Finisce con una svendita l’asta della collezione di cimeli di Luigi Musso e di Enzo Ferrari appartenuti a Fiamma Breschi, compagna del pilota romano prima e musa di Enzo Ferrari poi. Poche le persone presenti e prezzi da bancarella per la maggior parte dei 388 lotti che componevano l’incanto organizzato lunedì 29 maggio dalla Casa d’Aste fiorentina Maison Bibelot.
Una vita intera di ricordi, di testimonianze uniche, di lettere, fotografie, libri, dediche, coppe, gioielli e memorabilia del mondo delle corse dal 1952 al 1988 che Fiamma Breschi aveva raccolto e custodito con cura maniacale per decenni, si è polverizzata in poche ore, finita nelle mani di chissà chi.
Come noto, Fiamma Breschi è deceduta il 20 novembre 2015 senza fare testamento, lasciando agli eredi un patrimonio non indifferente in denaro e una quantità enorme di cimeli (ne parliamo ampiamente nel numero di Ruoteclassiche di giugno). Tra i quali numerosissime lettere scritte da Enzo Ferrari che rivelerebbero il lato “debole” del Drake, carico di quella tenerezza e dolcezza che solo un uomo innamoratissimo di una donna può sentire e scrivere. Lettere che costringerebbero gli storici quantomeno a rivedere l’immagine di quest’uomo carismatico, duro e autoritario.
Per un certo periodo Ferrari ha scritto anche due lettere al giorno a Fiamma Breschi, lettere che lei ha diligentemente conservato. Lettere d’amore, tra le quali anche quella con la richiesta e relativa proposta di contratto di matrimonio (ricevendone sempre un cordiale ma fermo rifiuto) ma non solo. Per convincerla a sposarlo Enzo Ferrari, ha fatto di tutto, l’ha riempita di regali, di incarichi di lavoro in Ferrari. Soprattutto, con lei si apriva come con nessun altro, ed è questo che rende ancora più prezioso il carteggio.
Lettere delle quali probabilmente non conosceremo mai il contenuto visto che se le è che si è aggiudicate a “soli” 45.000 euro (tasse d’asta comprese) un noto collezionista inglese di automobilia Ferrari. Si tratta di 142 lettere scritte di pugno da Ferrari, con anche molti commenti sui collaboratori e sui suoi affari privati pagate 300 euro l’una, un’inezia considerando la fama e il prestigio dell’autore.
Sempre a poco sono stati aggiudicati gli appunti scritti a mano da Enzo Ferrari con note di Fiamma Breschi per un eventuale accordo commerciale riguardante la vendita di vetture Ferrari (280 euro); la lettera di autorizzazione all’accesso alla pista di Fiorano firmata da Carlo Benzi più due pass firmati da Enzo Ferrari (350 euro); un servito di piatti in porcellana di Richard Ginori per Ferrari con fasce gialle e cavallino rampante completo per sei persone (545 euro); una lettera di Fangio a Fiamma Breschi del 1959 aggiudicata a 350 euro; un biglietto manoscritto di Silvio Berlusconi a Fiamma Breschi venduto a 50 euro.
Ancora peggio è andata all’automobilia riguardante Luigi Musso: le sue fotografie con dedica a Fiamma Breschi sono state aggiudicate anche a 35 euro l’una; il libro di casa del 1956 donato da Musso alla Breschi con la dedica “Al mio tesoro come anticipo… sulla casa vera che avrà in questo nuovo anno” più i contratti del telefono, del gas, della luce intestati a Musso sono stati acquistati con 62 euro.
È andata meglio a Sergio Scaglietti: la lettera con la quale dichiarava che è stata Fiamma Breschi a scegliere il “Giallo Fly” come colore per le Ferrari è stata aggiudicata a 1.250 euro.
Probabilmente i numerosi eredi che si sono disfatti di tutto, anche delle borse, dei libri, dei giornali, delle coppe, delle medaglie, dei vestiti, dei mobili, dell’argenteria e dei gioielli di Fiamma Breschi, non saranno molto contenti del risultato complessivo dell’asta. Al contrario, quei pochi collezionisti e commercianti che hanno creduto nell’affare gioiranno per molto tempo. Occasioni così ghiotte non capitano tutti i giorni.
Gilberto Milano