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26/02/2010 | di Redazione Ruoteclassiche
SAAB SI RIFUGIA IN CASA SPYKER
La Saab è salva. Dopo un lungo tira e molla con i vertici della General Motors, la Casa svedese, famosa anche per la sua produzione aeronautica, si accasa con gli olandesi della Spyker. Si chiude così la lunga trattativa culminata con la messa in liquidazione del marchio e che aveva chiamato in campo, oltre alla […]
26/02/2010 | di Redazione Ruoteclassiche

La Saab è salva. Dopo un lungo tira e molla con i vertici della General Motors, la Casa svedese, famosa anche per la sua produzione aeronautica, si accasa con gli olandesi della Spyker. Si chiude così la lunga trattativa culminata con la messa in liquidazione del marchio e che aveva chiamato in campo, oltre alla Spyker, anche una cordata guidata dal patron della F.1 Bernie Ecclestone.

I termini dell'operazione prevedono un pagamento di 74 milioni di dollari; altri 326 milioni verranno invece compensati con una partecipazione azionaria nella nuova società che si chiamerà Saab Spyker Automobiles. È stata così scongiurata la chiusura dell'azienda e la conseguente perdita di 8000 posti di lavoro tra personale dipendente e indotto (si veda, per la storia di Saab, Ruoteclassiche di febbraio); cosa che era invece accaduta di recente in GM con i marchi Pontiac e Saturn.

"È una grande notizia per tutti" ha commentato John Smith, top manager di General Motors. "Siamo riusciti insieme a Spyker e al Governo svedese a trovare un accordo che assicuri un futuro sostenibile a Saab, un marchio unico e storico". La Spyker è sconosciuta al grande pubblico, nonostante l'azienda olandese sia nata addirittura più di un secolo fa, nel 1899 (in origine la ragione sociale era Spijker).

La sua prima automobile è del 1900, simile alle De Dion Bouton, con motore anteriore, cambio a due velocità e trasmissione cardanica. Pochissimi sanno che fu la prima Casa al mondo a realizzare un motore a 6 cilindri abbinato alla trazione sulle quattro ruote (sulla "60 HP Grand Prix Racer" del 1903). Cessata l'attività nel 1925, riprende a produrre negli anni Duemila, quando un gruppo di imprenditori olandesi decide di dare una seconda chance al marchio, concentrandosi sulla costruzione di vetture sportive a tiratura limitata.

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