Ricordo e nostalgia sono grandi quando si ritorna sul periodo più popolare che questo Paese abbia vissuto: quello che va dai primi Anni 60 ai primi 80. E, a rappresentare automobilisticamente l’Italia a quattro ruote di quell’epoca, rientra a pieno titolo la Fiat 127, che debutta nel 1971 in versione a due porte, con un’architettura meccanica “tuttoavanti” e linee molto moderne. La sostituta della 850, che aveva motore posteriore, diventa subito un grande successo commerciale. Non stupisce, quindi, come anche il mondo del modellismo, e la Laudoracing-Models (www.laudoracing-models.com), in particolare, abbia puntato forte sull’utilitaria torinese, nella configurazione a tre porte, lanciata nel 1972. Vediamo da vicino un esemplare che rappresenta una “pagina” di questa nostra storia.

Prime impressioni. Le foto della gallery illustrano bene il prototipo di questo modello in scala 1:18, che sarà disponibile in ben sette colori, e in una tiratura di 250 pezzi per ogni tinta. A prima vista, la linea risulta fedele all’originale, con buone proporzioni e assetto.

Analisi. Recuperiamo dal nostro archivio alcune immagini della macchina vera (che vinse il premio Auto dell’anno 1972): facendo un “parallelo”, si nota un buon rapporto di riproduzione del modello. Scendendo nel dettaglio, i gruppi ottici, che caratterizzano “l’espressione” più riconoscibile del veicolo, sono riprodotti e posizionati nei punti corretti. Un voto positivo va anche a una delle parti più complesse, ossia la linea del finestrino posteriore, non facile da replicare in maniera corretta. Di qualità le cromature, come anche i dettagli di cerchi e gomme.

Valutazione. Si tratta di un modello di resina che ben si colloca nella fascia di costo medio per le 1:18 (il prezzo al pubblico sarà di 114,90 euro). In linea con altre produzioni Laudoracing-Models, la 127 non è apribile e non è prevista la funzione di sterzo. La confezione, poi, rievoca nei colori e nei motivi l’epoca della vettura, riportando i dati tecnici del modello e le colorazioni disponibili. Chi colleziona auto in scala lo sa: il modellismo è “sintesi”, la riproduzione non deve andare al collaudo, né essere immatricolata, ma deve risultare quanto più fedele possibile per colmare un vuoto collezionistico o di rievocazione personale, legato ai ricordi che ci fanno sentire più vicini a un certo esemplare.