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Rottami o affari? 10 auto d’epoca all’asta a Dallas

Non è raro, in tempi di social media, imbattersi in annunci in cui auto arrugginite e letteralmente estratte dai rottami impilati nei piazzali dei demolitori, vengono messe in vendita con frasi del tipo “solida base per restauro”, “possiedo tutti i pezzi”, “si vende come da foto, no perditempo”. Insomma, il campionario classico di quando la vettura tendenzialmente è irrecuperabile, a meno che l’acquirente non sia disposto a sottoporsi a un bagno di sangue per rimetterla in sesto.

Incanto low-cost. È però anche vero che ci sono auto che, se il prezzo di partenza è inferiore anche solamente a uno dei pezzi che la compongono, forse meritano una seconda chance. Devono aver pensato così gli organizzatori dell’asta Mecum che si è tenuta a Dallas qualche mese fa, che hanno allestito una sezione denominata “Lost & Found”, dove erano ospitate vetture che avevano visto giorni migliori. Il fatto che siano state tutte vendute, è la dimostrazione che non è mai detta l’ultima parola; ma vediamo quali sono le più interessanti, partendo dalla più costosa, ovvero una Ford Mustang del 1969.

Pochi pochi km all’attivo. Tralasciando dettagli come pneumatici bucati, ammaccature e interni in pessime condizioni, sorprende che il contachilometri segnasse solo 6.434 miglia (francamente difficili da credere): sicuramente un buon affare, con il suo V8 da 4,9 litri e 290 CV che però non era specificato se funzionante o meno. Difficile che chi l’ha comprata avesse grandi aspettative, fatto sta che se l’è cavata con soli 7.700 dollari, non male per un’auto che, una volta restaurata, potrebbe valere l’equivalente di oltre 60.000 euro.

Un classico anni 70. Seconda classificata, una Pontiac Firebird Trans-Am del 1977, auto ben nota a chi negli anni 80 si sollazzava con telefilm come “Chips”, “Starsky&Hutch”, “Charlie’s Angels”, dove non mancava mai un episodio in cui questa coupé sportiva dal look aggressivo e aquila adesiva sul cofano, si esibiva in fughe a ruote fumanti. L’esemplare era equipaggiato con quello che al tempo era un raro e costoso optional, ovvero la versione più potente del V8 da 6,6 litri, peraltro con la miseria di poco più di 200 CV. Sono stati sufficienti 4.950 dollari.

La più bella del gruppo. Se vi dicessero che potreste comprare una Jaguar XK120 – iconica spider prodotta dal 1949 al 1954 – al prezzo di un iPhone, sicuramente sentireste puzza di bruciato. Eppure è bastato per accaparrarsi i resti di una delle sportive inglesi più eleganti di sempre, spinta da un 6 cilindri in linea che le permetteva di raggiungere i 190 km/h, ovvero, in miglia, 120, da cui il nome del modello. Al momento del lancio era l’auto più veloce del mondo, ma per far tornare in strada questo esemplare ci sarà da lavorare sodo: se però pensiamo che la valutazione media è di circa 100.000 dollari, ovvero 100 volte il prezzo d’acquisto, tutto assume un’altra prospettiva.

La sorpresa. Per finire, un’auto che non ci si aspetterebbe mai di trovare sul suolo americano, anche se nel 1967 – l’anno di questo esemplare – furono oltre 20.000 gli automobilisti statunitensi ad acquistare una R10. Ultima Renault con motore e trazione posteriore, prima dell’arrivo della terza generazione della Twingo, appariva integra, completa e in discrete condizioni ed è stata venduta per l’equivalente di soli 510 euro.

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