Middleburg, Virginia ma alle porte di Washington DC, ormai si è abituata alla 1000 Miglia Warm Up Usa. Del resto con l'edizione 2023 siamo arrivati a quota quattro. E si vede. Perché la corsa più bella del mondo in trasferta è diventata un appuntamento fisso. E non solo nel calendario degli eventi appesi nella bacheca del municipio. Ma anche nelle abitudini della gente. Che archiviate zucche di Halloween e Film Festival, e prima del tacchino di Thanksgiving, sa che è il turno di questa carovana di auto con la freccia rossa. Con quel nome italiano stampato su tutte le bandierine, più facile da sventolare che da pronunciare (visto che la G di 1000 Miglia, all'americano non viene benissimo).
I partecipanti. Alla partenza di quest'anno ci sono un avvocato di Phoenix, Arizona (che alla fine ha vinto la categoria Post 1000 Miglia Era), un'allegra famigliola della zona (papà, mamma e figlio non di primissimo pelo il quale, sorvegliato a vista dal padre, che segue la carovana su una Bentley, scarrozza la mammetta su e giù dalla strade della Virginia), un noto collezionista svizzero, alfista per definizione, che qui gira in incognito su una Lancia Aurelia B20 (di un amico statunitense).
Le auto al via. A dire la verità, visto che gli equipaggi partecipanti sono 24, si potrebbe anche elencarli tutti. Ma forse dice più l'elenco delle auto, che non quello di chi le guida: perché si va da un'Alfa (6C 1750 GS Spider Zagato del 1931, la reginetta di questa edizione) a un'altra Alfa (questa volta una Tonale), passando per un paio di Allard anni 50, una Ferrari 250 GT Berlinetta TDF, una Jaguar MK1 e su su fino a cavallini rampanti più contemporanei (come una F8 Tributo dell'avvocato Paul Cereghini).
In cosa consiste. Ma insomma, cos'è questa freccia rossa da esportazione? Mark Gessler, eminenza mica tanto grigia della versione a stelle strisce della corsa più bella del mondo, è americano: che vuol dire pratico e, soprattutto sintetico. Per questo lo chiedo a lui. Che, a domanda diretta, risponde: "una gara". Chiaro? Mica tanto, lo so. La verità è che bisognerebbe conoscere un po' meglio l'offerta d'Oltreoceano per cogliere al volo quella che non è una sottigliezza. Ma una differenza sostanziale.
Tanti raduni, poche gare. Da questa parte del mondo, infatti, i raduni di classiche non mancano. Le gare sì. Perché anche gli eventi liberamente ispirati alla 1000 Miglia (come il California Mille e tutti quelli che l'hanno imitato nel tempo "senza neanche sapere cosa volesse dire quel Mille", puntualizza Mark) sono sostanzialmente miglia macinate tra un pranzo e una cena. Pietanze insipide, per rimanere a tavola, perché non hanno il pepe della competizione: di regolarità (questa sconosciuta).
Obiettivo: riempire un vuoto. Proprio perché negli Usa la regolarità è totalmente ignorata, chi la vuole praticare deve spedire armi e bagagli (ma soprattutto la macchina), dall'altra parte del mondo. Il Warm Up, nato per riempire questo vuoto, e pensato per essere un invito alla 1000 Miglia che attraversa annualmente lo stivale (per questo in palio ci sono sei accessi), in realtà è diventato una manifestazione a sé stante. Come dimostrano i partecipanti, tra cui molti aficionados, che tornano a Middleburg senza passare dall'Italia.
Tappa alla nostra ambasciata. Poco male, sottolineano gli organizzatori, perché il Warm Up è comunque un’operazione di evangelizzazione (come si direbbe da queste parti), di sensibilizzazione insomma, per esportare la cultura motoristica di cui quell'angolo di Lombardia, è portatore sano. Per ribadire il concetto dell'italianità, se non fosse chiaro abbastanza, il giro prevede anche il passaggio alla nostra ambasciata di Washington, con tanto di medaglia consegnata dall'ambasciatrice in persona.
Poteri terapeutici. Non so tu, ma io ho sempre pensato che la 1000 Miglia potesse avere solo effetti collaterali, tipo picchi glicemici di ottani, tachicardie da fuorigiri, sudorazioni anomale in caso di problemi ai freni. Ma che avesse anche poteri terapeutici, questo non l’avrei mai immaginato. Ecco, in America li ha. E lo testimonia la fila di mogli e compagne che ringraziano quotidianamente gli organizzatori per aver risolto i loro problemi di coppia: "finalmente uno sport che io e mio marito possiamo fare insieme… Altro che il polo. O il golf!".
Mogli agguerrite. I risultati della terapia sono immediati. Lo si è visto il giorno uno, sul pistino di Shenandoah in West Virginia. Dopo la prima lezione di “regolarità”: è lì che ho assistito alla trasformazione delle dolci metà in co-pilot più agguerrite dei driver. Uno di loro, che vuole rimanere anonimo per questioni di quiete familiare, si è lamentato che prima sua moglie in macchina non smetteva mai di dire "stop stop stop". Ma adesso, col "go go go!", la cosa è anche peggiorata.
Paese che vai... Nell'albo d'oro della 1000 Miglia di Middleburg, quest'anno è entrata la coppia Shawn e Leanne Till, sull'Alfa 6C 1750 di cui si diceva prima, seguita a ruota da Axel Marx che, con suo genero Andreas Inderbitzi, si sono aggiudicati anche la coppa della gara cittadina. Che la passione per questo format stia aumentando se ne sono accorti tutti. Per questo, Francesca Parolin, direttrice generale della 1000 Miglia, dice che "siamo quasi pronti per un campionato delle 1000 Miglia". Insomma manca poco perché uno possa correre in Usa, o dove verranno create le altre tappe del circus, e vincere la partecipazione per la gara successiva. Dall'altra parte del mondo. Paese che vai, 1000 Miglia che trovi.