Era la “scoperta” che più ammirava da ragazzino. Dieci anni fa, un medico di Castell’Arquato, in provincia di Piacenza, se l’è comprata per venti milioni. E con qualche lavoretto ha potuto prendersi un bel pó di soddisfazioni.
Una passione nata da bambino, quando nel 1962, coi calzoni corti tutte le mattine scendeva a prendere il giornale per il papà. Adolfo Ghisolfi vedeva passare una “Giulia Spider” rossa sul lungomare di Santa Margherita ligure, direzione Portofino. Un mattino addirittura si ferma all’edicola, bella, bellissima, roba da togliere il fiato… Oggi Adolfo Ghisolfi fa il medico a Castell’Arquato (PC) e una “Giulia Spider” rossa se l’è messa in garage. Un’occasione, venti milioni, segnalata da un amico a Brescia.
La macchina, del 1963, è praticamente conservata. Unici interventi, una revisione agli organi meccanici e una rinfrescata alla vernice, eseguita subito dopo l’acquisto. Nulla più. Gli interni sono in pelle, ma nessuno scandalo: la selleria fu rifatta in epoca remota dal primo proprietario. “Quando ho portato la vettura all’omologazione Asi”, racconta il dottor Ghisolfi, “i commissari l’hanno capito e non hanno fatto obiezioni”. Il motore 1600 ha 12 CV in più del 1300 e si sente, soprattutto nelle marce alte e nella prontezza di risposta. Poi i freni sono migliori, a tre ceppi, il cambio ha una quinta che consente al motore di risparmiare un bel pó di giri. A 120 all’ora, per esempio, la “1300” è a 5000 giri, la “1600” a soli 4000.
Col tempo e un pó d’esperienza alcuni difetti sono stati eliminati. Gli ammortizzatori originali Girling hanno lasciato il posto ai più moderni Koni, le molle ora sono più dure: “con due persone e i bagagli”, spiega Ghisolfi, “l’auto oscillava un pò troppo e, sterzando, le ruote anteriori andavano a toccare il bordo dei parafanghi, scrostando la vernice. Le gomme? Lascio quelle originali, le barra 70 erano certo migliori, ma stonavano con la vettura…”. La tenuta di strada, in pratica, è la stessa della “Giulietta Spider”: sempre sicura, anche se in curva, soprattutto sullo sconnesso, ci si deve abituare a un ondeggiamento del retrotreno. Che peggiora col tempo e si somma a dei cigolii. Per sistemare le cose, bisogna smontare l’intero ponte, intervento eseguito di recente su questo esemplare. “Inoltre ho fatto smontare il differenziale per un trafilamento d’olio causato da una guarnizione deteriorata. Quanto ho speso? Un milione di manodopera, ma soltanto centomila lire di ricambi”. La capote ha una discreta tenuta all’acqua, peccato per le infiltrazioni che provengono dalla base del parabrezza. “In caso di pioggia”, dice ancora Ghisolfi, “devo togliere i documenti dal cassetto portaoggetti, per non ritrovarli inzuppati al termine del viaggio”. Ma per il resto la Giulia è solo fonte di gioia.
Motore | 4 cilindri in linea – Alesaggio 78 mm – Corsa 82 mm – Cilindrata 1570 cm3 – Potenza 92 CV a 6200 giri/min – Rapporto di compressione 9:1 – Distribuzione a due assi a camme in testa – Alimentazione con un carburatore verticale doppio corpo Solex 32 PAIA5. |
Trasmissione | Trazione posteriore – Frizione monodisco a secco – Cambio a 5 marce – Pneumatici Pirelli «Cinturato» o Michelin «X» 155-15. |
Corpo vettura | Sospensione ant. a ruote indipendenti, bracci trasversali, molla elicoidale, barra stabilizzatrice – Sospensione post. ad assale rigido, braccio longitudinale, molla elicoidale – Ammortizzatori idraulici telescopici – Freni a tamburo (ant. a disco dal 1964) – Sterzo a vite e rullo. |
Dimensioni e peso | Lunghezza 3900 mm – Larghezza 1540 mm – Passo 2250 mm – Carreggiata ant. 1292 mm – Carreggiata post. 1270 mm – Peso a secco 885 kg. |
Prestazioni | Velocità 171 km/h, consumo 8,8-11,5 litri/100 km. |