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70 anni fa la prima auto Saab

Due date e 10 modelli per ricordare la storia della Saab, il marchio svedese nato da un’azienda aeronautica. Il 10 giugno del 1947 fu presentato alla stampa il primo prototipo Ursaab, che arrivò finalmente nelle concessionarie 70 anni fa, nei primi mesi del 1950.

A sette anni dalla sua triste fine, Saab resta il terzo marchio svedese di quattro lettere più noto al mondo dopo Abba e Ikea. Fondata nel 1945, la Saab Automobile AB rivela nella sigla di Svenska Aeroplan AktieBolaget le sue origini aeronautiche. La riconversione produttiva puntò sulle auto con il progetto “X9248” del 1945. Il 10 giugno di due anni dopo, il primo di quattro prototipi con il marchio Saab fu presentato alla stampa. Bisognerà attendere ancora un paio d’anni per la produzione nello stabilimento di Trollhättan e, finalmente, per l’arrivo della prima Saab nelle concessionarie all’inizio del 1950 con la sigla 92. Nei suoi quasi 70 anni di attività, la Saab non ha mai tradito il suo feeling aerospaziale presentando berline originali, a volte divertenti grazie a soluzioni tecniche poco praticate ai loro tempi. Ecco quali sono le dieci Saab classiche più emblematiche.

Ursaab. Della “Saab originale” furono realizzati quattro prototipi, numerati da 92001 a 92004. Già da questi si può intravedere la traccia che seguiranno i modelli dei decenni successivi. La Ursaab fu realizzata da un gruppo di 16 progettisti aeronautici guidati dall’ingegnere Gunnar Ljungström e dal designer Sixten Sason. Aveva la forma di berlina compatta a trazione anteriore con i fianchi bombati, il frontale antropico e un marcato accento aerodinamico. Quasi una… goccia d’acqua con la prima Saab di serie. L’unico esemplare è conservato nel Museo dell’Automobile Saab, che appartiene alla municipalità di Trollhättan.

Saab 92 Sembra uscita dalla matita di Walt Disney, eppure la 92 ha avuto l’enorme merito di rompere – non solo metaforicamente – il ghiaccio. Fu disegnata da Sason con la mente all’aria: il CX era di appena 0,30. Montava un motore bicilindrico trasversale DKW due tempi raffreddato ad acqua. Il cambio era a tre marce, con la prima non sincronizzata. I 25 cavalli spingevano la 92 a oltre 100 kmh. Nel solo 1950 ne furono costruite 1.426, tutte verdi. La produzione raggiunse le 9.000 unità in quattro anni, ma l’offerta non riuscì a soddisfare la lista di attesa stimata fra le 15.000 e le 35.000 prenotazioni!

Saab 93. Il restyling della 92B confermò l’adozione del nuovo motore 3 cilindri 2 tempi da 748 cc e 33 cavalli, presentato nel ’53 dalla DKW. La Saab 93 fu presentata il primo dicembre del 1955 con il propulsore più compatto e potente rispetto alla 92. Anche se il design del parabrezza era a due vetri, le novità erano significative: nuovo cambio sincronizzato a tre marce, impianto elettrico da 12V, molle elicoidali al posto delle barre di torsione. La 93 fu la prima Saab a essere esportata negli USA: anche per questo offriva le cinture di sicurezza in optional e la frizione Fitchel & Sachs Saxomat, che permetteva di salire dalla seconda alla terza senza premere il pedale.

Saab GT750 Il primo, ambizioso salto di qualità arrivò in coincidenza del New York Automobile Show dell’aprile 1958. Saab lo scelse per svelare la Gran Turismo 750. Si trattava del primo modello sportivo di lusso pensato per il mercato americano, ma ispirato alla Jaguar MK1. Che fosse una 2+2 era evidente dall’esiguità dei sedili posteriori, mentre gli anteriori erano regolabili in ben 14 posizioni! Il motore a doppio carburatore sviluppava 50 cv, ma nella versione GT750 Super la potenza saliva a 55. Il contrappasso stava nell’assenza di coppia ai bassi e nel range ottimale da 3.500 a 5.000 giri, difficile da gestire con il solito cambio a 3 marce.

