Alfa Romeo 75 dei Carabinieri: storia di una grande passione - Ruoteclassiche
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05/10/2025 | di Andrea Paoletti
Alfa Romeo 75 dei Carabinieri: storia di una grande passione
Il figlio di un appuntato, cresciuto sul sedile della storica “gazzella”, non ha badato a spese per restaurare un esemplare del 1988
05/10/2025 | di Andrea Paoletti

Giovanni Conti di lavoro fa magazziniere, ha 30 anni e ha un ricordo preciso, di quando aveva tre anni, che è stato una sorta di imprinting: lui, seduto sul sedile di una vera "gazzella" dei Carabinieri, un’Alfa Romeo 75 con tutta la dotazione, sirene, lampeggianti, palette. Pur di rivivere queste emozioni, ha caparbiamente atteso anni per mettere le mani su un esemplare originale appartenuto all’Arma, per poi pazientemente restaurarlo, rinunciando a vacanze e uscite al ristorante per riuscire a finanziare i numerosi lavori di cui necessitava.

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Una storia d’amore

Ma come mai un bambino di tre anni si poteva sedere liberamente su una vettura di servizio? Tutto merito del padre, l’appuntato scelto Giuseppe, in forza al nucleo radiomobile di Viterbo dal 1993 al 2018. “Ha anche partecipato alla riprese della fiction de 'Il Maresciallo Rocca'” mi rivela al telefono, ricordando a memoria anche la targa dell’Alfa 75 guidata da suo padre che nella prima puntata arrivava a sirene spiegate. Che la passione sia profondamente radicata lo dimostra anche il fatto che la prima auto, con cui ha imparato a guidare è un’altra 75, ovvero la 1.6 a carburatori del 1989 precedentemente posseduta dal padre come auto personale.

Restauro impegnativo

Verificato che l’Alfa 75 è di famiglia nel vero senso del termine, torniamo a quella per la quale Giovanni si è imbarcato in un restauro durato cinque anni - da maggio 2018 ad agosto 2023 - e costato la bellezza di 33.000 euro, la maggior parte di manodopera. “L’ho comprata da un ragazzo che la teneva chiusa in magazzino dopo averla comprata a sua volta da un’altra persona che l’aveva acquisita insieme a un lotto di 20 veicoli a un’asta delle forze armate” mi racconta con entusiasmo. “Era tutta bloccata, il motore perdeva olio, i paraurti erano rivettati e mancava completamente lo scarico” e le cose non andavano meglio nemmeno nell’abitacolo perché il tessuto dei sedili era strappato, così come il cielo e i pannelli porta. Insomma, un mezzo disastro, che non lasciava dubbi sul perché i precedenti proprietari avessero abbandonato ogni velleità di sistemarla.

Le targhe “Esercito Italiano”

Giovanni però non si è perso d’animo e ha deciso che quella 1.8 a carburatori del 1988 doveva tornare come nuova, visto che per sua fortuna l’auto era provvista del dispaccio ufficiale che ne attestava l’appartenenza ai mezzi dell’Arma dei Carabinieri del comando di Velletri. Questo ha reso più facile rifare, previa presentazione del CRS e verifica del suo essere incensurato, le sue targhe originali con le storiche “E.I.” in rosso da utilizzare rigorosamente nei raduni statici. Per circolare, l’auto è stata invece immatricolata regolarmente, ma deve obbligatoriamente occultare scritte, lampeggianti blu e sirene, che fortunatamente non erano state rimosse dopo la dismissione dal servizio attivo.

L’introvabile targhetta

Per l’unico accessorio mancante, la radioricevente Gamma 400 è stato invece fondamentale l’aiuto del papà e i suoi contatti, mentre l’inconfondibile livrea è stata realizzata dalla stessa azienda di Milano alla quale si rivolgevano i Carabinieri all’epoca: per fortuna hanno conservato gli stampi e anche qui, una volta verificato che fosse incensurato, gliel’hanno confezionata rapidamente. “La cosa più difficile da trovare è stata la targhetta identificativa con lo sfondo blu tipica delle prime serie”, mi rivela ridendo Giovanni che, per il resto, non ha avuto difficoltà a trovare tutti gli altri ricambi originali, dal filtro dell’olio alle pinze freno, tra fondi di magazzino e mercatini online, addirittura ancora nelle scatole originali arancioni con le scritte nere.

In giro per raduni

Da due anni quindi Giovanni si gode, portandola in giro ai raduni, quella che - dalle sue ricerche - risulta essere la più anziana tra le 75 dei carabinieri storiche circolanti in Italia, che sono una ventina. Molto più della soddisfazione per un restauro accurato - è stata anche riverniciata con il colore originale (Blu Alfa Pastello AR380 doppio strato) - è però la sensazione, impagabile, di aver realizzato un sogno di bambino.

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