Il legame sportivo tra la Maserati e Juan Manuel Fangio, uno dei più grandi campioni della storia della Formula 1, è noto e testimoniato da tante vittorie e da un titolo mondiale, il quinto e ultimo della sua carriera, nel 1957. C’è però un altro tipo di rapporto, comprovato da una vettura, recentemente messa in vendita, che racconta un periodo particolare della vita dell’asso argentino, quando, ormai ritiratosi dalle corse, si divideva tra il suo Paese natale e l’Italia.
Ferma da 60 anni, prima in fabbrica e poi in una collezione
Si tratta di una Maserati 3500 GT Touring Berlinetta del 1961 che venne utilizzata da Fangio tra il 1961 e il 1966 e che è riemersa dopo decenni, offrendo l’occasione di raccontare una storia interessante, che, immancabilmente, vede protagonista un magazzino dove la sportiva era stata abbandonata. È curioso infatti come questo elemento sia ricorrente nei ritrovamenti - non necessariamente i "barn find" sono infatti tutti canonici fienili - e in questo caso la vettura non fu lasciata in un posto qualsiasi, bensì all’interno degli stabilimenti Maserati, dal 1966 al 1981, dopo che Fangio decise di regalarla a un amico italiano che, da allora, l’ha conservata nella sua collezione.
Ci sono ancora i tappetini
Il tempo infatti si è fermato al 1966 perché la vettura non è mai stata toccata ed elementi come ruggine, vernice sbiadita, graffi, ammaccature e interni logori, sono in questo caso un viaggio nel passato che non può non affascinare ogni appassionato di auto e spingerlo a intraprendere un restauro completo, magari conservativo, lasciando la patina dei decenni sulla carrozzeria. Sorprendentemente, sono ancora presenti i tappetini originali e il bagagliaio è pieno di ricambi: insomma, ci sono tutti gli elementi per un progetto pieno di passione romantica, a partire dal prestigio della 3500 GT Touring Berlinetta, una delle granturismo più affascinanti a cavallo degli anni 60, spinta da un 6 cilindri in linea di 3.5 litri a carburatorie con un vestito disegnato dalla carrozzeria Touring, che avvolgeva un telaio tubolare. Per non parlare dell’illustre, se non proprio leggendario proprietario: il venditore tedesco, Scuderia Renania è pronto a garantire la totale originalità, grazie alla presenza di documenti e lettere che testimoniano la storia della vettura.
Abbandonata, dimenticata e poi conservata intatta
Questo esemplare infatti, numero di telaio #1714, fu consegnato nel 1961 a due industriali che avevano stretti rapporti sia con la Maserati sia con Juan Manuel Fangio, il quale, pur vivendo in Argentina, spesso tornava in Italia per viaggi di lavoro. Proprio per questo la 3500 GT gli fu messa a disposizione, con un accordo non ufficiale per testarla e riferire le sue impressioni ed eventuali modifiche per migliorarla, come si evince dalle lettere inviate e ricevute che accompagnano la vettura. Nel 1966 Fangio riconsegnò la vettura in fabbrica, scusandosi tre anni dopo con una lettera per non esserla ancora andata a riprendere, fino al 1979, quando autorizzò due suoi amici - l’attuale proprietario e l’ex collaudatore Maserati, Guerino Bertocchi - a ritirare l'auto a suo nome.
La richiesta è di 210 mila euro
Inizialmente i dirigenti della Casa modenese si rifiutarono di consegnare la vettura, consapevoli del suo valore, ma due anni dopo Alejandro De Tomaso, all’epoca proprietario del marchio, cedette e i due amici ritirarono la "3500" dalla fabbrica, mantenendola nelle stesse condizioni in cui fu recuperata nel 1981. Il bagagliaio pieno di ricambi è un gesto di cortesia della Maserati stessa, come risarcimento per i due anni di ritardo nel lasciare libera la vettura, che nel 2019 è stata messa all’asta con una stima tra i 475 e i 540 mila euro, rimanendo però invenduta nonostante un’offerta di 400 mila euro. Adesso viene proposta alla metà, 210 mila euro, una richiesta comunque superiore al valore medio del modello peròin condizioni da concorso, ma la passione non si può quantificare e una Maserati appartenuta a Fangio non si trova sicuramente tutti i giorni.