La pioggia ha solo regalato luccichii in più. Anche quest’anno il Concorso d’Eleganza di Villa d’Este ha offerto uno spettacolo incredibile: la storia, la bellezza, la favola, il divertimento, la ricchezza, la mondanità e il meglio del meglio dell’automobile. Pioveva a tratti? Erano dei barlumi, delle scintille luminose che davano più lustro (letteralmente) al mondo heritage. Primo, il Best of show è stato attribuito a una maestosa Duesenberg SJ Speedster del 1935 carrozzata da Gurney Nutting. Ma i premi non si sono sprecati. E poi c’è stata l’attesa asta di RM Sotheby’s con le Ferrari dell’Aurora Collection (tutte vendute), con le tre Testarosse nere (tutte vendute), con il botto della Ferrari 312 PB del 1972, che è passata di mano per oltre 12 milioni di euro.
Élite sui prati. Come di consueto, collezionisti, restauratori di quattro ruote da sogno, personalità di spicco dell’alta società automobilistica e professionisti del settore si sono dati appuntamento nei giardini della ex residenza rinascimentale voluta dal cardinale Tolomeo Gallio per ispezionare ed eleggere l’auto più bella dell’élitaria kermesse patrocinata da BMW Group. Sui prati all’inglese di color verde intenso del Grand Hotel Villa d’Este - solitamente collegati da candida ghiaia, questa volta scurita dal fango e dalle pozzanghere causati dal meteo avverso nella giornata di sabato - un unicum automotive di caratura elevatissima, illuminato, nonostante il cielo plumbeo, dalla consueta allure di esclusività ed eleganza senza pari.
Il premio del pubblico. La giornata di venerdì è stata animata dagli arrivi delle ultime auto in Concorso e dalla prima disamina dei giudici. Oltre cinquanta le vetture in gara, suddivise, in otto classi distinte. Nella giornata di sabato, quella più affollata, è stata assegnata la prestigiosa Coppa d’Oro, riservata all'auto più bella scelta tramite referendum pubblico. A vincere il premio, la meravigliosa Ferrari 250 GT Spyder California del 1961: una rara versione a passo corto carrozzata da Pininfarina e Scaglietti di proprietà di Jonathan Hui e parte della Keybridge Collection in quel di Hong Kong.
Le bellissime. Domenica 21 maggio, invece, gli allori più importanti sono stati due: l’ambitissimo Trofeo BMW Group - Best of Show, andato alla mastodontica Duesenberg SJ Speedster del 1935 carrozzata da Gurney Nutting. Curiosità: nel 1921, una Duesenberg guidata da Jimmy Murphy vinse il Gran Premio di Francia, che all’epoca si correva a Le Mans. Era la prima volta che un’auto arrivata dagli States vinceva nel Vecchio Continente. Centodue anni dopo, una Duesenberg è quindi tornata in Europa e ha avuto la meglio su tutte le altre competitor. L’altro riconoscimento a una giovincella: il Concorso d’Eleganza Design Award per concept car e prototipi - tramite referendum pubblico - è stato vinto dalla incredibile Pagani Huayra Codalunga del 2022.
Tutte le categorie. Ecco, categoria per categoria, le auto che si sono aggiudicate il trofeo. Classe A-The fast and the formal: pre-war high speed luxury (le auto di lusso più veloci dell’anteguerra): Chrysler Custom Imperial CL Convertible Sedan LeBaron (1933), con menzione d’onore per la Lagonda V12 Rapide Drophead Coupé (1938). Classe B-Grande vitesse: pre-war weekend races (vetture da corsa anteguerra): Delahaye 145 Coupé carrozzeria Chapron (1938), con menzione d’onore per la BMW 328 Roadster delle May Collection (1937). Classe C-Incredible India: the dazzling motoring indulgences of the mighty maharajas (le strabilianti auto dei maharaja indiani): Duesenberg SJ Speedster carrozzeria Gurney Nutting (1935), con menzione d’onore per la Rolls-Royce Sports Phantom Prototype carrozzeria Jarvis of Wimbledon (1928). Classe D-Porsche at 75: delving into the Stuttgart legend’s iconic and eccentric back catalogue (una selezione di Porsche decisamente eccentriche in occasione dei 75 anni della Casa): Porsche 901 Prototyp “Quickblau” carrozzeria Karmann (1963), con menzione d’onore per la Porsche 356 Pre-A Cabriolet carrozzeria Reutter (1954). Classe E-Granturismo: experimenting with the post-war European GT (le GT europee del dopoguerra): Ferrari 330 GTC Speciale (1967), con menzione d’onore per l’Alfa Romeo 6C 2500 SS Berlinetta carrozzeria Riva “La Serenissima” (1950).
E poi le italiane. La Classe F-That ‘Made in Italy’ look: styles which conquered new worlds (vetture simbolo del Made in Italy che hanno conquistato il mondo): Maserati A6G/54 carrozzeria Zagato (1956), con menzione d’onore per la Ferrari 212 Export carrozzeria Vignale (1951). Classe G-A century of the 24 Hours of Le Mans: heroes of the most famous race in the world (chiaramente dedicata al centesimo anniversario della mitologica endurance): Ferrari 250 GTO carrozzeria Scaglietti (1962), con menzione d’onore per la Ferrari 250 Testa Rossa carrozzeria Fantuzzi (1959). Infine, Classe H-Here come the sun: ‘topless’ done differently (una selezione di auto scoperte molto particolari): Ferrari 250 GT Spyder California carrozzeria Pininfarina/Scaglietti (1961), con menzione d’onore per la Citroën SM Espace carrozzeria Heuliez (1971).
I riconoscimenti speciali. Trofeo BMW Group Ragazzi (referendum tra i giovani presenti): Ferrari 288 GTO carrozzeria Scaglietti (1985). Trofeo dei Presidenti (consegnato dal Presidente del Concorso d’Eleganza Villa d’Este): Ford GT40 J.W. Engineering (1968). Trofeo BMW Group Classic (il restauro più difficile): Rolls-Royce Silver Wraith Drophead Coupé carrozzeria James Young (1949). Trofeo Rolls-Royce (la Rolls più elegante secondo la giuria): Rolls-Royce Sports Phantom Prototype carrozzeria Jarvis of Wimbledon (1928). Trofeo Vranken Pommery (la più iconica): Porsche 901 Prototyp “Quickblau” carrozzeria Karmann (1963). Trofeo Asi (per la meglio conservata del dopoguerra): Aston Martin DB2 Coupé (1950). Trofeo Auto & Design (il design più radicale): Ford GT40 J.W. Engineering (1968). Trofeo Il Canto del Motore (il sound più incredibile secondo la giuria): Porsche 917K (1970). Trofeo Automobile Club Como (la vettura arrivata da più lontano): Alvis Speed 25 SC (1937).