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Volkswagen Polo: 50 anni di una piccola grande auto

Non godrà dello status della Golf o del Maggiolino, ma la Volkswagen Polo ha un posto importante nella storia della Casa di Wolfsburg e nel 2025 festeggia 50 anni di onorata carriera, nel corso dei quali ha saputo destreggiarsi in ruoli che vanno da familiare in formato mignon a piccola bomba sportiva, passando per declinazioni fantasiose e allestimenti che hanno anticipato la moda delle mini-Suv.

Come un’Audi. Molti lo hanno dimenticato, ma la prima Polo è in realtà un’Audi, ovvero la 50, presentata pochi mesi prima. Un modello che avrà una vita commerciale molto breve, “uccisa nella culla” proprio dalla Polo, che offriva, sulla stessa meccanica e carrozzeria, finiture più spartane e un prezzo maggiormente vantaggioso. Introdotta a febbraio 1975, in soli tre metri e mezzo, l’utilitaria tedesca ospitava quattro persone e, grazie ai sedili ribaltabili, metteva a disposizione 900 litri di bagagliaio, una caratteristica di versatilità che ha finito per contraddistinguere il modello anche nelle generazioni successive.

Anche familiare o sportiva. Il motore era un quattro cilindri a benzina in posizione trasversale disponibile in tre declinazioni, rispettivamente 895, 1.093 e 1.272 cm3, con potenze da 40 a 60 CV: in quest’ultimo caso si trattava della Polo GT, prodotta in pochi esemplari e, a dispetto del nome, vettura dal temperamento brioso, ma tutt’altro che sportivo. Dopo un leggero restyling nel 1979, che introduce paraurti di plastica (così come la mascherina) e un nuovo cruscotto ispirato a quello della Golf, nel 1981 la Polo di seconda generazione si sdoppia, ovvero alla versione coupé si affianca una variante di carrozzeria che la rende una mini-familiare e le dona un look molto caratteristico. Nel 1987 viene introdotta la G40, in serie limitata (500 esemplari), spinta dalla versione più piccola del compressore volumetrico e capace di sfiorare i 200 km/h. Il restyling del 1990, invece, introduce fari quadrati all’anteriore e di dimensioni maggiori al posteriore, oltre a interni aggiornati. 

Motori per tutti i gusti. La terza generazione, lanciata nel 1994, è completamente nuova, dal telaio alla meccanica (con numerosi elementi ripresi dalla Golf III), e rappresenta un importante salto di maturità: nell’allestimento base c’è ora un nuovo motore da un litro a iniezione e la gamma prevede propulsori da 1.4 litri, sia a 8 sia a 16 valvole, un 1.6 e un 1.9 diesel oltre alla possibilità della carrozzeria a 3 e 5 porte. Curiosa la versione denominata Harlequin, realizzata nel 1995 in poco meno di 4.000 esemplari, con i pannelli di colori diversi, mentre è del 1997 la Variant, ovvero station wagon. La Polo più potente è la GTI, equipaggiata con l’1.6 16 V da 125 CV che supera i 200 e scatta da 0 a 100 km/h in 8,7 secondi, mentre, in occasione del restyling del 1999 che riguarda fari e paraurti, vengono migliorate le dotazioni di sicurezza, con doppio airbag, Abs ed Esp a richiesta.

Look pacifico o aggressivo. I TDI 1.4 e 1.9 entrano stabilmente nella gamma e nel 2002 viene introdotta la quarta generazione del modello che cresce ancora nelle dimensioni – ora sfiora i 3,90 metri – e adotta un look che unisce i due estremi: la grande Passat (luci posteriori) e la piccola Lupo, della quale riprende il design del frontale con i quattro fari circolari. Il look viene stravolto già nel 2005, con gruppi ottici aggressivi che esaltano la GTI da 150 CV e 216 km/h, ma anche la variante Cross, la quale anticipa la moda delle piccole Suv grazie a sospensioni rialzate e protezioni di plastica tipo fuoristrada, anche se la trazione rimane anteriore. L’avventura della Polo continua con altre due generazioni, all’attuale sesta, che andrà avanti ancora alcuni anni, a dimostrazione dell’importanza del modello in una fase di transizione all’elettrico. 

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Categorie: Auto
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