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In edicola Ruoteclassiche di ottobre

Nel numero di ottobre di Ruoteclassiche, in edicola e in versione digitale, troverete un ampio servizio sui 50 anni della Volkswagen Golf, in cui ripercorriamo l’evoluzione tecnica e stilistica del modello, dalla “numero uno” all’odierna ottava generazione, con un focus sulle prime quattro “famiglie” e il commento di una “matita” nobile, come quella del designer Walter De Silva, autore di due serie della tedesca. Poi, per le Regine, vi proponiamo la Hispano Suiza K6 Limousine del 1935, con soluzioni d’avanguardia per l’ultima realizzazione della Casa spagnola, e una sfida spettacolare a colpi di cavalli, fra due Lamborghini: la Countach 25° Anniversario e la Diablo SV. Con i Pezzi unici, torniamo indietro nel tempo, al 1948, per raccontarvi la storia della Riley RMB Transformable Coupé Köng, un’avveniristica fastback nota come “balena bianca”. Per le Impressioni, ci lanceremo su strada con una speciale Innocenti Mini Cooper con motore preparato dal grande specialista Almo Bosato, per vedere l’effetto che fa. Un salto verso di noi di quasi 30 anni ci porta invece a esaminare due Opel Calibra, la 2.0 Turbo 4×4 e la 2.5 V6 24V, vero riferimento all’epoca in fatto di design e prestazioni. Per i Protagonisti, abbiamo voluto onorare la figura dell’ingegner Giuseppe Surace, a lungo capo della sezione tecnica dell’Alfa Romeo, recentemente scomparso. Ed eccoci alle Storie, con il G.P. di Belgrado, che si dipana due giorni dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale, e un salto in Formula 1, con la Shadow DN8 del 1977, di proprietà di un collezionista sanmarinese, con Riccardo Patrese che ci racconta l’esordio nel circus con questa macchina al G.P. di Monaco. Non mancano gli eventi, con il favoloso Goodwood Revival Meeting, svoltosi per la maggior parte del tempo con un meteo britannico

Golf, 50 anni di evoluzione. Seguiteci nella ricostruzione della storia tecnica e stilistica della VW Golf, dalla “numero uno” del 1974 disegnata da Giorgetto Giugiaro, fino all’ottava generazione dei giorni nostri, passando per la seconda, terza e quarta serie, che sono oggi tra le più gettonate dai collezionisti della famosa berlina della Casa di Wolfsburg. 

Regina di Spagna. Elegante, molto raffinata dentro e sotto la carrozzeria lunga 5,35 metri: la Hispano Suiza K6 Limousine a sette posti ci riporta al 1935, quando dalla penisola iberica uscivano auto di gran classe, dalle soluzioni tecniche all’avanguardia, rivali di Bugatti e Rolls-Royce. Questo modello, ultimo nato della maison spagnola, è custodito al Mauto di Torino.  

Tori a Vairano. Due Lamborghini da favola, una contro l’altra, sulla nostra pista di Vairano, in un’orgia di cavalli e di prestazioni: sono la Countach 25° Anniversario del 1990 e la Diablo SV del 1997, entrambe a dodici cilindri e con la medesima disposizione meccanica. Ne è uscita una disfida in famiglia molto scenografica, tutta da gustare.  

Moby Dick. Una one-off, nota come “balena bianca”, per cercare di costruirsi una fama internazionale che non arrivò mai. La Riley RMB Transformable Coupé Köng del 1948 resta comunque una interessantissima fastback, che sorprende ancora oggi per la modernità di certe soluzioni stilistiche e per la “visione” che riguarda anche le dotazioni di bordo

Pepe al pepe. Prendi una Mini Cooper 1967 dell’italiana Innocenti, aggiungi un motore messo a punto da Almo Bosato, uno dei più grandi preparatori della scuola sportiva italiana. Risultato? Una macchina che è già un parco giochi, diventa ancora più divertente. Vi raccontiamo come va. 

Calibra contro. Ci ricordiamo bene della coupé della Opel, soprattutto per la linea originale e per le prestazioni notevoli, tutto sommato abbordabili. Nel nostro “Classiche di domani”, abbiamo voluto mettere a confronto due versioni della Calibra: la 2.0 Turbo 4×4 del 1994 e la 2.5 V6 24V del 1997. Vediamo chi la spunta e a quale tipo di collezionista si adattano di più.

Omaggio a Surace. Una vita passata all’Alfa Romeo, dal 1956 al 1985, anche come capo della Sezione tecnica, al posto di Orazio Satta Puliga. L’ingegner Giuseppe Surace, da poco scomparso, è stato un vero uomo Alfa: schivo, geniale. Entrato al Portello quando c’era la Giulietta, si congeda poco prima del lancio della 164. Ce lo racconta chi l’ha conosciuto bene.

Una tantum. Riviviamo la meteora del Gran Premio di Belgrado, che ha visto accendersi e spegnersi la sua stella nel giro di una sola edizione. Anzi, di pochi giorni, all’inizio di settembre del 1939, poche ore dopo che la Germania invase la Polonia. Un ultimo bagliore prima dell’immane disastro, gara che ha visto protagonista un grande asso italiano.   

Un'”ombra” in F.1. Abbiamo ammirato e toccato con mano la Shadow DN8 del 1977, di proprietà di un rallista sanmarinese. La monoposto pre effetto-suolo chiude un’epoca: motore Ford-Cosworth, cambio Hewland, poca aerodinamica. Una macchina sulla quale si sono avvicendati molti piloti nel 1977. Tra questi, Riccardo Patrese, che ci racconta il suo esordio al buio a Monaco.   

Specialisti. A Firenze, da più di 50 anni, lavora uno dei tecnici restauratori più apprezzati in Italia: parliamo di Duilio Barcali, classe 1947, che unisce la grande esperienza a una passione senza pari. Lui ci ha aperto le porte della sua bottega e ci ha accolto nel suo luogo di recupero di automobili considerate “impossibili”, come una Lancia Appia alluvionata nel 1966.   

 

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