Una monoposto spezzata in due e una vita spezzata per sempre. Così se ne andò Jim Clark esattamente 50 anni fa, il 7 aprile del 1968, in seguito ad un tremendo incidente avvenuto durante una gara di Formula 2 sul circuito tedesco di Hochenheim. Sembra incredibile, ma stiamo scrivendo questo ricordo proprio dal paddock di quello stesso autodromo.
E fa un certo effetto immaginare l'atmosfera di quella terribile giornata. Oggi, infatti, il circuito ospita Veterama, una grande rassegna dedicata ai motori storici, ma in sottofondo si sentono i rumori di alcune auto che girano in pista... Ovviamente non sono le assordanti monoposto che correvano in quella domenica, lontana ormai di mezzo secolo. Ora c'è un bel sole primaverile, all'epoca pioveva, l'asfalto era bagnato, le monoposto sollevavano nuvole d'acqua. E poi lo schianto fatale del giovane talento scozzese. Un rumore impressionante, come ricordò il commissario di percorso più vicino a quella lunga, veloce curva a destra nella quale Clark perse il controllo della sua Lotus andando dritto per la tangente, fino ad impattare contro un albero che letteralmente divise in due la monoposto spegnendo la luce di uno dei più grandi campioni che l'automobilismo ci abbia regalato.
Una curva a destra, percorsa ad oltre 200 chilometri orari. Sul bagnato. Una situazione a rischio, certo, ma sicuramente nulla di particolare per chi ha la velocità nel sangue e per chi, come Clark, al volante aveva sempre commesso pochissimi errori. Uno di quegli incidenti che, nella loro tragicità e nel loro mistero, sembrano fatti apposti per i grandi campioni, che in un battito di ciglia si trasformano in leggende immortali. La lista è lunga, Jim non è solo in questa magica (e tragica) "hall of fame". Lui che era nato in un piccolo paese della Scozia, Kilmany, il 4 marzo 1936, da genitori agricoltori, e che a vent'anni si ritrovò seduto su un'auto da corsa. Era un predestinato, lo capirono in molti. E tra questi c'era anche Colin Chapman, che contro Clark ci aveva corso prima di affidargli le sue monoposto. Era il 1960: Jim debuttò in Formula 1 in occasione del Gran Premio d'Olanda, per poi dividersi tra la massima serie e la Formula Junior britannica.
La prima vittoria di Clark in una gara titolata risale alla stagione 1962, sul circuito di Spa-Francorchamps che ospitò il Gran Premio del Belgio. Jim guidava la nuova Lotus 25, prima monoposto della storia dotata di telaio monoscocca, praticamente cucito intorno al suo pilota. Un binomio, quello formato da Clark e dalla Lotus, che divenne subito imbattibile. Lo scozzese, infatti, si aggiudicò due titoli mondiali, nel 1963 e nel 1965. In tutto disputò 72 Gran Premi vincendone 25 e conquistando 33 pole position; ancora oggi detiene il record dei "Grand Chelem": 8 vittorie partendo dalla pole position, rimanendo in testa dall'inizio alla fine e facendo segnare il giro più veloce in gara.
Ma la carriera professionale di Clark non parla di sola Formula 1: nel suo palmares, infatti, ci sono anche tre titoli della Coppa Tasmania (1965, 1967 e 1968) e una vittoria alla 500 Miglia di Indianapolis (1965).
Addio Big Jim, qui a Hochenheim si sente ancora il rombo del tuo talento.
Luca Gastaldi