
ASI Net Zero Classic: le storiche e la sostenibilità
Proteggere il futuro del pianeta e allo stesso tempo quello del motorismo storico è una delle nuove mission dell’Automotoclub Storico Italiano. Un percorso intrapreso dalla Commissione ASI Green che ha una linea ben precisa: la neutralizzazione del bilancio di carbonio in maniera scientifica e trasparente.
Il programma è stato battezzato “ASI Net Zero Classic” ed è promosso con la partecipazione delle Università degli Studi di Firenze e di Trieste, del Politecnico di Milano, delle testate Quattroruote e Ruoteclassiche e di InnovHub - Stazione Sperimentale Carburanti.
“ASI Net Zero Classic” è la ricerca sull’impiego di bio-benzine di seconda generazione che intende confermare in termini percentuali i valori di riduzione delle emissioni di gas clima-alteranti - in particolare la CO2 - nel ciclo di utilizzo, misurando nel contempo le riduzioni di sostanze inquinanti prodotte e le prestazioni dei propulsori. Grazie a questa iniziativa, inoltre, è acceso un faro sull’interazione di questi nuovi carburanti con i veicoli di rilevanza storica.
Grazie alla collaborazione con Istituti di ricerca e Università, ASI sta conducendo una serie di test per sperimentare e verificare gli effetti dell’uso di bio-benzine di seconda generazione per muovere veicoli storici di vario genere. Ulteriori prove previste - come il test-drive di 10.000 km che si svolgerà con una Lancia Flaminia GT Touring del 1967 - contribuiranno a stabilire l’utilità di impiego dei carburanti prodotti da fonti rinnovabili nella gestione energetica dei veicoli.
I risultati finora raccolti con l’uso delle bio-benzine indicano chiaramente che non ci sono variazioni di performance se non addirittura in senso positivo in alcune occasioni, che i consumi non aumentano, che le temperature dei gas di scarico sono invariate, che le emissioni allo scarico diminuiscono significativamente per quanto riguarda i principali parametri oggi nel mirino: è dimostrato che questa benzina innovativa è drop-in, non richiedendo motori adattati in alcun modo ed essendo totalmente mixabile con altre benzine in commercio.
La combinazione di questi risultati e l’assenza di etanolo nella formulazione evidenzia quanto la bio-benzina sia poco o nulla igroscopica - quindi non danneggia i motori a causa della corrosione - e che la combustione nella camera di scoppio è particolarmente completa e con la giusta velocità di propagazione per trarre il massimo dal motore in esame. La carburazione non viene inficiata e viene mantenuto il corretto rapporto stechiometrico con l’ossigeno necessario alla combustione.
Il tutto con un carburante che, a seguito del suo particolare procedimento produttivo e grazie alle sue materie prime di partenza, consente di evitare l’80% del sovraccarico di CO2 dovuto al suo utilizzo in un motore endotermico, corrispondente ad oltre il 65% nel suo intero ciclo di vita.
Si tratta di carburanti innovativi, realizzati utilizzando parti di scarto delle lavorazioni agricole additivate e mescolate alla normale benzina. Proprio grazie al processo con cui vengono creati, i biocarburanti permettono di ridurre le emissioni di CO2: l’anidride carbonica emessa allo scarico dalla vettura che li utilizza è per buona parte bilanciata da quella assorbita durante la coltivazione di terreni, piante e di qualunque altro elemento presente di quegli scarti che danno poi origine al biocarburante stesso.