Presentata nelle stesse settimane del crollo del ’29, era l’auto sbagliata al momento sbagliato. Eppure in sei mesi ne furono consegnate duemila. Sedici cilindri, 7,4 litri, 165 CV, 25 quintali, 160 km/h. L’alta società non volle rinunciare allo sfarzo neppure in piena crisi
Nel 1925 la Cadillac occupava il secondo posto sul mercato americano fra i costruttori di vetture di lusso, preceduta solo dalla Packard. Nel clima di euforia economica che regnava alla fine degli anni Venti, la Cadillac decise di scendere in campo con un modello in grado di primeggiare sul piano tecnico e del design: la “V16”, che qui vediamo rappresentata nella versione roadster carrozzata Fleetwood.
L’unità motrice proposta dalla Cadillac era un 16 cilindri a V, ispirato alla lontana dal motore “U-Sixteen” sviluppato da Ettore Bugatti per impiego aeronautico (in realtà mai avvenuto). Ma dopo il settembre nero di Wall Street, la nuova “V16” si rivelò il prodotto sbagliato nel momento sbagliato. Il progetto di questo sensazionale motore richiamò tuttavia l’attenzione dei tecnici e del grande pubblico. Un enorme basamento il lega leggera conteneva due bancate da 8 cilindri ciascuna, poste tra loro a 45°; la cilindrata totale era di 7408 cm³, mentre la distribuzione a valvole in testa era comandata, tramite aste e bilancieri, da un albero a camme centrale.
L’imponente V16 sviluppava 165 CV a 3400 giri/min, con una coppia di 50,2 kgm a 1200-1500 giri/min. La vettura denunciava un peso prossimo alle tre tonnellate e poteva raggiungere i 160 km/h. La “V16” entrò in produzione nel gennaio 1930 e i modelli offerti comprendevano 31 differenti stili di carrozzeria, per un iperbolico prezzo di listino che variava da un minimo di 5350 a un massimo di 9700 dollari.
Eppure, nonostante la rovinosa situazione economica in cui il Paese era sprofondato, la domanda risultò elevata: l’8 aprile 1930 venne consegnata la millesima “V16” e a fine giugno si raggiunsero le 2000 unità. La produzione continuò a ritmo assai più lento nel 1931, totalizzando nei due model year 3251 auto (furono poi 300 nel 1932, 126 nel 1933 e 252 dal 1934 al 1937).
La “V16” fu l’ultima esponente di una generazione di supercar di lusso sfrenato, dalla meccanica raffinata e con allestimenti di carrozzeria esotici, realizzati “ad personam” seguendo spesso gli schizzi forniti dagli stessi clienti.