Con una carrozzeria limousine e un passo di ben 3250 mm non è granché agile. Il motore però è quello delle Alfa Romeo che corrono: lo stesso sei cilindri in linea bialbero che equipaggia, per esempio, la “Freccia d’Oro”. Con 90 cavalli, permette di toccare i 130 all’ora. La vettura è stata restaurata in più riprese a caro prezzo.
Salone di Torino del 1949: Giovanni Battista Bertotto di Vallemosso (Biella), industriale tessile, vede esposta la “6C 2500” Farina a otto posti e decide che quella è l’auto che fa al caso suo: può accogliere moglie e figli e ha un marchio prestigioso. Dopo qualche anno Bertotto la cede a un tassista di Villeneuve, che la usa quasi come un “pullman” sulla tratta Aosta – Gran San Bernardo, e da questi viene venduta a un industriale aostano per poi finire a un noleggiatore che la affitta per i matrimoni.
Dopo un lungo periodo di riposo, nel 1993 la vettura viene acquistata da Maurizio Mavilla: il restauro della carrozzeria viene affidato al toscano Faralli, che la rivernicia più volte, sostituisce i fanalini posteriori “rubati” a una Fiat “1100” e riveste il divano anteriore. Il restauratore Michi di Torino viene invece incaricato di ripristinare motore, freni e quant’altro. Fra acquisto e restauro la spesa è vicina ai 100.000 euro, contro una valutazione di circa 30.000. Mavilla però non ha dubbi: “Volete mettere il piacere di possedere una vettura che fu costruita in soli 32 esemplari tra il 1949 e il ’51?”.
Oggi la “6C” percorre circa 1000 km all’anno, quasi esclusivamente per partecipare ai raduni. D’altronde, è piuttosto impegnativa da guidare, soprattutto nel traffico, per via della lunghezza e della pesantezza dello sterzo; inoltre il guidatore deve vedersela con una posizione “impossibile” e obbligata, con un volante enorme, una lunghissima leva del cambio al volante e il calore emanato dal motore.
Per quanto riguarda i ricambi, la parte motoristica non presenta problemi, mentre per la carrozzeria tutto va ricostruito ex novo. Fuori dal centro abitato la “6C” sembra a suo agio e nonostante la mole si dimostra abbastanza vivace e con una buona tenuta di strada. I freni, pur riuscendo a fermare la limousine entro spazi accettabili, non consentono ripetute frenate di una certa intensità. Non è certo una “Giulietta Sprint” o una “1900”, ma si capisce subito che ha lo stesso sangue nelle vene.
Motore | Anteriore 6 cilindri in linea – Cilindrata 2443 cm³ – Alesaggio 72 mm – Corsa 100 mm – Potenza 90 CV a 4600 giri/min – Rapporto di compressione 7:1 – Alimentazione con un carburatore doppio corpo – Distribuzione bialbero a camme in testa. |
Trasmissione | Trazione posteriore – Cambio a 4 marce + RM – Comando a leva al volante – Frizione monodisco a secco – Pneumatici 6.50×17. |
Corpo vettura | Limousine a 8 posti, 4 porte – Sospensioni anteriori a ruote indipendenti, molle elicoidali contenute in cannocchiali ammortizzanti – Sospensioni posteriori a ruote indipendenti, barre di torsione e ammortizzatori idraulici – Freni a tamburo – Sterzo a vite e ruota. |
Dimensioni e peso | Passo 3250 mm – Carreggiata anteriore 1450 mm – Carreggiata posteriore 1470 mm – Peso dell’autotelaio 1100 kg. |
Prestazioni | Velocità 130 km/h – Consumo medio 19 litri/100 km. |