Saab 96 La 96 aprì gli anni Sessanta e un periodo di grande prosperità per la Saab, ora conosciutoa e moderatamente diffusa anche sui mercati più prossimi dove la piccola berlina fu accolta con curiosità. Il motore 2 tempi era salito a 850 cc e presentava peculiarità poco diffuse, come il radiatore montato dietro il motore, la frizione semiautomatica. Il peso leggero e la popolarità della disciplina resero la 96 una bestiolina da rally popolare nei Paesi scandinavi. Nel ’67 la 96 fu aggiornata con motore V4 di derivazione Ford da 1.5 litri e freni a disco. Attraversando vari restyling, restò in produzione per il mercato svedese fino al 1980!

Sonett III. Un’eccezione, in una storia lineare fatta di continui affinamenti. La Sonett prima serie era basata sulla 96 e indirizzata ai giovani americani, con la sua carrozzeria in vetroresina dal design vagamente TVR. Piccola e agile, diventò una scelta popolare nel campionato SCCA. Il V4 della Ford Taunus sostituì il vecchio 3 cilindri 2 tempi 850 nel 1967. Quindi, tre anni dopo il restyling di Sergio Coggiola le diede più identità e il nome Sonett III. La sua diffusione negli Stati Uniti la rende molto rara da noi. E segnò anche la sua condanna: incapace di adattarsi alle norme antinquinamento federali più restrittive, fu dismessa nel 1974.

Saab 99 Turbo. Se la Ursaab dettò le linee stilistiche della Saab fin dall’inizio, la 99 ha fatto lo stesso introducendo il turbo nel 1978, cioè 11 anni dopo la sua presentazione. Fu una delle prime berline di serie sovralimentate: il motore 2 litri sprigionava 145 cv e – oltre a diventare un riferimento nei rally – costruì la fama di potenza e affidabilità del binomio Saab Turbo.

Saab 900. Non c’è niente da fare: per il grande pubblico, Saab è sinonimo di 900. Altro che restyling della 99: la nuova hatchback aveva la grinta di un caccia supersonico e ha attraversato a razzo gli anni Ottanta diventandone un’icona. Bella in versione 3 o 5 porte, spettacolare la cabrio. Se il 4 cilindri 2.0 aspirato a carburatore o iniezione era la moglie, la versione Turbo da 145 cv era l’amante. Che si scatenava con lo “Sports Package” del modello SPG, 162 cavalli da gestire attraverso il cambio manuale a 5 marce preciso e appositamente spaziato. La 900 fu così azzeccata da essere prodotta in circa un milione di esemplari dal 1978 al ’93.

Saab 9000. Negli anni Ottanta il marchio svedese registrò una crescita notevole nel ricco mercato americano, da anni quello di riferimento al di fuori della Svezia. Così nel 1984 la Saab lanciò la nuova imponente berlina 9000, disegnata da Giorgetto Giugiaro. Era il frutto di una joint venture con il Gruppo Fiat che aveva dato vita alla piattaforma Type 4, comprendente le berline italiane Croma, Lancia Thema e Alfa Romeo 164. Il motore trasversale con trazione anteriore la rese una saloon più spaziosa della 900 a parità di lunghezza. Nella versione Aero del 1993, diventò la più potente Saab mai prodotta grazie al motore Turbo 2.3 litri da 225 cv.

Saab 9-3 Viggen. Con la piattaforma Type 4 e la successiva acquisizione da parte della General Motors nel 1990, ormai l’originalità delle Saab era messa a dura prova dalla crescente razionalizzazione. Il canto del cigno fu intonato nel 1998 con la 9-3, praticamente un restyling della nuova 900 del quadriennio 1994-97. Gli appassionati del marchio la bollarono di travestitismo. La versione più interessante fu battezzata Viggen (fulmine in svedese), come uno dei caccia da combattimento Saab. Il motore Turbo 2.3 litri in configurazione Aero e una serie di aggiornamenti  nelle sospensioni e nell’handling la rendevano parecchio divertente da guidare e, oggi, una youngtimer da collezionare. Anche in considerazione dei soli 4.600 esemplari costruiti.

 

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