Non ci poteva essere anniversario più preciso di così: la data infatti è la stessa, 7 settembre. Sono passati infatti esattamente 50 anni da quella domenica del 1975 in cui, al volante della sua Ferrari 312 T, Niki Lauda ottenne il terzo posto a Monza in occasione della 46esima edizione del Gran Premio d’Italia, conquistando il titolo mondiale Piloti.
Trionfo totale
La festa fu incredibile, perché a trionfare in gara fu l’altro ferrarista Clay Regazzoni: così, in un sol colpo il Cavallino Rampante interrompeva un digiuno lungo 11 anni, che durava dai tempi di John Surtees, ottenendo contemporaneamente il titolo Piloti e quello Costruttori. Si sarebbe aperto un triennio d’oro per la Ferrari, capace di inanellarne tre consecutivi, tolta la parentesi del 1976 con il tragico incidente di Lauda al Ring e la famosa rinuncia del Fuji che impedì la tripletta anche all’austriaco nel Piloti. Insomma, 50 anni fa il pubblico in tripudio all’autodromo brianzolo fu testimone di una giornata memorabile, che ha lasciato in molti un ricordo indelebile.
Con l’aiuto del sole
Già le qualifiche avevano fatto brillare gli occhi dei tifosi, con Lauda che otteneva l’ottava pole position stagionale e Clay Regazzoni al secondo posto, staccato di mezzo secondo. Un violento acquazzone aveva però fatto temere un pericoloso rimescolamento delle carte – nella gara precedente in Austria, Lauda, pur partendo dalla pole, scivolò, in condizioni di pista bagnata, fino alla sesta posizione -, mettendo in apprensione il team Ferrari. Un provvidenziale sole asciugò rapidamente la pista a mezz’ora dal via, permettendo alla Scuderia di Maranello di scatenare tutto il potenziale delle due 312 T, fino al trionfale epilogo nella gara di casa, davanti al proprio pubblico.
La 312 T su Ruoteclassiche di settembre
Una giornata epocale, un pilota che è rimasto sempre nel cuore dei tifosi Ferrari e una monoposto vincente, la 312 T, appunto, della quale parliamo in maniera approfondita, insieme alle altre due italiane iridate del 1975 (Alfa Romeo 33 TT 12 e Lancia Stratos HF e ) sul numero di settembre di Ruoteclassiche, appena uscito in edicola.