Dal 5 ottobre in edicola e in versione digitale il nuovo numero di Ruoteclassiche (6 euro). Protagonista della copertina è la GT 40, mito di casa Ford. Non è l'originale, ma è ben più di una banale replica. Regina del numero, invece, la Lancia Flaminia Super Sport, elegante e sportiva. Test a test fra altre due coupé italiane, la Fiat Dino 2400 e l'Alfa Romeo Montreal, poi la Cadillac Allanté, italoamericana vestita da Pininfarina. E ancora Mini Cooper JCW e i trent'anni della Fiat Punto, la Opel GT preparata da Conrero, come comprare una storica all'estero, le quotazioni aggiornate e molto altro. Con Ruoteclassiche 418 anche il nuovo numero di Motoclassiche (con la rivista, 10,90 euro).
Senza eredi. La Super Sport è l'ultima versione della Lancia Flaminia carrozzata da Zagato, la più sportiva della famiglia ma sempre molto elegante, come si addice a ogni vera Lancia. Chiude anche la dinastia delle coupé di alta gamma dotate del celebre V6, qui arrivato a 2.8 litri di cilindrata per 152 cavalli. Questa ultima versione introduce la novità della coda tronca, cara a Zagato, ed è molto rara: appena 187 le vetture costruite; difficilissimo, poi, trovarne una in livrea rossa, come questa di proprietà del Museo Nicolis di Villafranca di Verona.
Figlie di Bertone. Sono le protagoniste del Test a test, la Fiat Dino 2400 Coupé e l'Alfa Romeo Montreal; hanno prestazioni e fascino e sono equipaggiate con due motori fenomenali: il V8 della 33 Stradale per l'Alfa e il V6 della Dino 246 per la Fiat, quello che poi farà trionfare la Lancia Stratos in innumerevoli rally. La Montreal ebbe una lunghissima gestazione che la sfavorì all'arrivo sul mercato, ma oggi è finalmente apprezzata come merita. La Fiat Dino 2400 corresse i difetti della precedente 2 litri, soprattutto il ponte rigido posteriore, non all'altezza, e la scarsa fruibilità del motore.
Il massimo possibile. L'ha ottenuto il proprietario di questa GT 40, partito da una delle tante repliche esistenti sul mercato della mitica Ford, e arrivato a un grado di affinità all'originale che riteniamo difficilmente superabile. Tutto ciò che non lo convinceva appieno è stato sostituito oppure modificato: strumenti, cinture di sicurezza, ruote, sospensioni... Carburatori e monoblocco, poi, sono addirittura quelli "veri", e il boato di questa emozionante auto lo testimonia. Ci sono voluti cinque anni di affinamenti per arrivare a questo risultato, ma i lavori non sono ancora finiti.
L'anti Porsche. La Opel GT del 1968 non era certo una vera sportiva, con quel 1.900 ereditato dalla Kadett e capace di soli 90 cavalli. La linea faceva colpo, sembrava una Corvette in miniatura, ma la Opel GT era sicuramente più bella da vedere che da guidare. Ci voleva un mago come Virgilio Conrero per trasformarla in una Porsche killer nelle gare del Gruppo 4. All'inizio non ci credeva neppure il famoso preparatore torinese, ma quella coupé tedesca arrivò a vincere la Targa Florio del 1971 e a erogare 220 cavalli.
Su tutti i giornali. La Mini Cooper S John Cooper Works è sempre stata un sogno del proprietario di questo esemplare. Cinque anni fa ha trovato lo splendido esemplare giallo del servizio e ha poi scoperto che, con una targa precedente, era stato proprio quello intestato alla BMW Italia e impiegato come vettura per le prove della stampa specializzata. Duecento cavalli e 226 km/h sono il suo biglietto da visita.