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23/03/2021 | di Paolo Sormani
La Amphicar è la più fuoristrada di tutte
Nata per dare spettacolo, la Amphicar è uno dei più curiosi esperimenti nel mondo dell'automobile: una spider anfibia, metà strada tra barca e autovettura
23/03/2021 | di Paolo Sormani

Nel verso senso del termine, perché è nata anfibia: era l’auto più rapida in acqua e la barca più veloce su strada. Fu costruita negli spensierati anni Sessanta in Germania e venduta soprattutto negli States. Qualcuna gira, pardon naviga anche sui nostri laghi.

Il ritorno della bella stagione e, auspicabilmente, la riapertura agli spazi comuni sta affilando i desideri di molti amanti delle classiche. Sono in tanti a meditare vendetta, tremenda vendetta spirituale sulla reclusione degli ultimi mesi cercando un’auto da spazi aperti. Se non per un’avventura, almeno per un fine settimana da trascorrere fuori ordinanza. Se siete fra questi, bene, Ruoteclassiche ha la “dritta” giusta per voi. Tutti puntano sulle 4x4, con l’inevitabile destino di ritrovarsi in un prato qualsiasi trasformato in raduno a trazione integrale? Bene, voi solcherete rotte inedite con la Amphicar, l’auto anfibia costruita in serie di maggior successo nella storia. Altro che Riva Aquarama: stupirete amici, parenti e diportisti sulla vettura più rapida in acqua e al volante della barca più veloce su strada! E non c’è neppure da offendersi se la chiamano bagnarola: lo è davvero.

Nata dalla tecnologia bellica. Ma quali gipponi, gippini e Panda 4x4 da hipster parvenu: la Amphicar 770 interpreta il concetto di fuoristrada alla lettera. Fede nei miracoli a parte, solo tale dimostrazione d’ingegno tedesco è in grado di portarvi dove solo Mosè e il Nazzareno poterono – ma senza il comfort del sedile. Tutto ciò grazie alla carrozzeria a tenuta stagna e una coppia di eliche posizionate sotto il paraurti posteriore. Se l’Amphicar vi ricorda qualcosa, siete nel giusto: discende in linea indiretta dalla Volkswagen Schwimmwagen, il veicolo… ibrido utilizzato dalla Wehrmacht nella Seconda guerra mondiale. Lo stesso Maggiolino ne ereditò alcune qualità anfibie: a un paio di tedeschi bastò un filo continuo di saldatura sulla carrozzeria per renderlo galleggiante e attraversare il periglioso Stretto di Messina nel 1964 in poco più di mezz’oretta. Invece l’Amphicar è una purosangue, nel senso di anfibia nativa. Fu progettata dal tedesco Hans Trippel e costruita in Germania Occidentale dalla Industrie-Werke di Karlsruhe. In tutto 3.878 vetture, delle quali circa tremila esportate negli Stati Uniti dove il gusto del bizzarro è sempre stato benvenuto e incoraggiato. Non per nulla, le luci anteriori della Amphicar sono omologate dalla Guardia costiera americana e nella dotazione di bordo sono incluse le bandiere di segnalazione, come per una qualsiasi barca da diporto.

4 cilindri, 2 cambi, 2 eliche. L’auto più veloce che abbia mai solcato le acque, si diceva. Il motto di spirito è stato preso molto seriamente dal Costruttore del Model 770, visto che è equpaggiato del quattro cilindri in linea da 1.147 cc della Triumph Herald 1200 con cambio a quattro velocità. Fu giudicato il più adatto per le doti di performance, peso, continuità di erogazione. E soprattutto per affidabilità: un conto è rimanere in panne a bordo strada, un altro in mezzo a un lago, o nella corrente di un fiume. La velocità massima su strada garantita dai 43 cv è di 110 chilometri orari, ai quali la Amphicar aggiunge 7 nodi (13 kmh) in navigazione grazie alla coppia di eliche collegate all’asse posteriore. Nelle serie successive fino al 1965, l’ultimo anno di produzione, il quattro in linea crebbe a 1.296 e 1.493 cc per la bellezza di 75 cavalli. Il peso si aggira sulla tonnellata e la gestione non è facile: dopo ogni navigazione, la Amphicar va ingrassata in 13 punti specifici, di cui uno raggiungibile solo smontando la panca posteriore. Una volta in acqua, la trasmissione terrestre dev’essere lasciata in folle, la sostituisce il cambio nautico a due marce: una per andare avanti, l’altra per manovrare in retro. Quando le quattro ruote “toccano” a riva, basta semplicemente ingranare la prima per stupire i bagnanti increduli.

Guarda mamma, senza freni! In effetti, la Amphicar non ha mai perso occasione per dare spettacolo. Una coppia di Model 770 condotti da quattro militari inglesi attraversò il Canale della Manica nel settembre del 1965 sopravvivendo ai venti imbizzarriti e alle onde alte fino a sei metri. Quando le eliche di una delle due Amphicar si bloccò, fu trainata dall’altra fino a Calais. Il giorno dopo, asciugati i sedili, i quttro inglesi raggiunsero tranquillamente Francoforte, stavolta su gomma, per visitare il Salone. Anche il Presidente americano Lyndon Johnson adorava la sua Amphicar. L’illustre proprietario divertiva a caricarvi gli ignari ospiti del suo ranch in Texas per un giretto. Giunto davanti al lago della proprietà, anziché fermarsi sulla riva, fingeva di precipitare in acqua gridando “i freni, hanno mollato i freni!”.

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