La nuova Supra ha debuttato a Ginevra, anche se sotto forma di concept. Ma è la quarta generazione della supercar giapponese quella a cui dare la caccia. La versione che ha salutato il mercato nel 2002 ora è nel mirino dei collezionisti più attenti.
Nella passerella di prototipi della kermesse ginevrina la GR Supra Racing concept torna alla ribalta della cronaca: sotto le linee da vettura da competizione non è così difficile indovinare le forme della prossima Supra che tra l’altro condividerà i geni con la prossima BMW Z4.
Quello che più ci interessa in ottica storica è invece che, complici i prossimi lanci con attività media e di marketing collegati, torna l’occasione per parlare delle antenate. In tutto quattro generazioni (quella nuova sarebbe la quinta) di cui però solo una, la più recente e quindi una youngtimer è davvero entrata nel cuore degli appassionati, e continua a starci di diritto per una serie di caratteristiche per certi versi uniche.
Il modello Supra era nelle prime due generazioni (niente di più si direbbe oggi) una versione Premium della classica coupé di casa Toyota, la Celica. Solo con la terza generazione del 1986 il modello Supra acquisisce forma, vita e sembianze realmente distintive rispetto alla sorellina ma francamente nulla di indimenticabile.
Occorre aspettare il 1993 per trovare l’alchimia giusta. Non solo con una maggiore definizione delle linee estetiche, che diventa se non piacente almeno personale, ancorché tipicamente jap, ma anche attraverso tratti distintivi unici. Vedi il maxi alettone, esagerato quanto vuoi, che tuttavia sintetizza perfettamente la presenza di una cavalleria e di prestazioni record. A livello, se non superiori, di molte supercar dell’epoca proposte a prezzi se non da saldo almeno borghesi.
Lo zero cento superava di poco i 4 secondi senza neppure pompare di frodo il turbo. Il leggendario sei cilindri biturbo da 320 cavalli ha fatto il resto per creare il mito, soprattutto in ambito tuning. I cavalli dichiarati del modello erano a tutti noti ma in pochi resistevano ad aumentarli con facili o più approfonditi interventi di elettronica e dettagli vari.
Il sei cilindri in linea 24 valvole biturbo si accompagnava al cambio a 5 marce ma esisteva anche in automatico e la trazione posteriore. Al tempo si confrontava con altre supercar orientali come Mitsubishi GTO a trazione integrale è ruote sterzanti piuttosto che la Mazda RX7 con il Wankel.
Fin qui sembrerebbe il normale percorso di un modello cattivo e a buon mercato di taglio orientale, ma ci sono altri elementi di cui invece occorre tenere conto e che la rendono interessante. Il primo è il ruolo di grande rilievo nel primo episodio del film Fast and Furious. Una delle Supra del 1994 usata nelle scene degli stuntman in quel film è stata aggiudicata in asta nel 2015 per oltre 166.000 euro.
Ovviamente, cercando online si trovano alcuni esemplari di Supra MKIV in vendita, ma è difficilissimo trovarli immacolati. E comunque non costano pochissimo: si parte da pochi euro per gli esemplari pasticciati mentre per quelli tenuti come si deve le richieste arrivano già intorno agli 80.000 euro.
Certo è che per le generazioni di collezionisti più giovani si tratta di un modello molto più noto e amato rispetto a chi invece ha i capelli grigi. Toyota sembra conscia del ruolo esercitato dal modello e pare decisa a proseguire la stessa strada di promozione anche in futuro. Corre voce che la Supra quarta generazione tornerà protagonista nelle prossime puntate di uno dei più famosi videogame per Play Station, Gran Turismo.
E anche questo è un segnale importante per un probabile futuro collezionistico tra gli appassionati del genere e chissà che la Casa del Sol Levante non la utilizzi anche per incrementare il livello di allure del nuovo modello, come ormai fanno molti costruttori sempre più attenti a toccare le corde emozionali con i ricordi del glorioso passato, anche recente.