Da non poterci credere: bastava voltarsi e ovunque, ma davvero ovunque, apparivano “squali”. Non quelli, per intenderci, che popolano gli oceani o luoghi come Wall Street, ma gli altri, che un tempo punteggiavano le strade e che oggi, sessant’anni e un milione e trecentomila esemplari dopo, continuano ad affascinare con la stessa eleganza e la straordinarietà di una linea unica.
Lo “squalo” di cui parliamo in realtà è la Citroën DS che quel nomignolo in Italia se lo guadagnò per le forme più adatte alle profondità marine che alla terraferma. Ma in Francia, dove è nata, è stata sempre chiamata con il suo nome che, sussurrato, suona “déesse”, ovvero “dea”. E in una specie di fantasmagorico e contemporaneo Olimpo nel centro di Parigi, sono state oltre settecento le “dee” a incontrarsi per festeggiare il loro sessantesimo compleanno. Anche se, a vederle tutte insieme - versioni Break, Cabriolet e speciali comprese - più che signore di mezza età sembravano aristocratiche ragazzine perfettamente a loro agio nello splendore imperiale di Place de la Concorde.
Questo la domenica ma non il giorno prima, sul circuito di Montlhéry, una manciata di chilometri a sud di Parigi, dove sulle sopraelevate mozzafiato si divertivano con l’incoscienza delle debuttanti, persino mostrando la funambolica abilità di poter correre anche su tre sole ruote, grazie alla genialità delle sospensioni idropneumatiche che ne hanno creato la leggenda fatta di comfort assoluto e impeccabile tenuta di strada.
Alla grande festa avrebbero dovuto in realtà essere “solo” 600 ma l’evento si è presto trasformato in una specie di enorme calamita, capace di attirare amanti della DS (19, 20, 21 e 23, come la nostra “inviata speciale” di Ruoteclassiche, una Pallas che Citroën Italia ci ha messo a disposizione) ma anche della ID (che in francese fa “idée”, idea) da tutto il mondo, in una Woodstock delle quattro ruote che ha popolato Parigi delle più spettacolari, strane, originali regine dei Double Chevron. Due giorni che Citroën ha suggellato dedicando alla sua “dea” un brand nuovo - DS, appunto - in nome del quale nasceranno modelli ispirati alla genialità e all’eleganza della progenitrice.
Testo e foto di Alessandro Barteletti