Grintosa il giusto, piccola fuori e spaziosa dentro. La Yaris ha convinto tutti fin dal suo esordio, anche i giornalisti di Quattroruote che la sottoposero a meticolosi test
Senza ombra di dubbio il 2019 per la Toyota Yaris è un anno molto importante: la vettura nipponica, capace di rivoluzionare il concetto stesso di utilitaria, compie vent’anni. Anniversario che noi di Ruoteclassiche abbiamo celebrato, nei mesi scorsi, attraverso uno specifico articolo di approfondimento. Il focus dell’appuntamento odierno, pertanto, non vuole essere un remake di quanto (già) fatto, bensì un’occasione per riproporre ulteriori elementi inerenti la citycar nipponica, come le valutazioni di Quattroruote dell’epoca.
Passaporto da vincente. Prima di andare oltre, però, ci sembra doveroso effettuare un breve ripasso delle sue generalità. La linea della Yaris nasce dalla matita del designer greco, Sotiris Kovos, con il chiaro intento di riuscire a conciliare due esigenze diametralmente opposte: un’auto piccola fuori (lunga 3,61 metri, ovvero 15 centimetri meno di una Punto) ma grande dentro. Interessante il risultato finale, con un’originale forma simile a quella di una monovolume, caratterizzata da fiancate piuttosto verticali, un’altezza da terra di rilievo (1,5 metri) e una volumetria interna da record (2,5 metri cubi). L’aspetto maggiormente interessante, però, riguarda il propulsore. Il mille della Yaris è un sofisticato quattro cilindri, con distribuzione bialbero a quattro valvole per cilindro, dotato di un variatore di fase per le valvole dal lato aspirazione. La potenza specifica -50 kW/litro- è la più alta della categoria. Con queste credenziali la Yaris riesce da subito a convincere e interessare il grande pubblico, tanto che nel 2000 si aggiudica il titolo di Auto dell’Anno. Nei mesi successivi alla premiazione la gamma si amplierà grazie a nuovi allestimenti e motori, accompagnati poi dal classico aggiornamento di metà carriera. La prima serie uscirà di scena nel 2005, per far spazio a un modello capace di rimanere sempre al passo coi tempi. Ma questa è storia recente…
La prova di Quattroruote. Subito dopo il debutto in società la Yaris si sottopone a molteplici test dalla “nostra” rivista, a partire dall’analisi incentrata sul comportamento dinamico. Il verdetto globale è decisamente soddisfacente: la Yaris è improntata alla massima sicurezza. Evidentemente non sarà mai una macchina da corsa, me neppure vuole esserlo, visto che il suo scopo è quello di conciliare l’elevata spaziosità con un comportamento il più possibile facile. Molto morbida, si disimpegna con facilità sui percorsi tortuosi, grazie e soprattutto alla gommatura larga (175/65 su cerchi da 14) e all’azione progressiva del servosterzo, che mantiene sempre un ottimo feeling con l’asfalto. L’impostazione della traiettoria è sempre piuttosto precisa, nonostante sia evidente una rapidità non immediata. Per quel che riguarda il motore, la Toyota non ha voluto progettare un’unità particolarmente grintosa, nonostante il valore della potenza specifica sia al top della categoria. In altre parole, se si va piano la piccola giapponese avanza pacificamente, senza particolare fretta. Se si affonda in maniera decisa sul pedale del gas, allora, i giri vengono presi con facilità, ottenendo prestazioni di lodevole spessore.
Il verdetto del Direttore. La bontà del progetto è ulteriormente confermata da una prova speciale su strada: da Milano a Onnaing (in Francia del Nord, dove sorgerà la nuova fabbrica Toyota) e ritorno, per un totale di oltre 2700 chilometri, effettuati in tre giorni. Un test effettuato niente meno che dall’attuale Direttore di Quattroruote, Gian Luca Pellegrini. La partenza per la Francia avviene alle sei di un venerdì sera dalla redazione (Rozzano), giusto in tempo per “godersi” il caotico traffico delle tangenziali milanesi durante l’esodo di fine settimana. Cala la sera e il viaggio di avvicinamento alla Francia prosegue. A 150 km da Parigi, il Direttore abbandona l’autostrada in favore della “routes nationales”, dove ha modo di apprezzare l’efficacia del cambio, definito eccellente. Il giudizio più che soddisfacente fino a quel punto deve essere aggiornato con un appunto, dopo aver affrontato la pioggia. Col bagnato la tenuta di strada diminuisce: i pneumatici faticano a mantenere la traiettoria impostata dal volante leggerissimo, inducendo un sottosterzo che consiglia di alleggerire il gas. Nonostante ciò, dopo aver macinato oltre mille chilometri, definisce la Yaris come una bella macchinetta, comoda e piacevole da guidare, soprattutto quando si viaggia ad andature tranquille. Impressioni confermate anche nella restante parte del viaggio, tanto da ritenere quasi diminutivo definirla solo come utilitaria.
La quotazione attuale. Indipendentemente dalla versione scelta, il valore di una Yaris prima serie è compreso tra i 500 e i 1500 euro, per un modello in perfette condizioni.
Diteci la vostra. Comoda, versatile ed efficiente. Indubbiamente, la Yaris è una proposta interessante per molti clienti. Proprio per questo, siamo curiosi di conoscere la vostra opinione sul suo conto. Dovendo acquistare una citycar la scegliereste, oppure optereste per modelli di altri marchi? Se avete un ricordo particolare legato alla Yaris raccontateci la vostra storia attraverso una mail indirizzata a redazione@ruoteclassiche.it.