E alla fine, siamo arrivati a Brescia. La quarta è stata la tappa più corta, ma non certo la meno densa di emozioni. Poco più di 300 chilometri, davvero molto intensi. Ma prima del racconto della nostra giornata è doveroso rendere onore ai vincitori. La Mille Miglia quest’anno torna a essere argentina: Juan Tonconogy e Guillermo Berisso (già primi nel 2013) hanno messo a segno il secondo successo con la loro Bugatti T40 del 1927, dopo una battaglia appassionante con Andrea Vesco e Andrea Guerini, secondi, che con la loro Fiat 514 Siata sono stati in testa per buona parte della gara, facendo ottime prove, ma sono stati penalizzati dal coefficiente inferiore della loro vettura. Terzi, Ezio Salviato e Caterina Moglia su un’altra Bugatti T40 del 1930. La Coppa delle Dame per il primo equipaggio femminile è andata a Silvia Marini e Saskia Stoeckelmann, su Porsche 356.
La giornata è cominciata alle 7, quando le prime vetture hanno preso il via dal Parco Ducale di Parma. La carovana è filata verso Piacenza sulle statali senza traffico della domenica mattina. A bordo strada, però, c’era chi si è alzato all’alba per guardare le macchine passare veloci. Prima di Piacenza, ci aspettavano quattro prove cronometrate. E la prima sorpresa: del fumo bianco che usciva minaccioso dal cofano della nostra 300 SL, senza alcun preavviso dall’indicatore della temperatura. Con l’ansia di dover finire proprio lì la nostra avventura, abbiamo chiesto aiuto ai meccanici del team Mercedes-Benz Classic: per fortuna, il problema era dovuto solamente all’acqua in eccesso nel radiatore. Tempo di lasciarla raffreddare e di toglierne un po’ e siamo ripartiti. Ma abbiamo perso quasi 30 minuti. Karl Wendlinger ha tirato fuori le sue doti di guida e siamo riusciti ad arrivare in tempo al controllo orario, alla Villa Reale di Monza. Non senza gustarci gli applausi del pubblico, che un po’ ovunque lungo la strada si è goduto il nostro passaggio dal ritmo allegro.
A Monza, è arrivata la seconda sorpresa: le prove in pista. Ok, ce le aspettavamo, ma trovarsi a girare sulla pista Sopraelevata è stato davvero emozionante. La velocità imposta era bassa (40 km orari), dunque abbiamo dovuto tenerci nella parte più interna del tracciato, che, visto da vicino, è davvero impressionante: le curve sembrano muri. Subito dopo le prove cronometrate, siamo passati sul circuito del GP, che Karl conosce molto bene, per una prova di media, l’ultima, che ha deciso la gara. Il passaggio a Monza è stata sicuramente la novità più bella e interessante di quest’edizione: il parco e l’autodromo erano pieni di gente, anche grazie alla splendida giornata di sole, e il passaggio delle macchine ha creato una bella animazione. Un’esperienza da ripetere anche nelle edizioni future.
Ancora elettrizzati dal ritmo delle prove, siamo ripartiti alla volta di Bergamo, dove c’era l’ultimo controllo a timbro, per poi filare via veloci nella campagna della Franciacorta. Ovunque ci hanno accolto striscioni, applausi, fazzoletti bianchi sventolati: uno spettacolo. Karl era meravigliato del calore degli italiani per la Mille Miglia, oltre che dal numero di fan che ancora lo ricordano con affetto e che lo hanno fermato lungo il percorso per chiedergli foto e autografi.
Vicino alla città il traffico si è fatto intenso e siamo riusciti a passare grazie all’aiuto della polizia stradale, che come al solito ha dato il meglio nel gestire la carovana senza creare troppi disagi. Allineati di nuovo in viale Venezia, dopo 1760 chilometri, ci siamo finalmente rilassati, soddisfatti di essere giunti alla fine, in attesa della passerella. Dove è arrivata la terza sorpresa, la più bella: Stirling Moss ci ha salutati, sventolando la bandiera a scacchi e dandoci la mano. Davvero un grande: a 85 anni, dopo aver guidato la 300 SLR nei punti più spettacolari del percorso per celebrare l’epica vittoria di 60 anni fa, ha atteso gli equipaggi del nostro team sul palco. Regalandoci il finale perfetto per una gara memorabile.
Laura Confalonieri