Fu la risposta del “trattorista” Ferruccio al “Commendatore”. Perché della “Rosse” era rimasto deluso e non voleva più saperne. Bassa, filante, ricca di spunti stilistici inediti, la “Miura” fece invecchiare di colpo tutte le altre sportive sul mercato. Telaio in lamiera scatolata e motore V12 di 4 litri da 350 CV.
“Lamborghini, tu non sai guidare le Ferrari, sai guidare soltanto i trattori”. Fu questa frase, pronunciata dal “Commendatore”, a spingere Ferruccio Lamborghini a costruire granturismo. Dopo alcuni tentativi serviti come banco di prova, al Salone di Torino del 1965 esordì l’autotelaio “P400”, che utilizzava lamiere scatolate alleggerite da grandi fori e un motore V12 disposto al centro, ma trasversalmente.
Bertone e Gandini poterono finalmente sfruttare la disposizione meccanica “tutto dietro” per ottenere un muso basso e largo come non si era mai visto. La “Miura” esordì la Salone di Ginevra del 1966 e fu come un terremoto: la sua bellezza attirò l’attenzione del pubblico sui valori dell’inatteso, del futuribile, del trasgressivo.
Il cofano ai lati si rigonfiava nei parafanghi, sui quali si adagiavano i fari reclinabili in “orbite” delimitate da griglie (quasi fossero “ciglia”), un motivo ripreso sopra il cofano nelle uscite aria del radiatore. Il volume della coda segnalava la posizione posteriore-centrale del motore, sottolineata anche da una serie di alette nere in luogo del tradizionale lunotto. I cofani, incernierati alle estremità della vettura, si aprivano completamente lasciando in vista la meccanica. L’abitacolo era semplice e compatto, il parabrezza fortemente inclinato; le porte erano ampie e dietro innescavano le “orecchie” delle prese d’aria del motore, con griglie che celavano le maniglie.
L’affinamento meccanico non si fermò mai e riguardò soprattutto la potenza del motore e l’assetto. Nella versione “S”, presentata nel 1968, la potenza passò da 350 a 375 CV e tre anni dopo, nel 1971, con la versione “SV” si raggiunsero i 385 CV: venne anche modificato e rinforzato il telaio e il carter del cambio fu separato da quello del motore. Nonostante le numerose richieste, Lamborghini sospese la produzione della “Miura”, che fu costruita complessivamente in 775 esemplari.