Primo settembre 1985, 1.000 Km di Spa-Francorchamps, Belgio. Terza ora di gara: sono in lotta per la testa della corsa, Jacky Ickx (Porsche 962 C, in coppia con Jochen Mass) e l'astro nascente Stefan Bellof (Porsche 956, in coppia con Thierry Boutsen). Dopo la discesa dei box, Bellof cerca di attaccare Ickx all'inizio del Raidillon, un passaggio impossibile. I due prototipi si toccano e schizzano fuori pista sulla sinistra. Quello di Stefan ha la peggio, nell'impatto quasi frontale con i guardrail: troppo gravi le ferite riportate dal pilota tedesco, classe 1957. Scompare così, uno dei talenti più cristallini degli ultimi decenni, che si era messo in luce nelle stagioni 1983 e 1984, la stessa in cui, in F.1, aveva fatto meraviglie un altro pilota giovanissimo: Ayrton Senna.
Origini dell'Assia
Stefan Bellof ha avuto una carriera breve,ma ha lasciato segni indelebili tra gli appassionati - per esempio, al GP di Monaco 1984, in cui parte in fondo allo schieramento e arriva terzo, anche se poi la Tyrrell verrà squalificata, e il record incredibile al vecchio Nürburgring, in 6'11"13, su Porsche -, anche in chi non lo ha mai visto correre. Perché gli appassionati lo fanno rientrare, a ragione, nel club esclusivo dei talenti più puri.
Inizia dal karting
Nato a Gießen, nell'Assia, il 20 novembre 1957, dal 1973 Stefan, insieme al fratello Georg, corre nel karting club di Oppenrod, vicino a casa. Stefan mostra fin da subito un talento davvero speciale: è ufficialmente impegnato in tutte le discipline giovanili e si comporta in modo eccellente. Solo nel suo secondo anno, vince 7 gare. A volte parte deliberatamente ultimo per puro divertimento e riesce a vincere lo stesso. Nel 1980, due anni dopo il fratello maggiore, Stefan diventa campione tedesco di karting: un coronamento del suo inizio di carriera con i piccoli mezzi velocissimi e l'inizio del suo entusiasmante viaggio nel motorsport.
Guida spettacolosa
Affronta la sua prima stagione completa in monoposto (F.Ford) nel 1980 e conquista il campionato con otto vittorie in dieci gare. Parallelamente partecipa al Campionato tedesco di F.3, debuttando per il team di Bertram Schäfer a Wunstorf. Nonostante avesse saltato le prime due gare della stagione, Bellof si ritrova in testa al campionato con sette punti di vantaggio all'ultimo round al Nürburgring, avendo ottenuto un piazzamento nei primi quattro in ognuna delle sue prime otto gare. Tuttavia, la fortuna gli gira le spalle e il tedesco conclude la gara al tredicesimo posto, mentre i rivali per il titolo - Frank Jelinski e Franz Konrad - chiudono rispettivamente al primo eè secondo posto, scavalcando Stefan. Dopo un test in F.2, riesce a far colpo su Willy Maurer - che lo aiuterà a trovare il budget e diventerà suo manager -, e ottiene un sedile per il 1982. Sotto una pioggia battente a Silverstone riesce a sbaragliare la concorrenza, grazie a un ritmo forsennato, vincendo la gara al debutto nella categoria.
Vola sul vecchio "Ring" con la 956
Proprio durante il 1982, a Stefan Bellof viene offerta l’opportunità di correre la 1.000 Km di Spa-Francorchamps, valida per il Mondiale Endurance, condividendo una Kremer CK5 con Rolf Stommelen. Una gara terminata al 51° passaggio a causa di un problema tecnico. Quell’amore per le ruote coperte, comunque, è destinata a essere ricambiata. Nel 1983, grazie al sostegno della Rothmans, si unisce alla Porsche per il Mondiale di durata insieme a Derek Bell, alla guida della Porsche 956. Il duo si impone alla prima gara – la 1.000 Km di Silverstone –, ma è alla 1.000 Km del Nürburgring in cui Bellof riscrive diversi record del Nordschleife, entrando nella leggenda. Quella gara finisce però male per Stefan, che esce di scena al ventesimo giro. In quella stagione riesce comunque a tagliare per primo il traguardo anche a Kyalami e al Fuji, chiudendo la stagione al quarto posto. È il 1984 l’anno buono per il tedesco: la Porsche si impone in tutte le gare - eccetto una - della stagione e mette in bacheca sia il titolo costruttori sia quello piloti. Molti gli incidenti in cui rimane coinvolto, dai quali il pilota esce praticamente incolume.
Meteora in F.1
Bellof ha anche l'occasione di effettuare alcuni test in F.1 con la McLaren, ma per questioni di sponsor viene dirottato alla meno competitiva Tyrrell. Così, mentre fa incetti di successi nel Mondiale Endurance con la Porsche, il tedesco corre nel circus iridato con una monoposto priva di turbo, conquistando un paio di piazzamenti. Già quei risultati suonavano come mezzi miracoli, ma è a Monaco 1984 che Bellof mostra tutto il suo potenziale. Dopo essersi qualificato ventesimo e ultimo, sotto la pioggia battente di Monte Carlo rimonta in un solo giro fino alla tredicesima posizione, per poi sorpassare diversi piloti e conclude al terzo posto. Al 31° passaggio, prima di aver completato metà gara, il direttore di gara (Jacky Ickx...) decide di fermare i giochi e assegnare metà punteggio. Se guardiamo le statistiche, però, Bellof risulta escluso da tutte le gare cui ha preso parte in quella stagione, causasqualifica della Tyrrell per ragioni tecniche. Nonostante il talento, la carriera di Bellof in F.1 dura solo sino alla fine del 1985 (16° in classifica, con 4 punti), quando il tedesco decide di concentrarsi sulle ruote coperte.
Epilogo a Spa
Per il 1985, Stefan corre il Mondiale Endurance con la Porsche 956B gestita dal team Brun. Nel settembre di quell'anno, scende in pista per la 1.000 Km di Spa-Francorchamps. Durante un tentativo di sorpasso, come detto, l'incidente con la Porsche 962C ufficiale, guidata da Ickx, che resta illeso. Bellof riporta invece gravissime lesioni al torace, alla spina dorsale e alle gambe. Inutili i soccorsi: la luminosa stella tedesca si spegne nel tragitto verso l'ospedale di Stavelot.