Il rombo sommesso di un vecchio quattro cilindri riempie l'aria fresca di una mattinata bavarese. Non il suono gutturale di un turbo, né l'urlo rauco di un V8. Più sottile, più melodioso, quasi un sussurro che promette però agilità e precisione. Soprattutto se lo si sente mentre si è seduti al volante di una BMW 2000 del 1971, magari presa a prestito dalla collezione del BMW Museum di Monaco di Baviera. Un'esperienza che va oltre la semplice guida: un tuffo nell'essenza stessa del piacere di guidare secondo l’Elica.
Il tocco di Michelotti
La vettura è un esemplare impeccabile della Neue Klasse che ha salvato la BMW dalle difficoltà del dopoguerra e l'ha proiettata nel futuro. Dalle linee pulite, essenziali, quasi spartane se paragonate all'opulenza di alcune coeve. Ma proprio in questa sobrietà risiede la sua eleganza senza tempo, opera anche della collaborazione con il designer italiano Giovanni Michelotti. Connubio riuscito tra funzionalità tedesca e estetica italiana.
Andatura felpata
Non appena si rilascia la frizione, sorprendentemente leggera, la 2000 si muove con una fluidità che stupisce. Il motore M10 nella variante due litri, che ebbe una longeva carriera in diverse vetture BMW, risponde con prontezza, nonostante l’assenza di qualsiasi velleità sportiva. I 100 cavalli permettono una progressione lineare e una discreta vivacità, ancorché meno esuberante rispetto alla versione Tii con il doppio carburatore. Non c'è il pepe delle successive BMW più sportive, ma una dolcezza nell'erogazione che invita ad avvicinarsi al limite con fiducia. Il cambio manuale a quattro rapporti innesta le marce con buona precisione, mentre lo sterzo rivela il vero carattere della 2000: più berlina per famiglie che mangiatrice di tornanti. Niente di inatteso, visto che le performance sedan dell’Elica sarebbero arrivate qualche anno dopo.
Atleta composta
Alla guida, la BMW 2000 trasmette una sensazione di armonia, in cui la potenza e il rigore ingegneristico si traducono in una sensazione di controllo dove la razionalità teutonica ti conquista prima con la mente, e poi con il cuore. Anche l'abitacolo, pur essenziale, è ergonomico e ben studiato. La visibilità è ottima grazie ai montanti sottili e alle ampie superfici vetrate. E poi c’è tutto quello che ti aspetteresti da una vettura di oltre cinquant’anni fa: sedili non avvolgenti ma confortevoli, la strumentazione semplice senza contagiri e un’autoradio Blaupunkt Frankfurt. Tutto ciò di cui si ha bisogno, senza distrazioni.
Parte della collezione BMW
Dopo un’ora al volante della 2000 la sensazione è quella di un profondo rispetto per l'ingegneria e la visione che hanno dato vita a questa vettura. Una dichiarazione d'intenti che risuona con quello che BMW sarebbe diventata negli anni successivi, ponendo il piacere di guida al centro della propria filosofia. La vettura che abbiamo provato fa parte della collezione BMW Museum di Monaco di Baviera, tappa imprescindibile per gli appassionati di motori e design, fan o meno della Casa. All'interno, il museo offre un'esposizione coinvolgente che ripercorre oltre un secolo di storia, dai motori per aerei agli attuali veicoli elettrici. Il museo è collegato tramite un ponte al BMW Welt, lo showroom immersivo dove è ci si può aggiornare sulla produzione di oggi di BMW, MINI e Rolls-Royce.