L’attesa è finita, la ventitreesima uscita è in edicola! In questo numero dedichiamo la copertina alla sempiterna Fiat Panda, qui rappresentata da quattro modelli che raccontano alcuni passaggi fondamentali nell’evoluzione di questo modello amatissimo. Tutto qui? Ovviamente no, c’è molto di più, ecco le altre protagoniste!
Ci sono quattro Panda e una ha pure 100 CV. Si, detta così potrebbe sembrare il prologo di una barzelletta ma si sa, non ci piace fare i seriosi su Youngtimer… Panda, dicevamo: nel nostro “Match” ripercorrere le principali tappe evolutive di quest’auto che ha scritto una delle pagine più importanti nella storia Fiat e dell’automobilismo nostrano. In ordine cronologico, ci sono: l’ormai rarissima Panda 30 CL del 1985, la Sisley 2 del 1989 e la 1.100 IE del 2002, tra le ultime appartenenti alla prima generazione. In rappresentanza delle Panda più “moderne” c’è invece la pestifera 100 HP del 2010. Volete sapere com’è andata? Date un’occhiata a pagina 26.
Sotto mentite spoglie. Passiamo alla rubrica “Budget”, dove con un cartellino di 20.000 euro, troviamo la mitica Ford Sierra Cosworth 4×4 Final Edition. L’esemplare presentato a pagina 30 anni è con lo stesso, appassionatissimo, proprietario che l’acquistò nuova nel 1992. La livrea, blu metallizzato con interni in pelle nera, aggiunge un tocco di (malcelato) understatement a un’auto che, alla luce dei suoi 215 CV e con il plus della trazione integrale, è ancora capace di assicurare un grande divertimento al volante. Inoltre, questa Final Edition rientra nel lotto delle sole 200 vetture destinate all’Italia, su un complessivo di 700 unità prodotte in serie limitata. Insomma, una bella rarità.
Specialità bavarese. A prima vista la Alpina B3 3.3 potrebbe quasi sembrare una normale BMW Serie 3 Coupé E46 ma poi, guardando i grandi cerchi multirazza, il discreto splitter anteriore e il bellissimo scarico lucidato, ogni appassionato di auto capisce di avere a che fare con qualcosa di molto interessante.
In questo caso è la maison di Buchloe (in Baviera) ad operare una delle sue magie per rendere ancora più speciale un modello di grande successo. Il sei cilindri in linea dell’Alpina B3, deriva da quello della 328i, erogando ben 280 CV. Rispetto alle BMW “M” qui le performance, elevatissime, non compromettono affatto il comfort. E, la presenza del cambio automatico Switchtronic, in luogo del manuale, ne è una riprova. Anche le finiture interne sono decisamente più lussuose rispetto a quelle, dichiaratamente sportive, di BMW Motorsport. La Alpina B3 3.3 stupisce per l’equilibrio e alla luce della sua rarità (se ne contano appena 200) va sicuramente tenuta d’occhio. Una meraviglia può essere vostra per 12.000 euro ma affrettatevi, le quotazioni sono in crescita!
Supercar. La 550 Maranello è una delle più amate tra le Ferrari “moderne”. La sua linea, firmata Pininfarina, reinterpretava alcuni stilemi delle GT classiche del Cavallino coniugando la meccanica più raffinata disponibile a metà anni 90. Sotto il cofano scalpitano i 485 CV del 5,5 litri V12, unità condivisa con l’elegantissima 456 GT. La velocità massima? 320 km/h. Ma dal generale passiamo al particolare, perché l’auto immortalata sulle pagine della rubrica “Supercar” ha una storia importante: è appartenuta al pilota finlandese Mika Juhani Salo, lo stesso che gareggiò con la Ferrari durante il GP d’Inghilterra del 1999 prendendo il posto di Micheal Schumacher, a casa per un infortunio. Bella storia, eh?
Consigli per gli acquisti. Nel Car Configuarator di Youngtimer n.23 c’è la Jeep Grand Cherokee ZJ: un’auto molto amata, sebbene appartenente ad una categoria spesso demonizzata.
Partendo dalla versione 5.2 V8, ripercorriamo le origini della Grand Cherokee antesignana, 30 anni fa, di una fortunata serie di modelli giunta sino ai giorni nostri. La “ZJ” è stata uno dei primi esempi di SUV come lo intendiamo oggi. Fu un’auto di grande successo e contribuì a sdoganare l’idea dell’auto a guida alta e dalle grandi doti fuoristradistiche, capace di muoversi con una certa disinvoltura anche su strada.
I protagonisti. In questo numero vi presentiamo due imprenditori, diversissimi per età e background ma accomunati da un amore viscerale per il mondo dei motori.
Partiamo con Filippo Bassoli, 47 anni, Presidente di Deus Ex Machina IT e direttore marketing di MV Agusta che, dalla pista di Varano, ci illustra la sua magnifica Lotus Seven e ci racconta di come si sia sviluppata la sua grande passione per tutto ciò che ha un motore e delle ruote.
Giovanissimo anagraficamente ma vintage, fino al midollo, il “nostro” Luca Manzoni è noto sul web per i suoi barn find, qua e là per l’Italia. A questo giro però l’ha combinata grossa: all’ombra dell’Autodromo di Monza, Luca ha inaugurato “Milano 70”. Si tratta di uno spazio espositivo al cui interno c’è anche un club, per immergersi in un mondo incentrato sul modernariato e le auto classiche. Un posto imperdibile (e incredibile) per tutti gli appassionati o per chiunque voglia curiosare tra piccoli e grandi tesori d’antan.
Da Zuffenhausen al Sahara. Non l’avremmo chiamata “Crazy” se, la rubrica dedicata alle realtà e ai progetti più particolari, non raccontasse le storie il genio visionario (e folle) che si cela dietro alcune auto create per gente altrettanto appassionata (e folle).
Questa volta tocca alla Porsche 911 Dakar Classic, allestita su base 964 Carrera 4, con la quale hanno gareggiato Agostino Rizzardi e Alberto Vassallo. Pilota di rally e porschista il primo, fondatore della piattaforma social “Car&Vintage” il secondo, si sono cimentati tra le dune del Tunisia Desert Challenge: una gara in cui si sono classificati undicesimi assoluti, su una vettura preparata ad hoc. La stessa che, dopo gli estenuanti 2.500 km di gara (tenutasi lo scorso novembre), ha partecipato anche alla Dakar Classic con una livrea speciale. Volete sapere com’è andata? Correte in edicola!