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Una Porsche 917/30 CanAm in scala all’asta a Monterey

Tra le auto da corsa con il privilegio di vantare una livrea iconica e un pedigree sportivo di primo piano, c’è sicuramente la Porsche 917/30 che, sotto le insegne del team Penske, dominò incontrastata la stagione 1973 del Campionato CanAm. Protagonista assoluta, con 6 vittorie su 8 gare (le altre due vinte sempre da una Porsche, ma il modello precedente, la 917/10), oltre a essere considerata una delle auto da corsa più “bestiali” di sempre – grazie al suo boxer 12 cilindri da 5.4 litri con due turbocompressori per complessivi 1.200 CV -, ha la responsabilità di aver decretato la fine di uno dei campionati più pazzi di sempre, causa imbattibilità e livello di prestazioni semplicemente esagerato.

Realizzata a mano. Quella che andrà all’asta organizzata da RM Sotheby’s a Monterey (California) il prossimo agosto però non è – come sembrerebbe – una delle 917/30 che sfrecciava a quasi 400 km/h e accelerava da 0 a 300 orari in circa 11 secondi, ma una replica in scala 2:3 che ha richiesto 18 mesi di lavoro da parte di un appassionato neozelandese. Il telaio “spaceframe”, interamente di alluminio, è stato pensato per imitare quello originale, mentre la carrozzeria è stata progettata al CAD, per poi realizzare un modello di polistirolo. Per dettagli come i supporti dell’ala posteriore, gli specchietti, le prese d’aria NACA, l’intero cruscotto e le prese a griglia sui parafanghi anteriori, è stato necessario eseguire tutto a mano: un lavoro certosino che, nel caso dei particolarissimi cerchi di lega, ha richiesto un taglio laser di precisione e 160 rivetti per fissare tra loro i vari elementi.

Motore di un quad. Per quanto riguarda il motore, proviene da un quad Kawasaki Mule 610 e si tratta di un monocilindrico 4 tempi da 400 cm³ e 14 CV, abbinato a un avviamento elettrico, alla trasmissione a un solo rapporto con retromarcia e blocco del differenziale. Le sospensioni sono indipendenti sulle quattro ruote, l’impianto frenante è a tamburo e le gomme sono Hoosier Pro Street da 7,5” all’anteriore e da 9,5” al posteriore.

Anche per i grandi. Il sedile è regolabile e permette anche a un adulto di sedersi comodamente, un’ottima scusa per mettersi al volante e sentirsi bambini un po’ cresciuti, mentre si scorrazza in un’area privata o su un circuito per kart, in quanto – ovviamente – questa Porsche in miniatura non è omologata per l’utilizzo stradale. Non è noto quali siano le prestazioni, ma, ipotizzando un peso del mezzo inferiore ai 100 kg, non dovrebbero discostarsi troppo da quelle di un kart a 4 tempi utilizzato per il noleggio.

Second round. Nel caso qualcuno fosse interessato a fare un’offerta per questo piccolo capolavoro d’ingegneria che, ricordiamolo, è un esemplare unico, può far comodo sapere che è già stato messo all’asta un paio di anni fa ad Amelia Island, battuto a poco più di 100.000 euro, mentre adesso, per motivi sconosciuti, la stima è quasi dimezzata. Difficile dire se sia un affare, ma qualsiasi appassionato di automobilismo e di auto da corsa vintage farebbe carte false per averlo, se non altro perché è un sogno ben più realizzabile rispetto a quello di possedere la 917/30 vera.

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Categorie: Auto
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