Nell'anno del trentennale di una delle più apprezzate berline sportive del mercato, BMW apre le porte delle sue segrete stanze e ci racconta le vicende di 4 vetture che non hanno mai superato la fase sperimentale.
Anche nella storia della BMW M3, come in quella di qualsiasi auto, ci sono stati capitoli affascinanti che hanno fatto parte della sua evoluzione, del suo sviluppo. Nel suo trentennale, BMW ripercorre la storia dell'M3 presentando 4 prototipi che hanno fatto parte delle sue vicende. Non hanno mai visto il semaforo verde per il listino ma hanno comunque mosso menti, macchinari e investimenti.
I PROTOTIPI
BMW M3 PICK UP 1986. L'M3 nata da poco non appassionò solamente la clientela ma anche gli stessi addetti ai lavori. I dipendenti del reparto M Motorsport di Garching, vicino Monaco, utilizzavano spesso e volentieri le M3 aziendali, sopratutto per il trasporto di oggetti di qualsiasi tipo. E poiché la configurazione della macchina poco si prestava al carico di materiali, fu trovata l'unica soluzione possibile: ricavare da un esemplare di M3 Cabriolet una irriverente e buffa versione pick up.
La sua carrozzeria non aveva i parafanghi allargati della versione in commercio né il motore installato sugli esemplari in vendita in Europa quanto la versione per il mercato italiano, con cilindrata ridotta a 2 litri e 192 Cv per arginare il problema del superbollo. E' interessante notare che non si trattò affatto di un veicolo realizzato goliardicamente con martello e saldatrice ma di una vettura funzionale al 100%. Questa curiosa M3 ha svolto regolare servizio di "facchinaggio" per oltre 26 anni prima di essere messa in pensione nel 2012.
BMW M3 COMPACT 1996. Quella che oggi viene considerata, negli ambienti del Reparto Ricerca e Sviluppo BMW, come l'antesignana della M2, fu il tentativo di proporre al mercato una BMW M entry level orientata soprattutto al mercato più giovane. Fu utilizzato il motore 6 cilindri 3,2 da 321 Cv della M3 "e36" ma se fosse partita la commercializzazione la potenza massima sarebbe stata ridotta. Durante i test da parte di alcuni magazine tedeschi fu giudicata molto più agile, rigida ed efficace dell'M3. Forse per questo è rimasta un prototipo.
BMW M3 TOURING 2000. Se l'M3 Compact arrivò allo stadio di vettura "pronta produzione", capace di sostenere prove su strada da parte della stampa specializzata e di alcuni clienti, l'M3 Station Wagon rimase un prodotto "interno". Fu realizzato esclusivamente per dimostrare che, potenzialmente, una vettura del genere (più grande, spaziosa e pesante) avrebbe continuato a incarnare lo spirito dell'M3. In particolare, lo studio dimostrò che, a livello produttivo, non sarebbero state necessarie costose modifiche al processo di produzione nel passaggio dalla berlina alla station wagon.
BMW M3 PICK UP (2011). La proverbiale filosofia tedesca tesa al continuo miglioramento del prodotto ha interessato anche la bislacca M3 Pick up del 1986: dopo 25 anni di carriera, la decisione di pensionare la vettura ha innescato il desiderio di creare la sua erede. Presentata l'1 aprile 2011 fu ritenuta (grazie anche al tono giocoso del comunicato stampa, che introduceva la "quarta variante di carrozzeria" per la Serie 3) un pesce d'aprile. In realtà è un M3 originale in tutto e per tutto: 420 Cv, base meccanica della M3 Cabrio (ma più leggera di 50 kg) e un grande vano di carico posteriore capace di sostenere fino a 450 chilogrammi di peso. Naturalmente è omologata al 100%.
LA BMW M3: UN PO' DI STORIA
Correvano gli Anni 80 e in Germania impazzava il campionato turismo, il "magico" DTM. BMW, per cercare di dare alla 635 CSI una degna erede e per battere la concorrenza italiana e britannica che, a metà della decade, si era fatta pressante, aveva deciso di iscrivere un nuovo modello in Gruppo A. Le regole stabilivano, all'epoca, la commercializzazione di almeno 5.000 esemplari stradali in 12 mesi per l'ottenimento dell'omologazione. Per la casa di Monaco un'operazione complessa: sviluppare un'auto da corsa e, contemporaneamente, il suo omologo stradale.
Il risultato fu ottenuto, e fu un successo: al Salone di Francoforte del 1985 fu presentata la nuova M3 e30, entrata in produzione nei primi mesi dell'86. Il fulcro del progetto era il motore S14, derivazione dell'unità M10 a 4 cilindri che equipaggiava la gamma normale. La cilindrata fu portata da 2,3 litri e la testata fu trasformata per accogliere le 4 valvole per cilindro. La potenza era di 200 Cv che, grazie a 1.200 chili di peso, consentivano prestazioni eccezionali: 0-100 in 6"7, 235 km/h di velocità massima. Per l'Italia il motore fu ridotto a 2 litri e con lui la potenza, scesa a 192 Cv. Nel 1988 fu presentata la M3 Evo da 220 Cv e 243 km/h e nel 1990 la Sport Evolution (solo 600 esemplari) con motore portato a 2,5 litri e 238 Cv.
Nel 1992 debuttò l'M3 "e36", dotata di un nuovo 6 cilindri di 3 litri per 286 Cv e 320 Nm di coppia. Tra le sue peculiarità il sistema di controllo VANOS della distribuzione. Nel 1995 un generoso aggiornamento ha visto la cilindrata crescere a 3,2 litri e la potenza a ben 321 Cv. L'anno successivo è stato introdotto il cambio meccanico elettroattuato SMG.
La nuova generazione della BMW M3 è nata nel 2000: la e46, con motore 6 cilindri in linea completamente riprogettato, 3,246 cc, sfoderava una potenza massima di 343 Cv con 365 Nm di coppia. Nel 2007 è stata la volta della quarta generazione, la M3 "e92" con un nuovo 8 cilindri a V di 4 litri e ben 420 Cv.
Alvise-Marco Seno