La BMW Z1 è il primo e spettacolare modello della serie “Z”, la lettera distintiva delle roadster bavaresi. Prodotta in tiratura limitata dal 1989 al 1991 si distingueva nel panorama automobilistico per le porte a a scomparsa che scendevano nei brancardi e i pannelli della carrozzeria in materiale plastico. Questo modello introduceva anche la sofisticata sospensione posteriore “Z link”, antesignana dello schema multilink.
La scelta di anteporre la lettera Z al numero 1 è da ricercare nel termine “zukunft” che in tedesco vuol dire futuro. Nel 1985 BMW aveva creato un’apposita divisione, la BMW Technik delegata proprio allo sviluppo di concetti e tecnologie avanzate. A capo di questo reparto Ulrich Bez che supervisionò il progetto per la Z1 fino al 1988, quando l’incarico venne preso da Klaus Faust. Il responsabile del progetto era invece Harm Lagaay. Il primo prototipo stradale venne approntato nel 1986, si pensò di affiancare anche un modello coupé, ma dopo gli studi iniziali non venne messo in produzione. Al Salone di Francoforte del 1987 la BMW Z1 debuttò nella sua veste definitiva, entrando in produzione un anno dopo: la complessa messa a punto fece slittare la commercializzazione all'ottobre 1988. Anche il prezzo di mercato stimato in 80.000 Marchi salì a 83.000 Marchi per far fronte al prolungarsi dei tempi di sviluppo.
Inedita. L’unicità della BMW Z1 stava nelle sue porte con apertura a scomparsa con scorrimento verticale, a scomparsa: una soluzione simile a quella della Kaiser Darrin del 1954, ma in quel caso le porte scorrevano in avanti e non verso il basso. Le soglie di accesso molto alte limitavano l’accessibilità ma, offrivano una maggior protezione antiurto indipendentemente dalla posizione delle portiere: la Z1 poteva essere guidata anche con le porte abbassate. I finestrini si ritraevano automaticamente nel momento in cui le porte discendevano nel loro alloggiamento. Sia le porte che i vetri erano azionati da servomotori elettrici e cinghie di gomma dentate azionabili manualmente in caso di emergenza.
Cambia pelle. Oltre a questa peculiarità, la carrozzeria della Z1 presentava altre innovazioni tecnologiche legate ai materiali: le “pelli” erano composta da pannelli in plastica rimovibili, così come il sottoscocca che era carenato. I pannelli della carrozzeria erano in Xenoy, un materiale termoplastico, mentre i cofani e la copertura del tetto venivano realizzati PRFV. L'auto era poi verniciata con una speciale finitura laccata flessibile sviluppata congiuntamente da AKZO Coatings e BMW Technik GmbH. Per il lancio delle Z1, BMW suggerì ai proprietari di acquistare un ulteriore set di pannelli di carrozzeria e di cambiare il colore della vettura di tanto in tanto. L'auto poteva essere guidata (idealmente) anche senza pannelli: un’operazione relativamente facile secondo BMW che dichiarava un tempo di 40 minuti per la loro sostituzione. Diversi proprietari della Z1 sostengono invece che questo dato sia molto ottimistico…
Effetto suolo. L'aerodinamica è stata tra i concetti cardine nella progettazione del veicolo. L'estremità anteriore induceva una zona ad alta pressione davanti alle ruote anteriori che ne aumentava l’aderenza al suolo. Il fondo piatto in plastica garantiva l’effetto suolo, invece il paraurti posteriore e la marmitta aerodinamicamente sagomata componevano un diffusore che riduceva la portanza posteriore. Con questi accorgimenti la Z1 raggiungeva un coefficiente di resistenza aerodinamica pari a 0,36, un risultato notevolissimo per una decapottabile dell’epoca.
La tecnica. La configurazione meccanica della BMW Z1 riprendeva quella della 325i E30, spinta dal classico sei cilindri in linea da 2,5 litri (M20); il cambio era un manuale 5 marce prodotto dalla Getrag. Il propulsore erogava una potenza di 170 CV a 5.800 giri/min e 222 Nm di coppia massima. La Z1 era caratterizzata da un cofano motore lungo e spiovente e per far fronte alla linea bassa di quest’ultimo, il motore venne inclinato di 20 gradi a destra. Anche le sospensioni anteriori vennero riprese dalla BMW 325i, mentre le ruote, simili per il diametro di 15 pollici erano equipaggiate con pneumatici 205/55VR-15. La novità principale stava nella sospensione posteriore, chiamata “Z Axle”, appositamente progettata per la Z1, una delle prime BMW a presentare lo schema multilink, adottato da molti altri modelli a partire dagli anni '90.
Rarità. La BMW Z1 non prevedeva il climatizzatore: la plancia era molto compatta quindi ospitava solo i comandi per riscaldamento e ventilazione. Nonostante un prezzo di listino elevato e un comfort limitato, il modello destò curiosità e inizialmente la domanda era molto forte: BMW ricevette circa 3500 ordini prima della commercializzazione. Prodotta fino al giugno 1991, della BMW Z1 vennero realizzate esattamente 8.000 vetture: gran parte vendute sul mercato tedesco, seguite dall’Italia, ma considerando l’esigua produzione, le vendite nel nostro Paese hanno influirono per meno del 7% sul totale prodotto. Tutto ciò rende oggi la BMW Z1 un’auto tanto affascinante quanto rara. Se ne avete una in garage, tenetevela stretta: quotazioni in crescita!