Abarth 1000 Monoposto, una sfida personale - Ruoteclassiche
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09/11/2025 | di Federico Signorelli
Abarth 1000 Monoposto, una sfida personale
A 57 anni, il preparatore decise di mettersi al volante di una monoposto, con l'obiettivo di siglare il centesimo record di velocità della sua scuderia
09/11/2025 | di Federico Signorelli

L’ingegnere italo-austriaco aveva già costruito la propria leggenda come geniale preparatore e imprenditore visionario, capace di trasformare piccole utilitarie in bolidi da primato. Gran parte delle sue imprese si svolsero all’Autodromo di Monza, luogo ideale grazie al celebre anello dell’alta velocità, perfetto per i test di lunga durata e per le sfide contro il cronometro; restano storiche le monoposto leggere e affusolate spinte da propulsori Fiat di 500, 750 e 1000 cm³, progettate per infrangere record su record.

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Tra pubblicità e sfida

Anche i vertici Fiat compresero presto il valore mediatico di queste imprese: i successi in pista si riflettono positivamente sulle vendite, e per questo sostengono finanziariamente Abarth affinché continui a inseguire nuovi primati. Ma, al di là del marketing, per Carl Abarth la caccia ai record è una vera ossessione, una passione travolgente che lo spinge a sfidare perfino sé stesso (ne metterà insieme ben 143). Intanto la FIA aveva da poco istituito la categoria dei record sulle brevissime distanze, una tentazione irresistibile. La nuova vettura, progettata interamente negli stabilimenti Abarth, era una monoposto a ruote scoperte derivata dalla Formula 2 del 1964. Il bialbero, capace di raggiungere 8.800 giri al minuto, sviluppava 105 CV: era un quattro cilindri in linea da 982 cm³, montato in posizione centrale-posteriore longitudinale, con due carburatori doppio corpo Weber 40, serbatoio da 10 litri e una velocità di punta di 225 km/h, grazie anche al peso contenuto in appena 500 kg a secco.

Una mela al giorno…

Abarth non aveva propriamente un fisico da pilota, di corporatura abbastanza robusta era un omone ben lontano dall’immagine tipica dei piloti. Ma questa condizione non lo fermò, anzi gli diede ulteriore slancio: per riuscire a entrare nell’abitacolo della monoposto, si sottopose a una severa dieta – secondo la leggenda basata solo su mele – che gli fece perdere oltre trenta chili! Il sacrificio non solo gli consentì di calarsi nel piccolo abitacolo, ma contribuì anche a migliorare le prestazioni complessive della vettura, rivelandosi parte integrante del successo finale.

La resa dei conti

Il 20 ottobre 1965, sull’autodromo di Monza, andò in scena l’ennesima impresa del marchio dello Scorpione. La Fiat Abarth 1000 Monoposto stabilì due nuovi primati mondiali nella Classe G, tra questi il suo agognato centesimo: record di accelerazione sul quarto di miglio in 13"62 e sui 500 metri in 15"38. Non pago dei risultati, il giorno seguente Abarth fece installare un motore da 2000 cm³ (Abarth 2000 Monoposto Record) conquistando altri due record di accelerazione nella Classe E, fermando il cronometro a 11"55 nel quarto di miglio e sul 15"38 nei 500 metri.

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