Quella della Iso è una storia imprenditoriale che segue la rapida crescita industriale dell’Italia nel Dopoguerra. L’inedita coupé presentata, quasi a sorpresa al Salone di Torino del 1962, segnò il debutto della Iso nel prestigioso segmento delle sportive.
Tra gli anni 50 e 60 l’Italia era in pieno fermento: si stava consolidando la società dei consumi e il settore automobilistico conobbe una crescita che sembrava inarrestabile.
Nell’industria meccanica c’era spazio per chiunque avesse le possibilità e la volontà di cimentarsi nella produzione di automobili esclusive. E, tra gli imprenditori decisi a mettersi in gioco in questo ambito, vi era Renzo Rivolta, intenzionato a proporre una granturismo da contrapporre alle più blasonate sportive italiane. L’auto avrebbe avuto un motore americano, in grado di erogare potenze elevate a fronte di una manutenzione poco onerosa. Per realizzare questo progetto, Rivolta poté contare sulla collaborazione di alcuni nomi illustrissimi del comparto automotive nostrano: Bertone per lo stile (per mano di un giovane Giorgetto Giugiaro), Giotto Bizzarrini nello sviluppo del telaio e Pierluigi Raggi per la messa a punto della meccanica. L’ambizione di Rivolta si materializzò nel 1962, quando vide la luce l’elegante Iso Rivolta 300 GT.
Il Commendator Rivolta. Renzo Rivolta era esponente di una stimata famiglia brianzola, proprietaria di un’azienda specializzata nella lavorazione del legno. Poco prima della guerra, nel 1939, acquisì la Isothermos di Bolzaneto (Ge) società che produceva impianti termoidraulici. Al termine del conflitto, la produzione venne dirottata sugli scooter e sulle microvetture da città: nacque così la famosa Iso Isetta.
Nel 1960 il Commendator Rivolta entrò in contatto con l'imprenditore inglese John Gordon, che aveva appena finito di ultimare il prototipo di una granturismo e cercava una partnership con un’altra azienda, per avviarne la produzione. Ci vollero due settimane per definire i dettagli dell’operazione, poi Rivolta e il suo staff si misero al lavoro.
Una grande GT. Rivolta intendeva realizzare un coupé dallo stile elegante, con una guidabilità impeccabile e, nel 1962, nacque così la prima Gran Turismo della Casa lombarda: la Iso Rivolta GT. La nuova sportiva doveva avere un motore potente e di grande cilindrata per garantire prestazioni di rilievo ma anche una grande affidabilità, un punto debole di molte auto costruite artigianalmente. Sul materiale pubblicitario veniva sottolineato questo aspetto, specificando che il motore della Corvette poteva percorrere 100.000 km senza revisioni.
Il telaio di nuova concezione e l’equa ripartizione dei pesi tra l’asse anteriore e quello posteriore resero la Iso Rivolta GT piacevole e sicura da guidare, specialmente ad alta velocità. Mentre a bordo, l’abitacolo poteva ospitare comodamente quattro passeggeri.
Meccanica collaudata. La scelta del poderoso V8 americano montato sulla Chevrolet Corvette andava controcorrente rispetto a quella che era la tradizione motoristica italiana, basata su unità di cilindrata medio-bassa a fronte di un’elevata potenza specifica.
I motori GM, prima di essere installati, erano controllati e modificati con bielle, pistoni e canne specifici, il tutto sotto l’occhio vigile di Giotto Bizzarrini. Durante i test, lo stesso Bizzarrini, ex ingegnere Ferrari rimase piacevolmente stupito dalle caratteristiche del motore. Il 5,4 litri (5.359 cc), sulla Iso Rivolta GT venne declinato nelle varianti da 300 o 340CV.
Tecnica di alto livello. Il telaio, sviluppato da Pierluigi Raggi e Giulio Alfieri, anziché avvalersi della classica struttura a traliccio, era composto da un pianale in acciaio elettrosaldato alla scocca: nacque così la prima granturismo con scocca portante in lamiera stampata. Questa soluzione consentiva di abbattere i tempi e i costi di produzione esaltando, al contempo, la precisione di guida. Inoltre, avendo ingombri minori, consentiva di avere più spazio a vantaggio dell’abitabilità. Questa peculiarità accompagnò in seguito tutte le future ISO Rivolta.
Per le sospensioni si optò per uno schema a ruote indipendenti sull'asse anteriore e un ponte De Dion al posteriore. L’impianto frenante si avvaleva, invece, di quattro freni a disco Dunlop.
Caratteri diversi. Considerate le specifiche, la Iso Rivolta non poteva certo essere proposta a cifre abbordabili ma in Italia, con un prezzo base di quasi 5.550.000 di lire, era sicuramente più conveniente rispetto alla rivale Ferrari 250 GTE che costava un milione in più.
Le GT, come primo equipaggiamento, prevedevano un cambio manuale a quattro marce mentre a richiesta era disponibile una trasmissione automatica, pensata per soddisfare anche le richieste della clientela americana. La maggior parte dei clienti si orientò sulla 300 GT: meno potente ma anche più equilibrata e dunque più calzante con il ruolo di coupé gran turismo. La variante da 340 CV poteva raggiungere una velocità massima di 228 km/h e accelerare da 0 a 100 all’ora in 7,9 secondi e venne scelta da diversi gentlemen drivers che contavano di usare la GT in pista. Inoltre, quest’ultima, in versione da gara venne ulteriormente potenziata arrivando ad erogare fino a 365 CV.
La partnership. Prima del debutto ufficiale, la presentazione della prima Iso Rivolta GT avvenne durante un evento esclusivo a Villa Rivolta, la splendida residenza di Sandro Rivolta a Bresso (MB). Per l’occasione vennero invitati il Console Americano e il Management della General Motors: con il lancio della sportiva veniva avviata la sinergia tra la piccola industria brianzola e il colosso americano. Una procedura ordinaria nell’era della globalizzazione ma non all’epoca.
La fama. In Italia la GT trovò molti affezionati clienti tra i capitani d’industria, su tutti Giannino Marzotto: patito di auto sportive e vincitore di due Mille Miglia. Nel frattempo, la Iso Rivolta si fece apprezzare da collezionisti e appassionati di tutto il mondo, per le innovazioni tecniche e per la partecipazione ad alcune delle competizioni più importanti, come la 12 Ore di Sebring, la 1000 km del Nürburgring, la 24 Ore di Le Mans e in due stagioni nel Campionato di Formula 1, nei colori Marlboro.
L’eredità. Dopo la presentazione della "GT 300" al Salone di Torino del 1962, nel gennaio ‘63 venne completato il primo esemplare e alla fine dell’anno la produzione si aggirava su due vetture al giorno. Pensata sin da subito per gli Stati Uniti, Oltreoceano la Iso riscosse un successo contenuto: se il motore “autoctono” rendeva la manutenzione decisamente più gestibile, fu penalizzata da una rete vendita praticamente inesistente. E, anche per questo motivo dal 1964 i volumi di vendita iniziarono a calare fino all’uscita di scena delle 300 e 340 GT, nel 1970.
Nella seconda metà degli anni ’60, Piero Rivolta prese le redini della società, la quale assunse la denominazione ufficale “IsoRivolta”, rendendo omaggio alla GT: la capostipite di una nuova dinastia di prestigiose vetture sportive.