Non una semplice rassegna di testimonianze, ma un vero e proprio atto di restituzione della memoria in cui l’Alfa Romeo viene raccontata attraverso il vissuto di 7 persone che per il marchio hanno lavorato a vario titolo per qualche anno o per un’intera vita professionale. Domenica 30 novembre il Museo Fratelli Cozzi di Legnano ha aperto le porte a un pubblico attento e partecipe, riunito per ascoltare storie che parlano di fabbrica e di uffici tecnici, di catene di montaggio e di relazioni industriali, di modelli iconici e di vetture “normali” che hanno però segnato la vita di chi le ha progettate, costruite o semplicemente amate. Il tutto raccolto nel progetto Voci dell’Alfa Romeo, una produzione video strutturata sulle interviste raccolte dagli studenti dell’ITS INCOM di Busto Arsizio nell’ambito di un progetto scientifico dell’Archivio del Cinema Industriale dell’Università LIUC di Castellanza.
L’Alfa come fatto personale
Il filo conduttore della giornata è stato la rappresentazione dell’Alfa Romeo come somma di esperienze individuali, ciascuna diversa ma tutte riconducibili a un orgoglio d’altri tempi, come per esempio quello che è emerso dal racconto di Elvira Ruocco, storica colonna portante dell’archivio storico e pioniera tra le “donne dell’Alfa”. O quello che traspare nelle parole dell’Ingegner Gianni Tonti, tecnico del motorsport che, dopo un lungo percorso ad Arese, fu anche uno dei progettisti del nostro Centro Prove di Vairano. Così come affascinante è stata la testimonianza in chiusura della padrona di casa, Elisabetta Cozzi, fresca della nomina a Seniores Onoraria da parte del Gruppo Seniores d’Azienda Alfa Romeo, i cui ricordi legati all’Alfa Romeo spaziano dai racconti di bambina, sotto l’ala del padre Pietro (che fu, inter alia, anche Presidente dei Concessionari italiani Alfa Romeo) e quelli più recenti di professionista e imprenditrice legata a doppio filo al marchio.
Luoghi e persone
È proprio l’intreccio tra prodotto e persone, tra fabbrica e territorio, tra industria e relazioni sindacali a rendere ‘Le voci dell’Alfa Romeo’ (visibile qui) un’iniziativa di grande valore culturale. Le storie raccolte non si limitano a ripercorrere l’evoluzione di una gamma o le tappe di una carriera, ma aprono finestre su un’epoca in cui l’automobile era anche strumento di emancipazione sociale, di progresso collettivo e di confronto – non sempre disteso – tra esigenze produttive e diritti dei lavoratori. Alla fine della giornata, ciò che resta è la consapevolezza che la storia della Casa di Arese non può essere ridotta a una sequenza di modelli, di successi sportivi o di scelte industriali. È una storia fatta di persone che, anche a distanza di anni, parlano del Biscione con un trasporto sincero. Un amore che attraversa ruoli, generazioni e competenze, e che continua ad alimentare il fascino del marchio milanese.