Nel numero di settembre di Ruoteclassiche, in edicola e in versione digitale, troverete un test a test tra due popolari vetture che hanno fatto la storia dell’automobilismo in Europa per tanti anni: la Fiat Ritmo e la Renault 4, entrambe di categoria 1.100 cm³. Si passa poi alla Regina, una Lancia Aprilia in versione decappottabile grazie all’estro di Pinin Farina e si continua con il confronto fra due veicoli militari, la Willys MB e la Volkswagen Typ 82, una berlina degli anni 60 destinata a far scuola in BMW, la 1800, per poi tornare in Italia con la piccola, ma grintosa Fiat Cinquecento Sporting, per concludere con la beniamina di Ayrton Senna, la Honda NSX. Vi proponiamo poi alcune storie: per esempio, quella dell’epopea gloriosa della Targa Florio, grazie al Museo di Collesano (vicino Palermo) e il racconto appassionato di Donna Costanza Florio. Rivivremo poi il complicato matrimonio (e relativo divorzio) tra la Fiat e la Seat. Spettacolare come sempre il Monterey Car Week, tra concorsi di eleganza, aste e gare in pista. Specialisti: questo mese è la tappezzeria di Poggibonsi (Siena) “il Paperino”, con padre e figlio veri artisti della stoffa.
Sfida Italia-Francia. Sembrano molto distanti come epoche, ma in realtà alla fine degli anni 70 sono state concorrenti nella categoria tra le più gettonate in Italia. Entrambe millecento e a trazione anteriore, la Fiat Ritmo e la Renault 4 GTL sono state foriere di innovazioni tecniche e stilistiche concretizzate in milioni di esemplari costruiti. Il test a test è stato effettuato sulle colline del Piacentino, percorrendo le strade tortuose che da Castell’Arquato portano al castello di Vigoleno.
Stile ed eleganza. La Regina di questo numero è una Lancia: si tratta dell’Aprilia vestita da Pinin Farina nel 1949 in versione decappottabile con una bella storia. Tra i suoi proprietari ci sono stati un conte, una principessa e suo figlio, poi “benestanti” e “possidenti”. Si tratta di una delle ultime realizzazioni aperte su questo modello, vanta una linea già ponton e rilievi che ricordano ancora i parafanghi esterni.
Abarth mancata. Non è nobilitata dal marchio dello Scorpione, ma la Cinquecento Sporting ne ripropone la filosofia. “Kei-car” nella taglia (lunga appena 3,23 metri), ma non nel motore di 1.1 litri. Anche se non ha prestazioni superlative, offre un piacere di guida notevole, specie quando si affrontano le curve.
Salto di classe. Si tratta dell’evoluzione più performante della 1500 presentata dalla BMW nel 1961. La 1800 è protagonista della Neue Klasse e ha una linea firmata dalla estrosa matita di Giovanni Michelotti. Il frontale dell’auto diventa ben presto un’icona, con la famosa mascherina con doppio rene. Elegante, anticonvenzionale e spaziosa, la 1800 si guadagna i favori della critica grazie anche a prestazioni brillanti.
Protagoniste in guerra. A ottant’anni dal loro congedo, oggi la Willys MB e la Volkswagen Typ 82 condividono pacificamente gli spazi di una stessa collezione. Ricordando quando, da qualche parte in Italia, hanno combattuto l’una contro l’altra. La VW deriva da un’auto civile, l’americana invece nasce da zero.
La Jap per Senna. La supercar giapponese, la prima in casa Honda, propone soluzioni tecniche molto raffinate e prestazioni da sportiva tout court. Oltre a offrire una guida veloce e relativamente facile, grazie e un mix ben equilibrato. La NSX è diventata famosa anche grazie a un mitico video che immortala l’immenso Ayrton Senna alla guida.
Targa Florio, che passione. Da vent’anni l’esposizione di Collesano (Palermo) canta le gesta degli eroi che si sono sfidati sulle strade siciliane delle Madonie. Mettendo in mostra cimeli, fotografie, filmati e un’officina meccanica con utensili d’epoca. E poi c’è il racconto di Donna Costanza Florio, che con grande passione ha vissuto da protagonista l’epopea della mitica corsa isolana.
Che stoffa. A Poggibonsi, alle porte di Siena, è in attività dal 1986 una delle botteghe artigiane più gettonate dai collezionisti di veicoli d’epoca. Il segreto? Un approccio da amatore e un archivio di materiali senza eguali. Dumas Polvani e il figlio Gianluca raccontano come si affronta oggi il restauro degli interni.