L'attenzione dei media internazionali è giustamente concentrata sulle vite e gli edifici persi negli incendi che stanno devastando l'area di Los Angeles, ma per gli appassionati di auto d’epoca è inevitabile associare alle immagini di capannoni rasi al suolo e carcasse di auto carbonizzate sul ciglio della strada, il pensiero che il medesimo destino sia capitato a preziose collezioni. Preziose non soltanto per il valore economico - fortunatamente i principali musei sembrano al momento al sicuro - ma anche per quello affettivo, considerando che molto spesso i proprietari hanno impiegato una vita di sacrifici per comprare e restaurare le storiche dei loro sogni.
In fumo vicino a Pasadena. Nella zona di Altadena, proprio ai confini della Angeles National Forest, ci sono stati numerosi incendi e quello più distruttivo ha colpito varie ville, tra le quali una nella quale il proprietario custodiva una collezione di auto americane anteguerra e alcuni modelli degli anni Cinquanta e Sessanta. Gli scheletri ancora fumanti di vetture che fino a pochi giorni fa erano probabilmente fonte di orgoglio e oggetti con i quali si era sviluppato un forte legame affettivo, sono lì a testimoniare un altro aspetto della tragedia economica di chi ha perduto tutto nei roghi.
La storia di Los Angeles. Inutile negare infatti che un’auto d’epoca, non necessariamente una Ferrari, una Porsche o una Maserati, racchiuda in sé ricordi, emozioni, a volte il passato di una famiglia o memoria delle centinaia di ore spese per riportare in vita un esemplare con un restauro faticoso. Molte vetture custodite nei garage sono bruciate insieme alle ville e a tutto ciò che contenevano, cancellando storie che, nel caso di una città “giovane” come Los Angeles, sono legate intrinsecamente allo sviluppo e alla diffusione delle automobili, vere e proprie protagoniste della vita dei californiani.
Collezioni private e musei. A Los Angeles si trovano singoli collezionisti che custodiscono da pochi esemplari a varie decine di modelli, fino a casi come Jay Leno che in due capannoni situati a Burbank, nella zona sud di Los Angeles, ha raccolto quasi 200 automobili e 160 motociclette. Numeri che fanno concorrenza agli importanti musei di auto d’epoca, tra cui il Petersen Museum, il Nethercutt Museum, il Zimmermann Automotive Driving Museum, il Marconi Museum e tanti altri. Centinaia di automobili speciali e a volte uniche, basti pensare all’Hollywood Cars Museum che ospita i veicoli più famosi protagonisti di film indimenticabili, dal “Maggiolino tutto matto” alla Ford Gran Torino di Starsky & Hutch, oltre a una Bat-mobile e alla Lotus sottomarino di 007.
Parcheggiate all’aperto per salvarle. In un panorama desolante, dove interi quartieri sono stati rasi al suolo, sono emerse storie come quella di un collezionista che, pur di salvare le sue preziose vetture, ha deciso di parcheggiarle temporaneamente all’esterno di un McDonald. Niente di strano, in condizioni normali, vista l’altissima percentuale di preziose auto d’epoca nella zona di Malibu, ma vedere allineate una Ferrari F430, una Mercedes 300 SL “Ali di Gabbiano” e una 190 SL roadster non per esposizione ma nel tentativo di salvarle, forse ha emozionato anche i più cinici. Così come emblematica è la Volkswagen T2 del 1977 - uno dei veicoli istantaneamente associato ai surfisti e alla California - miracolosamente sopravvissuta con la sua carrozzeria azzurra brillante in mezzo alle rovine e immortalata in una foto che ha fatto il giro del web. Un simbolo a cui aggrapparsi nella speranza che a Los Angeles finisca questo inferno di fuoco.