L’ACI e gli Automobilisti: una Storia lunga 120 anni - Ruoteclassiche
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04/12/2025 | di Emanuele Mùrino
L’ACI e gli Automobilisti: una Storia lunga 120 anni
Inaugurata a Roma, nella sede dell’Ente, la mostra che si prolungherà fino al 24 gennaio 2026. In esposizione nove mezzi ultracentenari: cinque vetture e quattro moto
04/12/2025 | di Emanuele Mùrino

Una mostra che “celebra la longevità dell’ACI e la storia delle donne e degli uomini che hanno creduto nell’automobile come strumento di progresso”, così il commissario straordinario dell’Automobile Club d’Italia, Tullio Del Sette, ha dichiarato oggi a Roma durante l’inaugurazione della mostra “L’ACI e gli Automobilisti: una Storia lunga 120 anni”. Del resto, proprio Del Sette ha ricordato quanto l’ACI “fin dalla sua fondazione, ha accompagnato lo sviluppo della mobilità, sostenendo gli automobilisti e contribuendo alla crescita culturale e sociale del Paese”.

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Nove signore ultracentenarie

Allestita nella Galleria Filippo Caracciolo, al piano terra della sede dell’Automobile Club d’Italia, in via Marsala 8, la mostra presenta nove prestigiosi veicoli ultracentenari, cinque vetture e quattro motociclette, e resterà aperta fino a sabato 24 gennaio 2026.

Promuovere la cultura del motorismo storico

Ancora una volta, lo spazio espositivo ACI - ACI Storico si conferma prezioso per testimoniare la storia dell’automobile italiana e del Paese stesso: Giovanni Battista Tombolato, subcommissario ACI e presidente ACI Storico, ha ricordato come lo spazio sia “nato proprio per diffondere la cultura del motorismo storico, rendendola accessibile a tutti”.

Regine a quattro ruote

L’esposizione si apre con la De Dion Bouton Type E 3.5 HP Vis-à-Vis del 1898, giunta dall’Automobile Club Torino. La piccola vettura è nota per la sua architettura, tipica delle più esclusive carrozze a cavallo, che consentiva ai passeggeri di sedersi uno di fronte all’altro. Altri quattro gioielli sono l’Isotta Fraschini BN 30/40 HP del 1910, una delle prime espressioni del lusso automobilistico italiano; la Fiat Tipo Zero A del 1913, che da un lato segnò l’ingresso della casa torinese nel mondo delle più piccole e, dall’altro, vide la luce anche con il contributo di un giovane designer dell’epoca: Giovanni Battista “Pinin” Farina, cui poi arriderà fama mondiale; la Fiat 501 S del 1924, il cui quattro cilindri di 1.460 cm3 erogava ben 26 CV e permetteva di toccare i 100 km/h, che rappresentò l’ingresso della Fiat nel settore delle piccole sportive di produzione. Chiude la mostra, ma soltanto per motivi anagrafici, la rara versione stradale a cinque marce della OM 665 N5 del 1931, discendente diretta della 665 "Superba" S Torpedo Sport protagonista della vittoria nella prima edizione della 1000 Miglia, nel 1927, con l’equipaggio composto da Ferdinando Minoia e Giuseppe Morandi. Le quattro vetture sono state messe a disposizione dal MAUTO - Museo Nazionale dell’Automobile di Torino.

E regine a due ruote

Non manca una rappresentanza di mezzi che hanno segnato la storia del motorismo nazionale su due ruote. La scelta dell’ACI coniuga romanticismo e valore storico: le motociclette esposte, infatti, sono quattro Frera, il primo marchio motociclistico in Italia, nato nel 1905 come l’ACI. Proprio grazie alla collaborazione con il Museo Frera di Tradate (in provincia di Varese) - e al collezionista Enrico Colombo, direttore generale di Aci Global, che le ha messe a disposizione - a Roma sono esposte la HP 2½ Modello D Gran Lusso del 1914, indimenticata moto dei Bersaglieri durante la Prima guerra mondiale; la HP 4¾ del 1916, una delle prime dotate di cambio a 3 marce, appartenuta a Giovanni Caproni e Luigi Lazzaroni, tra i soci fondatori dell’ASI, l’Automotoclub Storico Italiano; la 2½ HP del 1923, creata con l’obiettivo di ridurre i costi e renderla attraente per i professionisti dell’epoca; infine, la Super Sport K V2 350 del 1927, un’autentica motocicletta da corsa.

La Russa: costruire con consapevolezza il futuro dell’automobilista

L’inaugurazione della mostra romana è stata commentata in una nota dal presidente eletto dell’ACI, Geronimo La Russa, che ha posto in rilievo la filosofia dell’Ente e il valore del patrimonio storico italiano. “L’ACI è nato per dare risposte concrete a chi si muoveva sulle prime vetture - ha spiegato - e continua a farlo in uno scenario profondamente cambiato. Valorizzare la Storia, tramite mostre come questa, significa comprendere da dove veniamo e costruire con consapevolezza il futuro dell’automobilista”.

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