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17/01/2003 | di Redazione Ruoteclassiche
24 CILINDRI DA RECORD
Unire due propulsori per raddoppiare la potenza e stabilire il primato di velocità per idrovolanti. Già nel ’27 la Casa torinese aveva affiancato due “sei cilindri” sulla “806”, la sua ultima vettura da Grand Prix. Nel 1934, sul lago di Garda, il Macchi Castoldi “72” azionato col formidabile motore riesce nell’impresa.È nei primi anni 30 che, […]
17/01/2003 | di Redazione Ruoteclassiche

Unire due propulsori per raddoppiare la potenza e stabilire il primato di velocità per idrovolanti. Già nel '27 la Casa torinese aveva affiancato due "sei cilindri" sulla "806", la sua ultima vettura da Grand Prix.Nel 1934, sul lago di Garda, il Macchi Castoldi "72" azionato col formidabile motore riesce nell'impresa.

È nei primi anni 30 che, nelle competizioni di velocità terrestri e aeree, si scatena la corsa alle potenza e alle alte prestazioni, anche a scapito della maneggevolezza e dell'affidabilità complessiva. Oltre che sulla sovralimentazione, si punta sull'aumento della cilindrata, ricorrendo anche alla scelta, un po' semplicistica ma efficace, di abbinare due motori già ben collaudati: una sorta di scorciatoia che produce veicoli bizzosi, difficili da mettere a punto e da guidare.

Questa scelta viene tentata, senza risultati sportivi di rilievo, da molti costruttori: Fiat, Maserati, Bugatti, Alfa Romeo. Ma, in fatto di motori abbinati, nulla può competere con la potenza ottenuta in campo aeronautico. Nacque in quegli anni il motore italiano "sovrano assoluto" della categoria: si tratta del Fiat "AS 6" con il quale, nel 1931, venne equipaggiato l'idrovolante da corsa Macchi Castoldi "72" per infrangere l'egemonia inglese nella Coppa Schneider, ambito trofeo di velocità per idrovolanti.

Questo aereo consentirà a Francesco Agello di conquistare per ben due volte il record mondiale di velocità assoluta per aeroplani, nel '33 con 682 km/h e nel '34 con 709,2 km/h. Il motore "AS 6" è uno scultoreo blocco metallico di straordinaria lunghezza, con gli organi accessori (magneti, carburatori, ventola del compressore, attacchi delle eliche) concentrati alle due estremità.

Con 24 cilindri, 50.200 cm³, oltre 3000 CV, quasi 4 metri di lunghezza e 930 kg di peso, questo motore fu progettato nel 1931 dall'ingegner Tranquillo Zerbi, che accoppiò due unità dell'"A S 5" a 12 cilindri a V di 60° raffreddato a liquido.

Il motore viene fissato al telaio in tubi di acciaio che costituisce la struttura portante dell'MC "72", progettato ad hoc dall'ingegner Castoldi dell'Aeronautica Macchi di Varese. Il velivolo manifesta però vari problemi e nei voli di collaudo perdono la vita i piloti Monti e Bellini. Ci vogliono due anni per mettere a punto il bizzoso velivolo e per ottenerne i risultati sperati.

Motore 24 cilindri a V di 60° (due blocchi di 12 cilindri) - Cilindrata totale 50.200 cm³ - Cilindrata unitaria 2100 cm³ - Alesaggio 138 mm - Corsa 140 mm - Potenza massima 3000 CV a 3300 giri/min - Potenza specifica 59,7 CV/litro - Rapporto di compressione 7:1 - Distribuzione a 4 valvole per cilindro con alberi a camme in testa - Alimentazione a carburatori e compressore centrifugo - Raffreddamento a liquido - Accensione a magneti con due candele per cilindro.
Trasmissione Due alberi coassiali con presa di forza al centro (rapporto 0,606).
Peso a secco 930 kg - Rapporto peso/potenza 0,31 kg/CV.

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