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08/02/2021 | di Redazione Ruoteclassiche
La Renault Twingo e la pubblicità venuta dal passato
Renault Twingo: torna sul piccolo schermo la pubblicità dalle immagini stilizzate a mo' di fumetto, ispirate allo spot di presentazione. Ecco l'idea ed alcuni retroscena che forse non conoscete.
08/02/2021 | di Redazione Ruoteclassiche

24 marzo 1993: a sorpresa sugli schermi televisivi francesi appare, qualche giorno prima che in Italia, un curioso cartone animato su fondo bianco. Una sorta di fagottino bombato su quattro minuscole ruote guizza, tutto colorato, in un panorama urbano ridotto a cubetti grigi, sulle garrule note di un motivetto perfetto da fischiettare, con due fari che sembrano occhioni e una piccola losanga Renault al posto del naso.

Il tono è freschissimo, leggero, un inno al buonumore che accende il sorriso fra un telegiornale e l'altro. E se fra le righe non ammiccassero diversi riferimenti all'automobile, le immagini stilizzate e “ballonzolanti” lascerebbero pensare al trailer di un programma per bambini. Invece è l'occasione perché un'inedita citycar, dopo il debutto al Salone di Parigi nel settembre 1992 e subito prima dell'ingresso in concessionaria, s'introduca nelle case dei clienti in tutta la sua dirompente originalità: senza farsi vedere.

Pubblicità d’avanguardia. Non si tratta certo del primo esempio di pubblicità in cui non compare il prodotto (nel 1961, addirittura, Piaggio s'inventò una coppia sospesa nel nulla con la scritta “Alla loro felicità manca solo la Vespa”). Ma puntare così sfacciatamente sul disegno, all'opposto dei mega-filmati istituzionali con panorami da highway americana, sorprende tutti: «Renault ha avuto fegato» confesserà in un'intervista del 2015 l'illustratore Philippe Petit-Roulet, che ventidue anni prima si era visto affidare il lavoro dal direttore artistico della storica agenzia Publicis, Jean-Michel Vigier, con le parole «Adesso sarai sotto i riflettori, fai ristampare i tuoi libri».
Per la cronaca, a Boulogne-Billancourt esisteva un non proprio trascurabile precedente datato 1972, quando la cruciale R5 era stata trasformata nell'eroina di un fumetto e ribattezzata Supercar (niente equivoci, il telefilm con David Hasselhoff e la sua TransAm modificata sarebbe arrivato solo dieci anni dopo).

Renault, auto da vivere. Con la nuova nata, però, si poneva un'altra questione: il timore di rendere troppo poco serio un oggetto già di per sé molto giocoso, che all'inizio scacciò veementemente il concetto di cartone animato dalla testa dei creativi. Poi non emersero alternative e, anche grazie al riuscitissimo slogan “Inventatevi come viverla”, i disegni funzionarono talmente bene da caratterizzare tutti i passaggi promozionali fino al 1997. E pensare che oggi, nel 2021, la Twingo è addirittura destinata a sparire dai listini sotto l'insostenibile pressione dell'elettrico! (per chi volesse approfondire c'è anche questo link)

Il remake di Hush little baby. Nel frattempo, in un'epoca in cui il vintage fiorisce ovunque, non ci si poteva certo far mancare una gioiosa operazione nostalgia. Ecco perché dal 19 gennaio i televisori degli italiani hanno di nuovo canticchiato l'inconfondibile “Hush little baby” di Bobby McFerrin reinterpretata dal violoncellista Yo-Yo Ma, proprio come nel lontano marzo del 1993, con l'effetto di distogliere immediatamente dallo smartphone chiunque fosse rimasto ipnotizzato da quelle note quasi trent'anni fa. Adesso è tempo di presentare la pulitissima Twingo Electric, si gioca sull'agilità del minimo raggio di sterzata e le immagini, ancora disegnate da Petit-Roulet ma in collaborazione con lo studio di animazione Troublemakers e i registi Luca&Sinem, si fanno in linea con l'estetica odierna e richiamano vagamente il 3D. Però lo spirito (insieme all'agenzia pubblicitaria) resta immutato. Perfino un po' troppo per un'auto che, nonostante la bontà del progetto, non riesce certo a eguagliare la carica innovativa della progenitrice.

A volte ritornano. Per non lasciare nulla d'intentato, infine, Renault ha riproposto anche un altro conosciutissimo filone promozionale degli anni Novanta, quello delle “Auto da vivere” (a sua volta accompagnato dalla famosa “Johnny and Mary” di Robert Palmer, ora riarrangiata da Start-Rec). Saranno gli effetti del revival tanto desiderato da Luca De Meo, dello stesso afflato di riscoperta del passato che ha condotto al prototipo della R5 a emissioni zero? Forse. Anzi, chissà se per quest'ultimo non sarà ripreso, al lancio, il tema del 1972... Speriamo solo che il prezzo non si riveli da Supercar.

Testo di Silvio Jr. Suppa

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