di Quattroruote. Ebbene il rocker scatenato ha un bel… pienone: velocità massima di Quattroruote, quando provò una Giulietta Sprint (telaio 01802), fu di 157,895 km/h, il rocker con la sua amata Alfa Romeo è arrivato a 154,213. Assimilabili gli altri rilevamenti: 0-100 km/h 15,20 secondi (Quattroruote), 15,53 (Pelù); ripresa 70-120 km/h 14,01 secondi (Quattroruote), 14,96 (Pelù); frenata 100-0 km/h 61,08 metri (Quattroruote), 64,46 (Pelù).
Bravo Pelù. Soddisfatto il cantante alla fine della prova in pista: “Sono andato bene, e sono anche molto contento, perché ho finalmente saggiato le doti velocistiche della mia Sprint, alla 1000 Miglia non c’era stata questa possibilità. Ora so che va veramente forte, come fosse nuova. Vo’ via contento”.