Come annunciato venerdì scorso attraverso un post sui nostri social, l’ex pilota di Formula 1 Stirling Moss ha deciso di ritirarsi a vita privata. Reduce da un’infezione toracica che l’ha colpito lo scorso anno, a 88 anni ha dichiarato di volersi dedicare esclusivamente a se stesso e alla sua famiglia. Il messaggio, firmato dal figlio Elliot, è apparso sul sito ufficiale dell’asso del volante britannico ed esprime il suo ultimo saluto pubblico ai tifosi.
Stirling Moss, il più grande pilota della sua epoca e tra i più grandi in assoluto, è un re senza corona: il soprannome di “eterno secondo” è dovuto al fatto che si tratta del corridore che ha vinto più gare (in quattordici anni, 222 vittorie su 366 apparizioni ufficiali) senza aver mai conquistato un titolo mondiale. In Formula 1 ha chiuso la stagione al secondo posto per ben quattro volte: nel 1955 su Mercedes-Benz W196), nel 1956 (su Maserati 250F) e nel 1957 e 1958 su una monoposto della scuderia Vandervell. I tre terzi posti nella classifica finale delle tre edizioni successive del campionato completano il quadro della sua esperienza nel grande circus. Un pilota che ha sofferto il continuo confronto (perso) con l’acerrimo rivale Juan Manuel Fangio, campione del mondo nel 1951, 1954, 1955, 1956 e 1957, ma che, grazie a uno stile di guida unico, è riuscito ugualmente a fare breccia nel cuore degli appassionati. Che ancora oggi hanno tantissimi motivi per ricordarlo con affetto.
Un episodio su tutti è particolarmente significativo per i tifosi italiani perché legato alla Mille Miglia del 1955. Moss, quell’anno al via al volante di una Mercedes-Benz 300 SLR, termina la Freccia Rossa “Brescia – Roma – Brescia” al primo posto, battendo Fangio (anche lui su una Freccia d’Argento) e facendo segnare un record di velocità media in gara di ben 157,65 km/h, un primato tuttora imbattuto. La fotografia che lo ritrae senza casco e occhialoni dopo la gara, con il volto completamente nero di sporco ad eccezione del contorno occhi, è una delle immagini dello sport automobilistico più belle e romantiche di sempre.
Dal suo primo successo in Formula 3 a Goodwood, nel 1948, su una minuscola monoposto Cooper, al debutto nel mondiale di Formula 1, nel 1951, sull’inglese HWM, dagli eterni secondi posti, conditi da prestazioni entrate nella leggenda, alle avances di Enzo Ferrari, che nel 1962 l’avrebbe voluto a Maranello. Stirling Moss è un mito vivente del motorsport e le sue imprese meritano senz’altro di essere approfondite: noi di Ruoteclassiche, in particolare, vi consigliamo la biografia scritta da Robert Edwards, l’unica autorizzata dal pilota.
Alberto Amedeo Isidoro