Abbiamo chiesto a Matteo, 19 anni, appassionatissimo di automobili, di fare un giro a Milano AutoClassica e di raccontarci cosa l'ha colpito di più. Ecco le sue impressioni.
La stragrande maggioranza delle vetture esposte è più vecchia di me, dunque non si può certo parlare di nostalgia per periodi storici che non ho nemmeno vissuto. Eppure, eccomi qua, a passeggiare tra i due padiglioni di Milano AutoClassica 2021, ammirando e immortalando i pezzi di storia esposti.
Restomod, per cominciare. Appena entrato, un’auto molto speciale richiama subito la mia attenzione (e quella di moltissimi altri appassionati a giudicare dalla folla che si era creata intorno allo stand): la Kimera Automobili EVO37, magnifica reinterpretazione della Lancia 037 in chiave moderna basata sulla Beta Montecarlo, della quale erano esposti due esemplari, una maquette rossa ed un’auto di produzione di colore argento. Questa modalità di approccio alle auto classiche, nonostante i costi elevatissimi che comporta, sta prendendo sempre più piede, e lo dimostra (oltre che il considerevole numero di progetti di questo tipo attualmente in produzione) anche la grande attenzione che ha ricevuto l’altra opera di restomod esposta in fiera, la Giulia GT Super di Totem Automobili.
Parata di Countach. Terminata la fase di contemplazione della Kimera, mi ritrovo di fronte a ben nove esemplari di Lamborghini Countach di ogni natura, dalla Periscopio alla Venticinquesimo Anniversario passando per le LP400S, LP500S e Quattrovalvole, esposte in occasione del cinquantesimo anniversario della nascita di questa straordinaria opera di meccanica e design. Come lei, non c’è nessuna: bassissima, larghissima, con linee taglienti, rivoluzionarie e forse anche controverse, che oggi come allora catturano ogni sguardo nei dintorni, generando un’istante di magico stupore. Se è vero che un classico è un oggetto che ha ancora qualcosa da dire, la Countach rientra perfettamente nella definizione.
Daytona Violet. In un angolo meno in vista della fiera era presente un’altra di quelle vetture per cui vale la pena di partecipare a questi eventi: uno splendido esemplare di BMW 850 CSI, già di per sé una vettura rarissima ed estremamente desiderabile anche solo per il suo motore (l’S70B56, unità dalla quale è partito lo sviluppo del V12 della McLaren F1), reso ancora più interessante dal colore Daytona Violet, dalla presenza del cambio manuale e dal fatto di essere il telaio numero #0001.
Icone di stile e tecnica. Tra le varie auto che ho trovato particolarmente affascinanti vi sono anche due rare Porsche, una 959 rossa e una 993 Carrera RS Clubsport bianco, la prima un concentrato di tecnologia avveniristico per l’epoca in cui è stata prodotta (è stata ad esempio la prima auto stradale ad avere un sistema di aerodinamica attiva) e la seconda un mezzo golosamente spartano, come solo un’auto da corsa omologata per la strada può essere. Come non citare poi la Ferrari 275 GTB/4 gialla esposta al centro del padiglione Ferrari, le cui linee risultano ancora oggi, dopo sessant’anni, tremendamente eleganti, o la Citroen SM, che ho osservato con piacere in tutta la sua originalità, o ancora la BMW Z8 con cerchi Alpina, una vera icona di stile.
Youngtimer in crescita. In generale, l’offerta era ricchissima e particolarmente variegata, le auto di fronte alle quali valeva la pena di prendersi del tempo e restare in contemplazione erano veramente numerose e appartenenti alle più diverse categorie ed epoche. L’attenzione del pubblico, però, quest’anno pareva rivolta principalmente verso una categoria in particolare, le youngtimer, che erano presenti in grande numero e spesso offerte a prezzi decisamente più elevati rispetto a quelli di qualche anno fa, a dimostrazione di come questo genere di vetture sia sempre più ricercato. Come le svariate BMW M3 E46 esposte o la Mercedes-Benz C55 AMG Performance Pack battuta sabato all’asta: prima ancora di diventare classiche, certe auto stanno diventando dei classici.
Un mondo da scoprire. Partecipare alla fiera di Milano AutoClassica è stato quindi per me un’esperienza particolarmente interessante, che mi ha permesso di ammirare automobili che altrimenti avrei visto solamente in fotografia da un lato e dall’altro di poter osservare e cercare di capire il modo in cui queste auto vengono “vissute”, entrando in contatto con un mondo, quello delle auto storiche, che ha ancora molte cose da dire anche ad una generazione che non ha vissuto i momenti nei quali queste vetture sono nate.
testo e foto di Matteo @100ottani_magazine