L’Automotoclub Storico Italiano si aggiudica all’asta le auto del Museo: soddisfazione del presidente Loi: “abbiamo fatto il nostro dovere per salvaguardare il patrimonio nazionale”
“Penso che l’Asi partecipando all’asta per rilevare le auto del Museo Bertone abbia fatto il suo dovere”: è questa la prima dichiarazione del presidente Roberto Loi, che ci conferma di aver indetto lo scorso martedì un consiglio straordinario per mettere al voto la proposta di acquisto delle vetture della collezione dello storico marchio di Grugliasco. “E’ nel nostro statuto – prosegue Loi – il compito di salvaguardare il patrimonio nazionale e pertanto i presenti al consiglio hanno aderito all’unanimità”. Da lì la partecipazione e l’aggiudicazione dell’intero lotto, tra cinque offerenti che si sono contesi la collezione prolungando di due ore e mezza la durata dell’asta che si doveva concludere alle 15 di ieri (leggete qui gli altri dettagli).
“E’ stata premiante la nostra accorta politica di accantonamento negli anni, che ci ha consentito di essere pronti al momento giusto; non nascondiamo le difficoltà degli ultimi tempi che sono dovuti alle nuove normative sulle tasse automobilistiche, ma guardiamo con serenità al futuro e dobbiamo reagire pensando in grande. Sono sicuro che abbiamo fatto quello che andava fatto”. E nel pensare in grande il presidente Loi include anche un progetto su una nuova sede per l’Asi dove potrà essere esposta l’intera collezione delle auto di Bertone, insieme ad altre vetture storiche che si daranno il cambio con esposizioni tematiche.
“Penso che il collezionismo stia diventando sempre più un fenomeno di massa – riprende il presidente – e stiamo lavorando affinché vengano trovate soluzioni che diano tranquillità agli automobilisti, perché facendo un bilancio abbiamo fatto rilevare quale è stato il beneficio per lo Stato dalla nuova normativa sulle tasse automobilistiche e quale invece è stato il danno per gli automobilisti e per l’indotto; speriamo che i viceministri con cui stiamo dialogando mantengano la parola data”. La prossima mossa dell’Asi? Far sì che l’Unesco riconosca l’auto d’epoca come patrimonio dell’umanità.
D.G.