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22/07/2015 | di Redazione Ruoteclassiche
22 luglio 1894, inizia l’epopea dell’automobilismo sportivo
Il giornale parigino Le Petit Journal organizzò un evento per testare l’affidabilità dei nuovi carri senza cavalli. Partiti in ventuno, giunsero a Rouen in diciassette. Vinse il Conte Albert De Dion ma fu retrocesso al secondo posto per non avere con sé un meccanico a bordo. Primo premio alla pari a Peugeot e Panhard & Levassor.
22/07/2015 | di Redazione Ruoteclassiche

Il giornale parigino Le Petit Journal organizzò un evento per testare l’affidabilità dei nuovi carri senza cavalli. Partiti in ventuno, giunsero a Rouen in diciassette. Vinse il Conte Albert De Dion ma fu retrocesso al secondo posto per non avere con sé un meccanico a bordo. Primo premio alla pari a Peugeot e Panhard & Levassor.

Nella seconda metà dell’Ottocento il mondo preparò le basi di una rivoluzione che l’avrebbe cambiato per sempre: negli anni 50 i primi prototipi di motore a scoppio ad opera dei toscani Barsanti e Matteucci; dieci anni dopo la prima “evoluzione” sviluppata da Jean-Jacques Lenoir e Alphonse Beau de Rochas. Poi il contributo del tedesco Nikolaus Otto che lo “preparò per la produzione industriale. Nel 1886 la carrozza a motore di Daimler (considerata la prima vera automobile) e, infine, nel 1892 il motore a gasolio inventato da Rudolph Diesel. Mancava ancora un ultimo, fondamentale, tassello: l’invenzione delle corse!

 L’idea venne al quotidiano parigino Le Petit Journal, famoso per aver “stimolato” altri settori e incoraggiato le vendite di nuovi prodotti con la creazione di una serie di eventi promozionali. Nel tardo ’93 il Direttore di testata, Pierre Giffard, iniziò la campagna promozionale per una nuova iniziativa: una gara per “carrozze senza cavalli” da corrersi sul percorso tra Parigi e la città di Rouen in Normandia: in totale, 127 chilometri.

Al vincitore sarebbe andato il premio di 5.000 Franchi. Ma, cautelativamente, il giornale francese fu chiaro che non si sarebbe trattato di una competizione vera e propria quanto di una concreta occasione per capire se i nuovi veicoli a motore, che iniziavano a diffondersi in tutto il mondo, rappresentassero un valido mezzo di trasporto. Le automobili, infatti, secondo il regolamento, sarebbero state valutate sulla base della “facilità di utilizzo senza pericoli e senza costi elevati”.

102 iscritti, 21 partecipanti

Alla chiusura delle iscrizioni fu chiaro che la Parigi – Rouen sarebbe stata un successo: oltre 100 iscrizioni. In realtà questo numero fu drasticamente ridimensionato. Tolti i veicoli tecnicamente ammissibili (a vapore, a combustibile fossile o elettrici) la gran parte che chiese l’ammissione alla gara presentava sistemi di propulsione molto improbabili. Tra gli iscritti anche un’auto proveniente dall’Italia: costruita a Castelnuovo in Garfagnana dall’imprenditore tessile Giuseppe Carli. Purtroppo non fu pronto in tempo per essere spedito a Parigi.

La mattina di domenica 22 luglio 1894, alla partenza di Porte Maillot si presentarono 21 automobili: tra esse Peugeot, De Dion-Bouton, Le Blant, Le Brun, Vacheron, De Bourmont e Roger. Erano condotte da personaggi oggi considerabili, a vario titolo, i padri dell’automobilismo: il Conte Albert de Dion, Paul Panhard ed Emile Levassor con la loro Panhard & Levassor, il pilota Albert Lemaitre e Auguste Doriot uno dei più insigni esponenti delle vicende della Peugeot. Tra gli osservatori “speciali” dell’evento c’era anche Gottlieb Daimler, fornitore di motori per molte delle Case partecipanti. Tra i contendenti anche un veicolo da lavoro guidato da un certo Mr. Scotte (8 posti, 4 tonnellate) e un triciclo con motore a vapore.

Alle 8 la prima vettura prese il via dalla capitale, seguita dai concorrenti a intervalli di 30 secondi. Alle 8:40 il primo ritiro della storia automobilistica: una Serpollet con motore a vapore fu costretta a fermarsi a causa della rottura di un asse. Verso mezzogiorno, nel sobborgo di Mantes, i partecipanti si fermarono per una meritata pausa pranzo e dopo circa un’ora e mezza di riposo le ostilità ripresero sul percorso verso Rouen a velocità medie di circa 16 km/h.

Non mancarono i colpi di scena: 7 cani investiti, un ciclista ferito, il veicolo di Mr. Scotte esploso, una serie infinita di forature e di smarrimenti del percorso (tra quelli che sbagliarono strada lo stesso Conte de Dion che, per errore, prese con il suo trattore una ripida salita e in discesa finì in un campo di patate; riuscì, per sua fortuna, a rimettersi in gara).

Alle prime luci della sera diciassette vetture si presentarono, con distacchi più o meno ampi, al traguardo in Champs de Mars a Rouen. Nonostante l’incidente, il Conte de Dion arrivò prima di tutti in 6 ore e 48 minuti, alla media di circa 19 km/h. Cinque minuti dopo giunse Albert Lemaitre con la Peugeot e, in successione, Auguste Doriot (Peugeot) e la coppia Paul Panhard / Emile Levassor.

L’indomani la cerimonia ufficiale chiuse questo fondamentale evento con la consegna dei riconoscimenti. Il primo premio fu suddiviso ex-aequo tra le Peugeot e Panhard & Levassor. Il trattore De Dion Bouton del Conte de Dion, tecnicamente vincitore, fu retrocesso al secondo posto perché a bordo non aveva con sé un fuochista come da regolamento. Al terzo posto Maurice Le Blant con una carrozza a vapore Serpollet a 9 posti. Premio speciale, infine, al sig. Daimler per aver “trasformato il petrolio e la benzina in una soluzione di utilizzo pratico”.

Alvise-Marco Seno

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