Per i cento anni dell’Autodromo di Monza, Rai Documentari e Ac Milano presentano il 9 settembre in prima serata su Rai Due lo speciale “Il Tempio della Velocità”
Va in televisione l’Autodromo di Monza. Non per trasmettere il gran premio di Formula 1, ma per celebrare i cent’anni della sua storia. La storia sportiva, con i campioni, le auto, i miti. E la storia di un Paese, dell’evoluzione tecnologica, dei successi dell’industria, delle trasformazioni ingegneristiche, dello sviluppo economico. “Il Tempio della Velocità” sarà trasmesso alle 21,20 su Rai Due venerdì 9 settembre.
L’idea. La regia è firmata da Tommaso Cennamo, che ha scritto il documentario con Umberto Marino e con la preziosa consulenza del giornalista Pino Allievi. L’attore Francesco Pannofino conduce gli spettatori in questo viaggio lungo un secolo. È una coproduzione Rai Documentari e Moviheart, con il contributo di Rai Teche e il patrocinio di Automobile Club Italia.
I protagonisti. Tra le numerose testimonianze raccolte ne “Il Tempio della Velocità” sui cento anni dell’Autodromo di Monza, ci sono quelle di Charles Leclerc, pilota Ferrari, gli ex Jean Alesi e Eddie Irvine, insieme agli ex piloti Giacomo Agostini, Michela Cerruti, Giancarlo Fisichella, Pino Allievi e il fotografo Ercole Colombo. E ancora Mattia Binotto, team principal Scuderia Ferrari, Flavio Briatore, F1 Ambassador, Luca Cordero Di Montezemolo, ex ds e presidente Ferrari, Stefano Domenicali, presidente e amministratore delegato F.1, Piero Ferrari, vice presidente Ferrari, Angelo Sticchi Damiani, presidente Automobile Club Italia, Geronimo La Russa, presidente Automobile Club Milano, Giuseppe Redaelli, presidente Autodromo Nazionale Monza e Lorenzo Ardizio, curatore del Museo Alfa Romeo.
La Maserati-Eldorado. Tra le curiosità, sfreccia nel documentario anche la mitica Maserati-Eldorado, che nel 1958 rivoluzionò il mondo della competizione automobilistica come prima vettura da corsa sponsorizzata da un’azienda esterna al mondo automobilistico.
La storia. Nel gennaio del 1922, su progetto dell’architetto Alfredo Rosselli – con la consulenza dell’ingegnere Piero Puricelli e sotto l’egida dell’Automobile Club di Milano – vide la luce l’Autodromo di Monza Circuito Velocissimo. Costruito in soli 110 giorni, era l’autodromo più veloce al mondo con un circuito che, oltre al percorso stradale, prevedeva un anello di alta velocità con curve paraboliche che permettevano di testare la velocità di punta dei veicoli. Negli anni il tracciato è stato più volte modificato, la pista brianzola ha testimoniato l’imporsi del tema della sicurezza, il progresso tecnologico, le gare epiche, le grandi rivalità sportive, le guerre tra i marchi dei costruttori più importanti, l’ospitalità offerta a eventi automobilistici mondiali.
Le parole di Sticchi Damiani. Di “immenso orgoglio italiano” ha parlato il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, ricordando come “il massimo di velocità, spettacolarità, emozioni e innovazione tecnologica”, caratterizzino, da sempre, “l’unico tracciato al mondo nel quale da 100 anni la Formula1 dà il meglio di sé: una pista leggendaria per tutti i piloti più grandi, le scuderie più prestigiose e milioni di appassionati e tifosi di ogni parte del mondo”.
L’orgoglio di Geronimo La Russa. Ha commentato il presidente di Ac Milano, Geronimo La Russa: “L’Autodromo Nazionale Monza ideato, progettato e costruito da Automobile Club Milano, è stato un prodigio di velocità fin dalla sua nascita. Per completarlo, bastarono, infatti, 110 giorni. Cento anni dopo, siamo qui a festeggiarlo con l’impegno di far sì che continui a ospitare le migliori gare internazionali – a partire dalla Formula 1 – e di mantenere sempre alto il prestigio di un circuito unico al mondo”.